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Intervista

Bulega: "Mondiale? Non lo dico, l'anno scorso non ha portato bene"

Il pilota dello Sky Racing Team VR46 sta ancora recuperando dalla frattura all'astragalo destro, ma punta forte su questa sua terza stagione in Moto3 per cercare di riscattare un 2017 che è stato al di sotto delle aspettative.

Presentazione Sky Racing Team VR46
Sky Racing Team VR46
Sky Racing Team VR46
Sky Racing Team VR46
Sky Racing Team VR46 launch atmosphere
Sky Racing Team VR46 launch atmosphere
Presentazione Sky Racing Team
Le moto dello Sky Racing team
Nicolo Bulega, Sky Racing Team VR46
Nicolo Bulega, Sky Racing Team VR46
Nicolo Bulega, Sky Racing Team VR46
Nicolo Bulega, Sky Racing Team VR46
Nicolo Bulega, Sky Racing Team VR46
Nicolo Bulega, Sky Racing Team VR46
Nicolo Bulega, Sky Racing Team VR46 crash

Il 2018 deve essere l'anno del riscatto per Nicolò Bulega. La scorsa stagione era cominciata con l'auspicio di lottare per il titolo iridato della Moto3, ma tra infortuni ed una KTM che ha reso al di sotto delle aspettative, il bilancio è stato deludente.

Al punto che il portacolori dello Sky Racing Team VR46 ha cambiato i suoi piani in corsa: per lui era già previsto l'approdo in classe Moto2 nel 2018, ma Nicolò ha preferito concedersi un altro anno in quella entrante per provare a lasciarla con i risultati importanti che ritiene alla sua portata.

Non sarà facile, perché il suo Mondiale inizierà in salita a causa della frattura dell'astragalo destro rimediata nell'ultima gara del 2017 a Valencia, che gli ha imposto un recupero più lungo del previsto e che gli impedirà di presentarsi in Qatar al top della forma fisica. Lui però sicuramente sembra intenzionato a provare a lottare al top.

A che punto sei con il recupero dall'infortunio di Valencia?
"Purtroppo non ho più avuto modo di guidare una moto dopo l'incidente. La preparazione fisica purtroppo non è così ottimale, perché l'astragalo è tra le ossa che ci mettono più tempo a guarire. Ancora non ho recuperato al 100% e faccio un po' di fatica a stare in carena, perché mi tira tutto dietro. Ho tolto le stampelle tre settimane fa, però adesso piano piano mi sto dando da fare, per cercare di arrivare in Qatar allenato e con il piede che non fa più male".

Dovendo dare una percentuale di recupero, come pensi di arrivare alla prima gara a Losail?
"Spero all'85%, perché comunque non basta solamente avere il piede che funziona. Non ho più potuto correre ed ho iniziato a fare pesi in palestra solamente un mesetto fa, quindi ho cominciato la preparazione un po' in ritardo rispetto agli altri. Ma sono convinto che arriverò un po' tardi, ma arriverò".

Con che spirito parti sapendo che non sei ancora al 100%?
"I primi test li prenderò come una prova del mio piede, del mio fisico, della squadra, perché comunque i miei tecnici sono cambiati. Sarà una prima prova del 2018, ma non lo prenderò sicuramente come un test in cui devo andare forte per forza".

Hai un nuovo compagno di squadra, il campione del CEV Dennis Foggia. Come la vivi?
"Sicuramente Dennis è un pilota forte e lo ha dimostrato, non solamente vincendo il CEV, ma anche con le sue wild card. Sono convinto che andrà molto forte, ma penso che oltre a lui ci saranno molti altri piloti competitivi, quindi non devo guardare solamente a lui".

E' una pressione o una motivazione avere un compagno di squadra così?
"Quando ho avuto piloti forti in squadra, mi sono sempre trovato meglio, perché è uno stimolo. E' sicuramente una cosa che ti aiuta a dare di più e a me piace".

Hai detto che non guidi da Valencia, ma hai avuto qualche feedback dagli altri piloti sul materiale nuovo della KTM?
"Poche cose, nel senso che non voglio chiedere più tanto, perché prima preferisco provare tutto sulla mia pelle per non farmi dare un giudizio sbagliato e per non farmi condizionare".

Secondo te quali sono gli aspetti su cui la KTM deve migliorare di più per dare fastidio con più regolarità alla Honda?
"Sicuramente eravamo molto svantaggiati a livello di ciclistica lo scorso anno rispetto alla Honda, perché loro riuscivano a consumare meno le gomme e a sfruttarle molto di più anche a fine gara. Questa è una cosa che ho un po' sofferto l'anno scorso perché in qualifica riuscivo ad andare forte, ho fatto una pole e delle prime file, poi in gara però io sono un po' pesante e stressavo anche un po' di più la gomma, quindi non riuscivo mai ad arrivare ai risultati che avrei sperato".

Al terzo anno nella categoria sei uno dei veterani: la parola Mondiale bisogna dirla?
"No, non la dico, perché l'anno scorso l'ho detta e non ha portato bene, quindi non dico più niente".

Ma cosa è mancato l'anno scorso?
"E' stato un insieme di cose, perché io sicuramente non ero al 100%. Mi sono fatto male alla schiena a Le Mans e poi anche a Valencia, anche se lì per fortuna ormai la stagione era finita. Ci sono stati degli infortuni, in più la Honda si è dimostrata più competitiva rispetto alla KTM. Però loro hanno lavorato tutto l'inverno, hanno capito quali erano i problemi, e sono fiducioso che abbiano fatto un buon lavoro".

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