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Ducati in MotoE: un azzardo che può diventare la svolta dell'elettrico

La scelta della Ducati di impegnarsi come fornitore della Coppa del Mondo elettrica ha stupito, ma è un segnale che può dare sicuramente linfa ad un settore che soprattutto fra le moto fatica a decollare. Se però apre la strada la regina delle supersportive e magari buca il cuore dei ducatisti, allora...

Sketch Ducati MotoE

Foto di: Ducati Corse

Ducatista è una parola semplice, ma racchiude in sé un significato molto profondo. Se ci si limitasse ad una definizione da dizionario, sarebbe fin troppo semplice classificarlo come proprietario di una moto Ducati o tifoso del marchio di Borgo Panigale in MotoGP o in Superbike.

Il concetto di ducatista è un qualcosa che va oltre a questo, per certi versi è quasi una scelta di vita. Un possessore di una Ducati è fiero di avere una moto che non è stata pensata per fare grandi numeri (anche se le vendite del marchio bolognese sono sempre eccellenti se rapportati alle dimensioni della fabbrica), ma concepita come un qualcosa di esclusivo e molto legato alla tradizione.

Ecco, proprio la tradizione è sempre stata uno dei fattori a cui i ducatisti sono rimasti sempre molto attaccati, al punto da essere stati additati di essere addirittura integralisti in certe occasioni. Ducati però è un marchio che ha legato il proprio nome a doppio filo alle corse. E le corse sono un laboratorio di evoluzione.

Loris Capirossi, Ducati Team

Loris Capirossi, Ducati Team

Photo by: Gold and Goose / Motorsport Images

In MotoGP, per esempio, l'avventura era iniziata con un telaio a traliccio, noto marchio di fabbrica Ducati, ma poi c'era stata la clamorosa evoluzione pensata dall'ingegner Filippo Preziosi con l'introduzione del concetto del motore portante, accantonata però per fare spazio ad un telaio più tradizionale per la categoria durante la disastrosa era di Valentino Rossi. Sotto alle carene però non si è mai rinunciato alla distribuzione desmodromica, che continua a rendere i propulsori della Rossa un punto di riferimento.

Il cambiamento più duro da digerire per i ducatisti è arrivato dalla Superbike. Dopo tanti anni ad inseguire, a Borgo Panigale hanno dato vita ad una svolta epocale e nel 2019 è stato accantonato lo storico motore bicilindrico per fare spazio al primo propulsore V4 montato da una Rossa nella categoria, realizzato partendo dalla base di quello della MotoGP. Una scelta che all'inizio ha fatto storcere il naso a tanti, ma che poi ha finito per dare vita ad una delle moto più ammirate, se non la più ammirata in assoluto nel panorama delle supersportive, la Panigale V4 R.

La Ducati Panigale V4R di Alvaro Bautista, Aruba.it Racing-Ducati Team

La Ducati Panigale V4R di Alvaro Bautista, Aruba.it Racing-Ducati Team

Photo by: Gold and Goose / Motorsport Images

Ciò che è stato annunciato giovedì scorso a Misano è addirittura un qualcosa di ancora più radicale. Ducati ha raggiunto un accordo di quattro anni con Dorna per diventare il fornitore unico della MotoE a partire dal 2023. Un grande colpo per la categoria, che vede finalmente l'opportunità di legare l'elettrico ad un brand che è noto soprattutto per la grande sportività delle sue creature. Dall'altra parte, però, c'è da scommettere che per quei ducatisti più integralisti deve essere stato un vero e proprio colpo al cuore sentire l'amministratore delegato Claudio Domenicali parlare di questo progetto con grande entusiasmo.

Per la Coppa del Mondo elettrica si tratta sicuramente di una pietra miliare importante, che le potrebbe permettere di provare ad uscire dalla dimensione di Cenerentola del paddock (anzi, in certe situazioni non ha neanche spazio al suo interno). Con tutto il rispetto, è un salto avanti enorme rispetto ad Energica, piccola azienda modenese che ha iniziato a realizzare moto elettriche nel 2014, ma che alle spalle non ha sicuramente il potenziale di Ducati. Non a caso, in questi primi tre anni della serie, se le prestazioni sono migliorate è stato soprattutto per l'evoluzione costante degli pneumatici Michelin.

In questo senso, Carmelo Ezpeleta non avrebbe potuto scegliere un marchio migliore a cui legarsi. Da quando Gigi Dall'Igna si è vestito di rosso nel 2014, non c'è dubbio che Ducati sia diventata anche sinonimo di innovazione nella classe regina. E' stata la prima a spingere sul concetto di aerodinamica. Nel 2019 ricorderete sicuramente la querelle legata alla cucchiaio, che poi ha fatto scuola, o la successiva introduzione dell'abbassatore posteriore per la partenza, con annessa l'estremizzazione del concetto che ha permesso di cominciare ad utilizzarlo anche con la moto in movimento. Soluzioni che la concorrenza è stata obbligata a copiare per reggere il passo.

Non a caso, Domenicali ha messo subito in chiaro che l'approccio di Ducati vuole essere mirato ad innovare, senza lasciare troppi dubbi sul primo aspetto su cui si dovrà lavorare: "Continueremo a fare quello che abbiamo sempre fatto, ma in un modo nuovo. Non c'è niente di meglio delle corse per fare esperienza e test. Come in MotoGP, dove il nostro motore è uno dei migliori, vogliamo che sia così anche in MotoE. In questa categoria il problema principale è il peso, quindi vogliamo fare una moto il più leggera possibile".

Claudio Domenicali, CEO Ducati Motor Holding, Carmelo Ezpeleta, CEO Dorna Sports

Claudio Domenicali, CEO Ducati Motor Holding, Carmelo Ezpeleta, CEO Dorna Sports

Photo by: Dorna

Per le batterie, che sono l'elemento che più di tutti incide sul peso, si potrà avvalere dell'esperienza maturata nel mondo delle quattro ruote da colossi come Porsche ed Audi, essendo parte dello stesso gruppo. Entrambi questi brand hanno avuto esperienze pluriennali in Formula E, anche se il marchio di Ingolstadt è tra quelli che hanno annuciato il loro addio proprio nel 2021, insieme a BMW e Mercedes. Forse è ancora presto per parlarne, ma con la gestione che ha fatto fin qui della MotoE, Ezpeleta rischia di poter dare una bella lezione al visionario Alejandro Agag nel lungo termine.

La Formula E ha provato a creare qualcosa di diverso, staccandosi dal mondo della Formula 1 ed andando a correre nel cuore delle città, inventando però regolamenti cervellotici, che sembrano quasi più adatti ad un videogioco che ad una gara vera e propria. E l'altro errore probabilmente è stato coinvolgere troppo presto i costruttori, che poi però hanno iniziato a darsela a gambe levate quando hanno capito che gli anni passavano ma l'asticella non si alzava.

Per la MotoE invece Carmelo ha scelto la politica dei piccoli passi, provando a farla crescere in seno alla MotoGP e limitandosi ad accorciare la durata delle gare, per fare in modo che le moto avessero prestazioni dignitose anche su circuiti veri, girando pressapoco sui tempi delle Moto3. Se l'avvento di Ducati dovesse permettere di incrementare il potenziale dei mezzi e magari anche la durata delle corse, ecco che improvvisamente l'elettrico potrebbe diventare più digeribile anche per gli appassionati delle due ruote.

Dunque, farlo insieme ad un brand come Ducati potrebbe rappresentare una svolta più globale e non solo limitata alle corse. Solitamente, il motociclista insegue più le sensazioni di guida che reali necessità di mobilità. Non a caso, fino ad oggi si è parlato di elettrico principalmente per settori tipo quelli degli scooter, dei monopattini o delle E-bike. Mezzi pensati esclusivamente per spostarsi da un punto A ad un punto B.

Moto E

Moto E

Photo by: Gold and Goose / Motorsport Images

La moto è più un qualcosa di passionale, che si acquista per il gusto di guidarla, e il fatto che a decidere di lanciarsi in questa avventura sia un marchio che si rivolge ad una platea che probabilmente estremizza all'ennesima potenza questo concetto, potrebbe essere visto come un segnale di grande apertura del mondo delle due ruote verso un settore che ad oggi vive il suo handicap più grande proprio nel peso (oltre che nei tempi di ricarica, ma quello è un problema comune alle auto).

Domenicali non ha nascosto che l'obiettivo è quello di realizzare una versione stradale del prototipo che correrà in MotoE, anche se non se ne parlerà prima del 2025, più realisticamente entro il 2030. Se per allora uscire da un concessionario della Casa di Borgo Panigale in sella ad una moto elettrica non sarà più un'eresia anche per un ducatista DOC, allora la scommessa sarà veramente vinta su tutta la linea...

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