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Intervista

CEO Energica: "Se Ducati non fosse entrata in MotoE sarebbe stata miope"

Livia Cevolini, CEO di Energica, valuta il passaggio della sua azienda nella Coppa del Mondo MotoE e avverte delle difficoltà che dovrà affrontare Ducati, il costruttore che fornirà le moto a partire dal 2023.

Moto E

Foto di: Gold and Goose / Motorsport Images

La scorsa settimana, alla vigilia del Gran Premio dell’Emilia Romagna di MotoGP, Motorsport.com aveva anticipato la notizia che Ducati ha confermato un paio d’ore dopo: il costruttore di Borgo Panigale rileverà Energia come fornitore unico delle moto che correranno nella Coppa del Mondo MotoE, a partire dal 2023 e fino al 2026. Sono trascorsi alcuni giorni dalla notizia ed Energica, tramite il suo CEO Livia Cevolini, ci tiene a fare il suo bilancio dell’esperienza nel campionato, oltre a sottolineare le difficoltà che Ducati troverà quando arriverà.

Che bilancio fa dell’esperienza di questi tre anni in MotoE?
L’esperienza è stata assolutamente positiva in tutti gli aspetti. Siamo stati un trampolino di lancio, sia per noi ma soprattutto per il settore delle moto elettriche, in generale. È stata a prima volta che nomoi importanti come Dorna e MotoGP hanno scommesso sull’elettrico. Come tutti i progetti, ci sono cose che dovrebbero essere migliorate, ma il bilancio in generale è ottimo. In tre anni il campionato è cresciuto molto e tutte le parti coinvolte, dai piloti ai team, sono molto contente. Non è stato facile nemmeno per loro.

Avresti mai immaginati che le gare di MotoE arrivassero a offrire un livello di spettacolarità così alto?
Sono sempre stata positiva e ottimista, anche più della gente intorno a me. I miei tecnici sono umili, io ero tranquilla, loro no. Sapevo che potevano farcela perché sono bravissimi. Siamo un’azienda piccola che fa cose incredibili. Un’azienda che motiva gli altri, perché il mercato delle auto elettriche è molto più avanzato di quello delle moto. Non era una sfida facile, perché ci veniva chiesto di sviluppare veicoli il cui rendimento non crollasse. Abbiamo ridistribuito il personale, prendendo gente che era focalizzata sulle moto da strada e chiedendo loro di passare alle gare. Noi non avevamo né abbiamo un reparto corse. Tutto questo senza perdere di vista il prodotto per la strada.

Quali aspetti miglioreresti nella Coppa del Mondo?
Io sono una sognatrice e non sono mai soddisfatta. Se potessi chiedere qualcosa, chiederi che la MotoE diventasse la MotoGP elettrica, cosa che ancora non è avvenuta. È un campionato minore, ma io voglio questo. La MotoGP elettrica con l’attenzione che merita. Se aspiriamo alla parità nel mercato tra veicoli a benzina ed elettrici, dobbiamo agire di conseguenza e dare motivazione, con l’ingresso di costruttori diversi che creino la competizione, che poi è ciò che accelera lo sviluppo tecnologico. E con una comunicazione dello stesso livello.

Perché Energica non rinnova con Dorna?
Questa è stata una decisione consensuale al 100%. Entrambe le parti eravamo d’accordo sulla necessità di fare un cambiamento. Noi già da un anno guardavamo diverse opzioni, perché i progetti che stiamo portando a termine in altri mercati, come per esempio quello della Micro Mobility, richiedono tanto sforzo e molto impegno. Pensiamo di dover fare altre cose e non possiamo fare tutti. Abbiamo fatto nascere la MotoE e l’abbiamo fatta crescere; ora è giusto che lasciamo strada ad altri che prenderanno il nostro posto. Anche Dorna voleva rinnovare un po’ il volto di questo campionato.

Sketch Ducati MotoE

Sketch Ducati MotoE

Photo by: Ducati Corse

Hai parlato con Ducati?
Con Ducati ci conosciamo da molti anni e abbiamo un buon rapporto. Su questo aspetto della MoToE non abbiamo discusso perché loro volevano mantenerlo segreto. Penso che avremmo potuto aiutarli in qualcosa, ma nemmeno troppo. Non sarà facile per Ducati, perché fare una moto elettrica è molto diverso che produrne una a benzina. È giusto che seguano il loro percorso, anche se so che nella loro fabbrica hanno moto nostre che stanno studiando.

Sei rimasta sorpresa dal fatto che fosse Ducati a prendere questo ruolo, quando fino ad ora si era sempre mostrata restia di fronte ai limiti che ancora mostrano le batterie?
In realtà ho sempre pensato che a Ducati interessasse. Se non ci avesse provato si sarebbe dimostrata non di larghe vedute. Speravo che lavorasse anche nell’ambito elettrico, perché questa è la strada da seguire, è inutile dire il contrario. È vero che le dichiarazioni di Domenicali [CEO di Ducati] non sono state sempre favorevoli, ma è un po’ il suo DNA: dire una cosa per poi fare il contrario. La sfida che si presenta è grandiosa. Non è facile raggiungere il livello di affidabilità richiesto e che tutte le moto abbiano lo stesso rendimento. Questo è ciò che chiede il mercato: che le grandi marche vengano coinvolte. Il vantaggio è che noi saremo sempre un passo avanti rispetto a Ducati, per i dieci anni di esperienza che abbiamo.

Non ti fa un po’ paura lasciare le gare nel momento in cui hanno raggiunto il culmine dell’interesse?
Ciò che maggiormente mi fa paura è avere paura. Voglio che facciamo altre cose. Noi abbiamo sempre provato percorsi diversi, inesplorati fino a quel momento. Siamo un’azienda che cresce, se restiamo fermi siamo morti. Dobbiamo essere i primi a portare a termine qualcosa di nuovo, ciò che mi mette paura è rimanere nella nostra zona di comfort.

Quale elemento sviluppato in questi tre anni sulle piste ha avuto un maggiore impatto sulle moto stradali?
L’innovazione più importante è stata senza dubbio la batteria. Questo è il motivo principale per cui abbiamo deciso di entrare nel mondo delle gare. Anche la visibilità, ma con l’idea che la tecnologia applicata potesse applicarsi e poi essere venduta ai nostri clienti. Le gare devono avere due finalità: marketing e sviluppo della tecnologia che arriverà su strada. Questa nuova batteria offriva un 50% in più di prestazioni rispetto al modello precedente e questo implica un’innovazione incredibile. Tutto questo lo abbiamo tirato fuori da un banco di prova così importante come quello delle gare.

Che impatto ha avuto in termini economici l’avventura in MotoE?
Non troppo, a dire la verità. Quello che la MotoE ha fatto è stato dare credibilità al mercato delle moto elettriche. Tutto il mercato è cresciuto, ma noi abbiamo rilevato un fenomeno di causa-effetto nelle vendite. Queste crescono ogni anno, ma questo indipendentemente dalla MotoE. Evidentemente, tutto aiuta, ma non è come con i veicoli a benzina. Soprattutto, negli Stati Uniti, la celebrazione di un grande eventi fa aumentare immediatamente le vendite della marca che vince. Nel nostro caso, chi me trae beneficio è il mercato su scala globale.

Partenza, Eric Granado, One Energy Racing leads

Partenza, Eric Granado, One Energy Racing leads

Photo by: Gold and Goose / Motorsport Images

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