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Analisi

Analisi: l'ascesa della Honda dovrebbe preoccupare la Yamaha

Con il titolo ormai vicinissimo per Marc Marquez, la Yamaha ha bisogno di riflettere per capire cosa l'ha portata a perdere il campionato pur disponendo della moto più equilibrata.

Marc Marquez, Repsol Honda Team, Valentino Rossi, Yamaha Factory Racing

Foto di: Gold and Goose / Motorsport Images

Massimo Meregalli, Yamaha Factory Racing Team Director
Jorge Lorenzo, Yamaha Factory Racing
Jorge Lorenzo, Yamaha Factory Racing
Jorge Lorenzo, Yamaha Factory Racing
Jorge Lorenzo, Yamaha Factory Racing, Valentino Rossi, Yamaha Factory Racing
Il vincitore della gara Marc Marquez, Repsol Honda Team
Podio: il vincitore della gara Marc Marquez, Repsol Honda Team, il secondo classificato Jorge Lorenz
Jorge Lorenzo, Yamaha Factory Racing, Valentino Rossi, Yamaha Factory Racing
Jorge Lorenzo, Yamaha Factory Racing, Valentino Rossi, Yamaha Factory Racing
Marc Marquez, Repsol Honda Team
Valentino Rossi, Yamaha Factory Racing
Jorge Lorenzo, Yamaha Factory Racing, Valentino Rossi, Yamaha Factory Racing

L'evoluzione della stagione pone una statistica significativa sul tavolo: la Yamaha ha vinto cinque delle prime sette gare, ma non si è più ripetuta da allora.

La vittoria di Valentino Rossi a Barcellona (5 giugno), le moto della Casa giapponese non sono più salite sul gradino più alto del podio. D'altra parte, la Honda, che aveva ottenuto solo due vittorie fino ad allora, entrambe con Marc Marquez (Argentina ed Austin), ha vinto cinque volte, ed anche la Ducati (Austria) e la Suzuki (Silverstone) lo hanno fatto una volta a testa.

Per quanto la Yamaha cerchi di mostrare serenità, Rossi è stato molto chiaro lo scorso fine settimana ad Aragon. L'italiano considera il titolo perso da qualche tempo, ma è anche preoccupato per l'anno prossimo date le prestazioni della moto.

"Siamo un po' preoccupati e dobbiamo cercare di fare qualcosa in più perché nelle ultime gare. E' molto difficile migliorare nelle ultime quattro gare, ma si possono mettere le basi per fare uno step l'anno prossimo" ha detto il "Dottore" a Motorland, dove ha chiuso terzo.

Il suo compagno di squadra Jorge Lorenzo ha indicato l'elettronica come radice del problema, qualcosa di paradossale tenendo presente che all'inizio di marzo, tutti sapevano che il produttore di Iwata era quello che si era adattato meglio al software unico.

"La Yamaha si era adattata molto bene alla nuova elettronica, meglio di Suzuki ed Honda, ma poi probabilmente ci siamo bloccati più di loro" ha detto il campione del mondo in carica, che diventerà un pilota Ducati dopo l'ultima gara della stagione a Valencia.

Il coordinatore Massimo Meregalli sta facendo il possibile per ridurre al minimo il crollo della sua squadra. Recentemente ha detto che la nuova moto non vedrà la luce del giorno fino a novembre e che avrà diversi aggiornamenti importanti. La Honda, nel frattempo, ha già testato due volte il prototipo 2017, con un motore rinnovato, che per ora ha soddisfatto i piloti.

Sebbene Meregalli tenti di rivitalizzare la situazione, nessuno nel paddock dubita sul fatto che la Yamaha abbia perso un'occasione d'oro per garantirsi un altro titolo, visti i problemi che avevano i suoi avversari all'inizio dell'anno, soprattutto considerando che la squadra aveva fatto il grande slam nel 2015 (titolo piloti, team e costruttori). Ora, con quattro gare rimanenti, la Honda conduce in tutte e tre le classifiche.

Come è potuto succedere? La risposta è legata a diversi fattori combinati tra loro. Da un lato, la Honda ha Maruqez, un genio di 23 anni che, oltre ad avere un talento incredibile e non avere paura di nulla, ora ha imparato come giocare le sue carte al meglio, attaccando quando può vincere e giocando in difesa quando invece non è in grado di farlo.

A livello tecnico, la Honda ha fatto molti progressi con l'elettronica, che inizialmente gli aveva dato parecchi problemi. E poi c'è un terzo elemento, che può essere passato inosservato, ma è molto importante: gli pneumatici che sembravano essere su misura per Lorenzo durante la pre-stagione, ora sono diventati la sua kryptonite.

Dopo lo spavento di Scott Redding in Argentina, quando il suo pneumatico posteriore si è delaminato ad alta velocità, la Michelin ha implementato un piano di emergenza per evitare che questa situazione potesse ripetersi, cambiando le costruzioni delle sue gomme. Alcuni hanno sofferto più di altri e lo spagnolo è uno di quelli che ne sono venuti fuori peggio.

Con i nuovi pneumatici, la velocità in curva, una delle sue principali virtù, è stata compromessa, soprattutto data la mancanza di stabilità e di feeling in entrata di curva.

Nonostante abbia visto perdere valore ad una delle sue migliori qualità, il #99 è ancora in lotta per il secondo posto con Rossi, e anche se nessuno in Yamaha vuole ammetterlo, anche questo è qualcosa che preoccupa. Meregalli può insistere che non ci sono motivi per preoccuparsi, ma non ce ne sono neppure troppi per rimanere calmi.

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