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Lo stop forzato mette in pericolo Moto2 e Moto3

Mentre i grandi team in MotoGP riescono a resistere alle conseguenze dello stop forzato causato dall’emergenza coronavirus, l’inattività mette in serio pericolo la sopravvivenza di alcuni team Moto2 e Moto3.

Tetsuta Nagashima, Red Bull KTM Ajo

Tetsuta Nagashima, Red Bull KTM Ajo

Gold and Goose / Motorsport Images

“Sì, sono sincero. In questo momento non vedo come possiamo arrivare a correre l’ultima parte di stagione che si sta pianificando in questo momento”. Questa è la frase di uno dei coordinatori di uno dei team in Moto3, che parla al telefono con Motorsport.com e che per lagravità della situazione e per la sincerità delle sue parole preferisce non rivelare l’identità.

Le spese di un team in MotoGP è decisamente superiore a quelle di una squadra in Moto2, per non parlare della differenza che c’è con la Moto3. Allo stesso tempo, il rientro è maggiore, perché gran parte dell’attenzione si concentra sulle grandi squadre della classe regina.

Ad oggi, Dorna, promotore del Mondiale, ha fissato la data d’inizio del campionato per il 3 maggio, a Jerez. Tuttavia, l’evolversi della situazione porta a pensare che queste date non verranno rispettate e che la stagione, nelle migliori delle ipotesi, non inizierà fino a giugno. Carmelo Ezpeleta insiste sul fatto che l’idea è quella di mantenere il maggior numero di gare, anche se questo comporti concludere la stagione a Natale. Il problema è che, anche così, sembra difficile che si possano disputare le 19 gare che ancora mancano. 

“Siamo di fronte ad una situazione senza precedenti, in modo che nei prossimi giorni vedremo come si potrà risolvere insieme ai nostri sponsor”, spiega Paolo Ciabatti, Direttore Sportivo Ducati, a Motorsport.com.

“Nel nostro caso, i contratti che firmiamo non si basano sulla validità di un numero concreto di gran premi. Hanno effetto fintanto che partecipiamo al campionato. Per evidentemente è vitale sapere quando potremo iniziare a correre e quante gare si potranno disputare”, aggiunge Ciabatti.

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In MotoGP, la mancanza di azione causa problemi in ogni ambito, che i responsabili di numeri e sponsor dovranno risolvere. L’incidenza del dramma però è maggiore nelle classi inferiori, che evidentemente hanno molta meno esposizione mediatica. Questo, con meno gare da disputare, li mette al bordo del precipizio.

Il preventivo di una formazione di Moto2 (a due piloti) si muove in una forbica che va dai due milioni di euro ai due milioni e mezzo. In Moto3, le spese si aggirano sugli 800.000 euro (sempre a due piloti).

“Ad oggi si guarda ogni dettaglio. Bisogna tenere in conto che i costruttori vendono moto e che la loro principale fonte di guadgano è questa. Noi altri, spendiamo solo in modo che le nostre entrate si basino sugli sponsor”, spiega Dani Guardia, coordinatore del team Pons Racing. Da Dorna fanno sapere: “Dorna sta cercando delle formule per aiutarli, ma il problema è che in questo momento nemmeno noi generiamo ingressi”.

“A noi gli sponsor chiedono di pagare meno ed avere più esposizione, come è logico che sia. Ma il fatto è che ora, se ci sono meno gare, ci saranno team che non potranno arrivare alla fine. Gli sponsor dovranno ridurre le spese e noi dovremo fare le stesse gare. Inoltre, ancora non abbiamo potuto comprare i biglietti per nessuno perché non sappiamo come andranno le cose”, afferma un membro del paddock. Poi prosegue: “Inoltre, bisogna pensare che gli aiuti economici dell’organizzazione ai team sono le stesse sia se la gara è in Spagna o in Italia sia se saranno in un altro continente. Con il calendario attuale e due triplette a fine stagione, ci saranno team che rinunceranno”.

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