Bagnaia: "In Moto2 avevo trovato un buon escamotage sulle buche, voglio provarlo in MotoGP"
Il debuttante della Ducati Pramac vuole provare ad adattare una soluzione che lo scorso anno lo aveva aiutato a vincere in Moto2. L'importante però è proseguire con il suo processo di crescita nella classe regina.
Foto di: Gold and Goose / Motorsport Images
Austin sulla carta non è una pista troppo adatta alla Ducati, ma questo non scoraggia Pecco Bagnaia, che è desideroso di proseguire il suo percorso di apprendimento in MotoGP anche sul tracciato texano. Una pista che in passato non gli era stata troppo amica, ad eccezione dell'anno passato, quando con la seconda vittoria stagionale aveva iniziato a consolidare la sua leadership nella corsa verso il titolo della Moto2.
"E' una pista che sicuramente non è troppo adatta alla Ducati, però non si può mai dire niente. Sappiamo che la moto è competitiva e che possiamo ambire ad un bel risultato. Per i miei obiettivi, la mia è una moto che va benissimo, perché dopo aver finito la gara in Argentina sappiamo la direzione in cui dobbiamo andare e ci stiamo arrivando piano piano" ha detto il pilota della Ducati Pramac.
"Qui non ero mai andato troppo forte, ma poi l'anno scorso ho vinto, quindi non si può mai dare niente per scontato. Bisogna capire quale sia l'aspetto migliore della moto da sfruttare qui, perché è un tracciato racchiude caratteristiche di molti altri" ha aggiunto.
Tra le altre cose, Pecco è convinto di avere una carta interessante da provare a giocare per affrontare le famigerate buche del Circuit of the Americas.
"L'anno scorso avevamo trovato un buon escamotage per non sentirle e proverò a portarmelo anche in MotoGP. L'anno scorso eravamo gli unici ad averlo interpretato in questo modo e ci aveva fatto fare un bel passo in avanti. E' una cosa che potrebbe essere interessante, vediamo un po' come va in MotoGP".
In una recente intervista, il suo capo tecnico Cristian Gabarrini gli ha fatto un grande complimento, spiegando che il campione in carica della Moto2 lo ha sorpreso per la sua capacità di archiviare immediatamente le cose che apprende e renderle subito parte del suo bagaglio tecnico.
"Sono sempre stato un pilota che magari parte da un po' più lontano, ma poi arriva sempre. E' stato così anche in Moto2. Quello che magari ci ha mandato un po' fuori strada è stato il test in Malesia, perché sono stato sempre davanti. Però dal test in Qatar ad oggi abbiamo fatto un passo avanti ogni volta, ma soprattutto quando arrivo a fare certi tempi, non torno più indietro e questo credo che sia buono. Quindi non credo che ci manchi ancora troppo per essere più costanti e competitivi anche sul passo" ha concluso.
Informazioni aggiuntive di Gustavo Roche
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