Analisi: ecco perché Marquez ha battuto i suoi rivali in Germania
La vittoria ottenuta contro ogni probabilità da Marc Marquez in Germania è stata resa possibile dalla grande preparazione pre-gara che lo spagnolo ha fatto a differenza dei suoi rivali.
Marc Marquez, Repsol Honda Team
Gold and Goose / Motorsport Images
La storia di come Marquez ha conquistato la vittoria in Germania è stata raccontata in maniera corale, dando la maggior parte dei meriti al pilota della Honda.
Ma allo stesso tempo, la natura di questo trionfo è il riflesso dell'atmosfera che c'è all'interno della squadra e di come questa contrasta con quella di altri team.
Marquez e Santi Hernandez, suo capo meccanico, preparano tutti i possibili scenari che possono sorgere in una gara dal meteo incerto come quella di domenica.
Il mezzo ai tanti parametri, avevano fatto anche i calcoli relativi al tempo che si perde per il cambio moto, stimandolo in 45 secondi.
La tabella di marcia è stata stabilita nella riunione prima della gara e tutto ha funzionato perfattamente, anche se pure la fortuna ha aiutato il numero 93.
Per far funzionare tutto, Marquez ha chiesto a Roger van d Borght, coordinatore HRC di lunga data, se poteva recarsi ad una delle curve finali per dargli un segnale quando fosse stato il momento di rientrare, senza che lo spagnolo dovesse arrivare fino al traguardo.
Il belga ha accettato l'incarico con molto entusiasmo, per essere parte di una strategia che ha finito per essere vincente senza intoppi.
Dopo essere sceso dal podio, Marquez ha riservato parecchi elogi a tutti i membri della sua squadra, qualcosa che ha fatto più di una volta. Anche nei giorni peggiori, il pilota spagnolo non ha mai criticato i suoi, come invece hanno fatto alcuni rivali in Germania.
Il più critico è stato Dani Pedrosa, suo compagno di squadra, che aveva detto di aver dovuto attendere tre giri prima che la sua moto si mettesse in moto, cosa che poi è stata negata dalla squadra.
E' ovvio che l'atmosfera in quel lato del box non ha nulla a che fare con l'altro, ma anche la HRC ha considerato questa critica piuttosto sleale.
Il caso di Lorenzo non è stato lo stesso, ma simile. Il pilota spagnolo lascerà la Yamaha l'anno prossimo per andare alla Ducati e solo Juan Llansa, suo meccanico di fiducia, lo seguirà.
Dopo aver terminato 15esimo, a più di un minuto dal vincitore, Lorenzo ha inviato un messaggio chiaro.
"Oggi ho imparato che probabilmente non preparare bene la gara in termini di strategia si paga. Non abbiamo avuto alcuna riunione pre-gara, come invece avremmo dovuto fare, e quando sono ripartito con la seconda moto aveva le gomme intermedie" ha detto il campione del mondo.
Poi c'è Rossi, che ha ignorato le istruzioni del muretto che gli chiedeva di rientrare per cambiare moto e che in questo modo ha visto sfumare tutte le possibilità di un podio.
Contrariamente ai casi precedenti, il "Dottore" ha minimizzato l'influenza della sua squadra nel suo ottavo posto finale, sottolineando invece la mancanza di competitività della Yamaha su una pista bagnata.
"Rientrare due o tre giri prima non avrebbe cambiato molto" ha dichiarato Valentino.
E' ovvio che la pianificazione e la coesione presente nel box di Marquez ha girato a suo favore questa volta.
Allo stesso tempo, la mancanza di comprensione ed i conflitti di cui hanno sofferto i suoi rivali hanno segnato i loro destini al Sachsenring.
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