Bagnaia: "Non ho ancora il diritto di far parlare di me più della Ducati"
Nonostante sia diventato solo il secondo pilota nella storia della Ducati a vincere il titolo della MotoGP, Pecco Bagnaia ritiene di dover fare ancora la differenza perché i complimenti si concentrino più su di lui che sulla moto che attualmente domina il campionato.
La scorsa stagione, dopo un inizio altalenante, Pecco Bagnaia ha raggiunto un risultato apparentemente impensabile, recuperando un deficit di 91 punti su Fabio Quartararo, leader della classifica per la maggior parte del tempo, per essere incoronato campione all'ultima tappa del calendario. A Valencia, il pilota di Chivasso ha riportato in Ducati il titolo che il marchio di Borgo Panigale non festeggiava da 15 anni, dal 2007, quando Casey Stoner colse di sorpresa l'intera griglia.
Com'era prevedibile, un'impresa come quella di Bagnaia gli ha procurato elogi da ogni parte, soprattutto se si considera che la sua rimonta ha riempito diverse statistiche nei libri dei record. Tra queste, le quattro vittorie che, tra Assen e il Giappone, gli hanno permesso di recuperare 61 punti sul leader.
Alle porte del terzo Gran Premio dell'anno (ad Austin), al quale arriva secondo in classifica, a nove punti da Marco Bezzecchi e con il numero #1 sul cupolino della sua Ducati, l'italiano accetta il ruolo di principale favorito per vincere nuovamente il titolo, ma sempre con umiltà.
Nel caso di Marc Marquez, chiunque venga interrogato sulla sua influenza sui numeri della Honda metterà in evidenza soprattutto il talento dello spagnolo. Allo stesso tempo, la maggior parte del paddock è d'accordo con l'analisi della Yamaha e di Quartararo sulla scorsa stagione, affermando che "El Diablo" ha avuto prestazioni ben superiori alla moto che ha guidato. Bagnaia, invece, ritiene che il Campionato del Mondo già presente nel suo curriculum non sia ancora un argomento abbastanza forte per mettere il suo nome al di sopra di quello della Demosedici.
"Non mi sono ancora guadagnato questo diritto. Se dimostrerò di essere sempre davanti con questa moto, di essere l'unico a vincere e di conquistare tre titoli di fila, allora si potrà parlare di Pecco", ha detto il campione in carica a Motorsport.com.
Dopo aver fatto il pieno di punti a Portimão, vincendo la Sprint ed anche la gara domenicale, l'Argentina non è andata altrettanto bene per Bagnaia, che è riuscito a conquistare solo quattro punti al sabato ed è caduto quando era secondo la domenica.
La buona forma della maggior parte dei piloti Ducati, che finora hanno conquistato nove dei 12 podi (75%), induce il leader del progetto della Casa bolognese a mantenere un profilo basso.
"Tutti i piloti Ducati vanno veloci. Prima di tutto perché sono molto bravi, e poi perché la nostra moto si adatta a molti stili di guida diversi", ha detto Pecco, che sa bene che andare veloci è una cosa, ma convertire quella velocità in vittorie è un'altra: "Andare veloci ed essere un campione sono due cose diverse. Per me, il titolo mi ha dato più tranquillità. Ora che ho vinto, so di poterlo fare".
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