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Intervista

Borsoi: "Jorge Martin è il pilota più forte della MotoGP"

Il team manager del Prima Pramac Racing ha analizzato per Motorsport.com il momento spettacolare che sta vivendo il suo pilota, che considera "il più forte in griglia" nella classe regina.

Jorge Martin, Pramac Racing

Con Jorge Martin, Pramac e Ducati sapevano di avere un cavallo di razza, che però aveva bisogno di essere perfezionato e soprattutto circondato dall'ambiente di lavoro più adatto per poter sfruttare appieno il suo potenziale.

La persona scelta per questa missione è l'ex pilota italiano Gino Borsoi, che dopo oltre un decennio come team manager di Aspar, quest'anno ha dimostrato di essere più che pronto a diventare quello della squadra satellite più forte della MotoGP.

Sarà una coincidenza o forse non c'entra nulla (direbbe qualcuno), ma quel che è certo è che dal suo arrivo Martin si è trasformato in un chiaro pretendente al titolo e ora, secondo Borsoi, è "il pilota più forte sulla griglia della MotoGP".

"Quando ho iniziato il progetto Pramac sapevo che in squadra c'erano due grandi piloti e, soprattutto, Jorge, che per qualche motivo non era ancora riuscito a mostrare tutto il suo potenziale. Quest'anno c'erano le circostanze giuste per farlo a livello tecnico: sotto questo aspetto la squadra è ai massimi livelli e non manca assolutamente nulla", spiega.

"Quindi, personalmente, non sono sorpreso dal modo in cui Martin sta guidando quest'anno, anche se, ad essere onesti, all'inizio della stagione non pensavo che saremmo stati in corsa per il titolo a tre gare dalla fine".

Per Martin, che in nove mesi è passato da un grande incompiuta alla possibilità di vincere un titolo, c'è dietro un grande lavoro, ma anche la determinazione del pilota.

Podio: ganador Jorge Martín, Pramac Racing, Gino Borsoi, tercero Johann Zarco, Pramac Racing

Photo by: Gold and Goose / Motorsport Images

Podio: ganador Jorge Martín, Pramac Racing, Gino Borsoi, tercero Johann Zarco, Pramac Racing

"Jorge si è evoluto molto, sia come pilota che come persona", afferma. "È chiaro che c'è un fattore importante che è la moto, dal primo momento in cui ci è salito, nei test di Valencia, ha detto che gli piaceva molto di più della 2022".

Tuttavia, non è stato l'unico fattore che ha portato a un anno così formidabile.

"Guardando alle stagioni precedenti, siamo giunti alla conclusione che Jorge doveva prepararsi più per le gare lunghe della domenica che per le Sprint o le qualifiche del sabato. È sempre stato un pilota molto esplosivo, questo è stato dimostrato, ma poi gli mancava qualcosa in gara: era molto veloce ma non portava a casa il risultato, gli mancava un po' di costanza e ne abbiamo parlato molto all'inizio dell'anno", ha spiegato l'italiano.

"L'idea era di non concentrarsi tanto sulle qualifiche, ma di prepararsi meglio per la gara. E così è stato, a poco a poco è migliorato ed è stato molto più costante in gara. Una volta raggiunto questo obiettivo, siamo tornati a lavorare per essere forti il sabato". E il risultato non potrebbe essere più evidente: Martin ha conquistato quattro pole position e vinto cinque Sprint negli ultimi sei Gran Premi (in Australia non è stata disputata).

"L'intenzione era quella di trovare un equilibrio tra ciò che era già in grado di fare il sabato e di farlo anche la domenica. Ma poi questo deve essere portato avanti e Jorge ha la velocità e la capacità di farlo, come sta dimostrando".

"Stiamo facendo qualcosa che, si può dire, era impensabile all'inizio dell'anno. Qualsiasi cosa accada alla fine, sarà stata una grande stagione, quindi personalmente penso che la pressione sia su Pecco Bagnaia. Campione del mondo, team ufficiale, deve continuare a dimostrare di essere il migliore. Penso che stiamo mettendo più pressione a lui e alla Ducati di quanta ne mettano loro a noi", ha detto.

Il costruttore italiano mantiene una posizione di libertà nei confronti dei suoi team satellite, nonostante il fatto che, come potrebbe accadere quest'anno, possano finire per batterlo.

"Ne abbiamo parlato e non vedo perché cambierà, sono sicuro che tutto continuerà come è stato, quindi non sono preoccupato", ha detto Borsoi, che respinge gli ordini di scuderia di Borgo Panigale. "Non vedo perché dovrebbero esserci ordini di scuderia, sono due team Ducati, Jorge è un pilota ufficiale Ducati, non vedo il senso degli ordini di scuderia".

E conclude con un'argomentazione definitiva.

"Inoltre, ora è un Jorge 3.0 migliorato in ogni aspetto, anche sul bagnato, che era uno dei suoi punti deboli, ha la velocità. Se guardiamo alle ultime gare oserei dire che in questo momento Martin è il pilota più forte sulla griglia della MotoGP", ha concluso, convinto che questo sia il modo migliore per neutralizzare qualsiasi ordine di scuderia.

Gino Borsoi, director del equipo Pramac, Davide Tardozzi, director del equipo Ducati

Photo by: Gold and Goose / Motorsport Images

Gino Borsoi, director del equipo Pramac, Davide Tardozzi, director del equipo Ducati

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