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Pedro Acosta: faccia da bambino, ma talento da grande

Il rookie della Red Bull KTM Ajo è il volto nuovo del Motomondiale, dopo che nel GP di Doha ha stupito tutti vincendo dopo aver preso il via dalla pitlane. Andiamo a scoprire insieme il nuovo talento del motociclismo spagnolo.

Pedro Acosta, Red Bull KTM Ajo

Foto di: Gold and Goose / Motorsport Images

Durante l'inverno ci si è interrogati molto sul livello dello schieramento di partenza della Moto3 2021. I primi cinque classificati dello scorso campionato hanno fatto tutti quanti il salto verso la Moto2, ma c'era grande attesa per una nidiata di giovani piloti spagnoli indicati come molto promettenti.

E uno di questi ha già dimostrato che queste aspettative erano ben riposte, perché dopo le prime due gare disputate in Qatar, Pedro Acosta è il leader della classifica iridata. Ma non è tanto questo ad aver fatto scalpore, quanto il modo in cui il talento della Red Bull KTM Ajo sia riuscito in questa impresa.

Dopo aver ben impressionato nei test invernali, al debutto in un weekend di gara, è stato il più veloce nella prima sessione di prove libere. Impresa che non era riuscita neanche a leggende delle due ruote come Valentino Rossi e Marc Marquez, che alla prima apparizione sulla scena Mondiale non fecero meglio dell'11esimo e del 33esimo tempo.

La vera prova di maturità è arrivata però in gara, quando il pilota di Puerto de Mazarron (Murcia) è stato capace di battagliare per la vittoria fino alla bandiera a scacchi, inchinandosi solo in volata al compagno di squadra Jaume Masia, che rispetto a lui vanta decisamente più esperienza, essendo alla sua quarta stagione completa in Moto3.

Pedro Acosta, Red Bull KTM Ajo, Jaume Masia, Red Bull KTM Ajo

Pedro Acosta, Red Bull KTM Ajo, Jaume Masia, Red Bull KTM Ajo

Photo by: Gold and Goose / Motorsport Images

Il vero capolavoro però è quello che è riuscito a fare nella seconda gara della stagione, il Gran Premio di Doha, nel quale è stato costretto a prendere il via dalla pitlane a causa di un'irregolarità commessa nella FP1, quando era stato tra i sette piloti che avevano rallentato all'ultima curva facendo giochi di strategia.

In molti erano pronti a scommettere che il nutrito gruppetto di piloti che scattavano dalla pitlane avrebbe potuto ricongiungersi al gruppetto perché, oltre a Pedro, c'erano ragazzi esperti e veloci come Sergio Garcia, Romano Fenati e Dennis Foggia. Nessuno però probabilmente avrebbe scommesso che sarebbe stato proprio Acosta a riportarli tutti nel gruppetto di testa.

La cosa incredibile poi è che, una volta riagganciati, gli altri si sono in un certo senso "fermati", mentre Acosta ha continuato a scalare posizioni, arrivando clamorosamente a giocarsela all'ultimo giro e riuscendo a piegare nella volata un altro pilota decisamente più esperto di lui come Darryn Binder.

C'è anche chi era riusciuto a vincere all'esordio, come Can Oncu a Valencia nel 2018, ma la sensazione è che in questo caso siamo di fronte a qualcosa di totalmente differente. Il turco, anche lui allora schierato dalla squadra di Aki Ajo, si era imposto sotto ad un vero e proprio diluvio e l'anno successivo non è più riuscito a ripetersi.

Acosta invece lo ha fatto in condizioni "normali", se vogliamo chiamare così quelle del Qatar, dove si corre al tramonto. Fermandosi a guardare solamente come ha guidato ed il modo in cui ha saputo gestire la corsa, sembra veramente di avere a che fare con un veterano e non con un ragazzo che stava disputando solo la sua seconda corsa nel Mondiale.

Pedro Acosta, Red Bull KTM Ajo

Pedro Acosta, Red Bull KTM Ajo

Photo by: Gold and Goose / Motorsport Images

Cosa che invece è facile farsi tornare alla mente una volta che sfila il casco, perché compare una faccia più da bimbo che da ragazzo, con tanto di apparecchio ortodontico, che non dimostra neanche i suoi quasi 17 anni (lì compierà il 25 maggio). In questo viene semplice fare un raffronto con un altro che ha lasciato un segno indelebile nella storia delle due ruote e non ci vuole tanto per capire di chi stiamo parlando.

Alle prime uscite nel Mondiale, Marc Marquez sembrava davvero un bambino, guidava una KTM ed in pista si faceva valere. Ma, come detto, Acosta ha iniziato addirittura meglio perché il pilota di Cervera ci ha messo sei gare a salire sul podio e per vincere ha dovuto aspettare addirittura la sua terza stagione. Anche se va detto che Marc aveva poco più di 15 anni quando ha esordito nel Mondiale, quindi in un certo senso aveva già bruciato le tappe.

Proprio l'otto volte iridato è stato tra quelli che gli hanno lasciato un messaggio sulla sua bacheca social, ma non è stato il solo. Cosa che lo ha reso particolarmente orgoglioso: "Dopo la gara ho visto i messaggi di Marquez e quando è finita la Moto2 ho visto quelli di tutti i piloti delle categorie superiori. E' stato un grande sostegno. Quartararo, Vinales, gente come me che arriva dal basso e non ha avuto tutto da quando erano piccoli".

Acosta, infatti, è un ragazzo di origini umili e il soprannome "squalo" lo deve al padre, che di mestiere fa il pescatore. Tutto è iniziato con una piccola moto da cross, che il papà gli comprò quando aveva appena 5 anni, anche se la mamma non era troppo d'accordo all'idea di esporre il suo bambino ai rischi tipici del motorsport.

Lo sa bene Pedro, che nella sua seppur breve carriera ha già dovuto fare i conti con un paio di infortuni gravi, con tanto di interventi chirurgici, che però non hanno fatto venire meno la sua passione per le due ruote. Dopo aver mosso i primi passi in Spagna, nella Cuna de Campeones e nella PreMoto3, nel 2018 ha fatto il suo esordio in Moto3 nel CEV, disputando tre gare con un 13esimo posto ad Aragon come miglior risultato.

L'anno successivo ha partecipato alla Red Bull Rookies Cup, inchinandosi a Carlos Tatay, ma pagando l'assenza nelle prime due gare della stagione a Jerez, dovuta ad una commozione cerebrale rimediata in un incidente nelle qualifiche. Nel 2020, però, neppure una frattura ad una gamba è riuscito a fermarlo: con sei vittorie consecutive ad inizio stagione ha subito messo il suo marchio sul titolo. Inoltre, il suo impegno è stato doppio, perché ha disputato anche il CEV, chiudendo terzo.

Risultati che sono stati il trampolino di lancio per il salto nel Mondiale, con l'approdo in Red Bull KTM Ajo favorito dalla decisione di Raul Fernandez di anticipare il passaggio verso la Moto2. Questi sembrano poter essere solo i primi passi di una carriera brillante per Acosta, che curiosamente, nonostante la giovane età, si dichiara grande fan di Kevin Schwantz. Ora forse arriva la parte più difficile però: dopo un esordio così brillante, bisogna riuscire a confermarsi senza perdere la testa.

Pedro Acosta, Red Bull KTM Ajo

Pedro Acosta, Red Bull KTM Ajo

Photo by: Gold and Goose / Motorsport Images

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