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Caso spoiler: ecco perché ora serve un aerodinamico nello staff MotoGP

La Ducati monta uno spoiler davanti alla ruota posteriore per avere più downforce: il delegato tecnico della MotoGP, Danny Aldridge, l'ha autorizzato credendo che serva a raffreddare la gomma posteriore, scatenando le inevitabili polemiche. E' il momento di adeguare lo staff.

Danilo Petrucci, Ducati Team

Foto di: Gold and Goose / Motorsport Images

Altro che “pela-patate”: la Ducati usa un’appendice aerodinamica ancorata al forcellone posteriore della Desmosedici che per quattro marchi (Honda, Suzuki, KTM e Aprilia) non rispetterebbe il regolamento tecnico della MotoGP e per questa ragione hanno presentato un reclamo subito dopo il via del GP del Qatar vinto da Andrea Dovizioso. Il collegio dei commissari sportivi ha rigettato la protesta, ma il successo di “Desmodovi” resta sub-judice a causa dell’appello che è stato presentato dai reclamanti.

La Ducati nei test aveva ottenuto dal direttore tecnico della MotoGP, Danny Aldridge, una dichiarazione di conformità della soluzione Ducati che Andrea Dovizioso ha utilizzato solo in gara, ma che non era stata montata né nelle prove libere, né in qualifica, mentre era stata sviluppata nei test e nel corso del weekend di Losail da Danilo Petrucci (Ducati Corse) e Jack Miller (Pramac).

Non è casuale il fatto che la Direzione Gara del GP del Qatar abbia chiesto che la Desmosedici di Miller venisse portata in sede di verifica dopo il ritiro del pilota 24enne australiano, in modo da consentire una prima verifica a seguito della protesta presentata da quattro marchi (Yamaha esclusa che aveva utilizzato qualcosa di simile a Valencia sotto la pioggia).

È ormai certo che parte attiva in questa discussione sia stato Massimo Rivola che si porta dietro l’esperienza della Ferrari in F1. Il CEO e direttore di Aprila Racing è sempre stato un profondo conoscitore delle regole e, sicuramente, avrà studiato a fondo anche le norme tecniche e sportive 2019 della MotoGP.

Lo splitter usato nei test era realizzato con materiale in prototipazione rapida: era composto da tre flap dalla forma a trapezio, con il primo più piccolo e gli altri due più grandi con un’incidenza che andava a crescere gradualmente. In gara è stato portato la stessa appendice ma in materiali compositi.

Secondo i tecnici Ducati lo splitter serve a convogliare aria per raffreddare la gomma posteriore, ma stupisce che la soluzione pensata per i piloti pesanti come Petrucci e Miller sia stata usata anche da Dovizioso, che è piuttosto smilzo, in gara.

E stupisce ancora di più che Danny Aldridge abbia creduto a questa spiegazione, perché è più logico pensare che la trovata Ducati sviluppata dai due aerodinamici, Edoardo Lenoci e Alessandro Aquili, serva in particolare per generare una spinta verticale che riduca il saltellamento sull’asfalto della gomma posteriore, migliorando il grip e riducendo l’usura del pneumatico!

Anzi a questo punto è lecito chiedersi se il device posteriore non funzioni in sinergia con la cover in carbonio che carena sui due lati la parte inferiore del cerchio anteriore: potremmo trovarci in presenza di un convogliatore di flusso che ripulisce i vortici generati dalla ruota in movimento e indirizza l’aria verso lo splitter posteriore aumentando sensibilmente la downforce.

La Ducati ha lavorato bene nelle pieghe del regolamento della MotoGP, inducendo il delegato tecnico della Dorna a mettere la firma su una soluzione che sta facendo discutere. Chi crede di mettere il freno all’evoluzione aerodinamica si sbaglia di grosso, perché nel team di Borgo Panigale la fantasia e la creatività davvero non manca. Se si blocca un’idea ce n’è subito pronta un’altra.

Ci permettiamo di dare un consiglio alla Dorna: forse nello staff tecnico dell’organizzazione della MotoGP bisognerà cominciare a inserire anche un aerodinamico per non confondere lucciole per lanterne.

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