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Agostini: "Vale ha vinto per 20 anni, ma ora si parla di Marquez"

Nell'intervista al Corriere della Sera il campione del mondo 15 volte ricorda il suo ritiro: "Ho pianto per due giorni. Mi svegliavo di notte, sudato. Mi sognavo di correre ancora, ma era giunto il mio tempo". Rossi? "Nessuno ha il diritto di dirgli cosa deve fare, solo lui sa...".

Giacomo Agostini

Giacomo Agostini

Gold and Goose / Motorsport Images

“Tutti gli sportivi lo sanno. Il momento di ritirarsi arriva per tutti”. Giacomo Agostini, 15 titoli mondiali ne ha parlato con Paolo Lorenzi sulle colonne del Corriere della Sera.

L’intervista di Motorsport.com a Lin Jarvis, managing director della Yamaha, ha lasciato il segno: “La Yamaha e la MotoGP sono pronti per il ritiro di Rossi. Lui non rappresenta più il nostro futuro”.

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Valentino Rossi è in vacanza e tace. Papà Graziano ha preso ieri la parola sulla Gazzetta Sportiva, ma contava più quello che non ha detto di quello che ha dichiarato. E ora il tema scottante lo tocca Agostini…
“Io ho pianto per due giorni. Mi svegliavo di notte, sudato. Mi sognavo di correre ancora, ma dentro di me sapevo di aver compiuto il passo giusto. Come l’ho capito? Quando certi risultati non erano più raggiungibili. Potevo vincere ancora, ma sapevo che qualcosa ormai era cambiato”.

 


Sarà così anche per il Dottore?
“Non posso dirlo io. Valentino è ancora capace di ottime prestazioni. Nessuno ha il diritto di dirgli cosa deve fare. Ma nessuno meglio di lui può analizzare la situazione che sta vivendo. Quando lottavo per il secondo o terzo posto e la vittoria sfuggiva, ho capito da solo che stava arrivando il giorno della resa”.

La MotoGP avrà dei contraccolpi dall’eventuale stop di Valentino?
“All’inizio ne risentiremo. È stato così anche per Muhammad Ali, per Maradona, per Eddy Merckx. Tutti loro hanno lasciato un vuoto perché il grande pubblico ama chi dura nel tempo e ogni volta accetta il confronto, sapendo di poterlo vincere ancora. Rossi ha vinto per oltre vent’anni, ma all’estero si parla sempre più di Marquez. Perché il destino dei grandi è di essere battuti. Prima o poi arriva qualcuno più bravo di te”.

 

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