Burgess: "Forse Valentino è rimasto troppo a lungo in MotoGP"
Secondo il capo tecnico con cui ha vinto i suoi 7 Mondiali nella classe regina, il "Dottore" ha prolungato troppo la sua avventura in MotoGP. E questo lo si vede perché non riesce più a fare la differenza in gara: se parte indietro, non rimonta più come un tempo.
Valentino Rossi, Yamaha Factory Racing e Jeremy Burgess, crew chief Yamaha Factory Racing
Gold and Goose / Motorsport Images
Per qualche punto ha già superato la sua prima stagione in Ducati, ma resta innegabile che il 2019 vada segnato tra le annate peggiori della carriera di Valentino Rossi in MotoGP.
A tre gare dal termine del Mondiale, il "Dottore" ha conquistato solamente due piazzamenti a podio e si ritrova al settimo posto nella classifica iridata, con un bottino di appena 145 punti.
Se fino a qualche mese fa ci poteva essere la scusante di una Yamaha poco competitiva, dopo l'esplosione di Fabio Quartararo la musica è decisamente cambiata, perché le M1 sono quasi sempre in grado di lottare per la pole e per il podio. Ad eccezione di una, però, proprio quella con il numero 46.
Una situazione che ha portato a dubitare della scelta del pilota di Tavullia di continuare a correre fino ad oltre 40 anni anche un suo grande amico come Jeremy Burgess, il capo tecnico con cui ha conquistato tutti i suoi 7 titoli iridati della classe regina e con cui ha diviso il box fino al termine del 2013.
"Forse è rimasto un po' troppo a lungo" ha detto Burgess in un'intervista concessa al sito ufficiale del Gran Premio d'Australia, riferendosi proprio alla lunghissima carriera del pesarese in MotoGP.
Poi ha argomentato il suo pensiero, sottolineando come Valentino non riesca più a fare la differenza in gara come faceva fino a qualche anno, quando riusciva quasi sempre a recuperare anche dopo aver fatto delle qualifiche al di sotto delle aspettative.
"La cosa preoccupante, che per me è anche la cosa più triste, è che in gara sta finendo dove si qualifica" ha spiegato il tecnico australiano.
"Qualche anno fa, non ci saremmo preoccupati se si fosse qualificato decimo, perché sapevamo che avrebbe recuperato subito quattro o cinque posizioni e sarebbe salito sul podio o avrebbe lottato per farlo" ha aggiunto.
Il dubbio quindi sembra essere che ormai la carriera di Rossi possa aver preso una parabola discendente, anche se su questa cosa Burgess ha cercato di non essere troppo categorico: "Se questo è un altro passo giù per il pendio, chi lo può sapere?".
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