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Intervista

Marini esclusivo: "Fatico con il nuovo format, ma da qui in avanti possiamo fare la differenza"

A Jerez , Motorsport.com ha fatto una bella chiacchierata con il pilota dello Sky Racing Team VR46, che ci ha parlato dell'inizio della Moto2 2019, delle aspettative per le prossime gare, dell'Academy, ma non solo...

Luca Marini, Sky Racing Team VR46

Luca Marini, Sky Racing Team VR46

Gold and Goose / Motorsport Images

Luca Marini è considerato uno dei piloti candidati alla lotta al titolo della Moto2, ma l'avvio di stagione del pilota dello Sky Racing Team VR46 è stato un po' al di sotto delle aspettative. Tra una spalla operata nel corso dell'inverno che non è ancora al top ed un nuovo format a cui deve prendere ancora un po' le misure, dopo le prime quattro gare è settimo nel Mondiale, ma staccato di 40 punti dal leader Lorenzo Baldassarri e senza essere ancora riuscito a salire sul podio.

In ogni caso, Luca sembra convinto che sia solo questione di trovare i giusti automatismi anche con la nuova Kalex motorizzata Triumph e che poi tornerà protagonista proprio come lo era stato nella seconda parte del 2018. Ecco cosa ha raccontato a Motorsport.com in una lunga chiacchierata fatta lo scorso weekend a Jerez de la Frontera.

Hai fatto dei passi avanti con la spalla? Quando conti di arrivare al 100%?
"Ho fatto dei bei passi avanti dopo Austin. Quella è stata una gara tostissima, come ci aspettavamo, perché è la pista più difficile dell'anno. Dopo quella gara c'è voluta una settimana per recuperare, ma poi prima di arrivare a Jerez sono riuscito ad allenarmi bene e penso di essere arrivato ad un buon 85%. In un mese penso di poter stare bene al 100%, quindi diciamo che se va tutto secondo i piani, senza intoppi, dovrei essere a posto al Mugello".

Quest'anno sono cambiate parecchie cose in Moto2 ed è stato anche introdotto un nuovo format dei weekend, con le qualifiche in stile MotoGP. Come ti sei trovato per ora?
"Sinceramente, non molto bene. E' stato difficile, perché comunque ci hanno tolto tanti minuti di pista. Rispetto alla MotoGP noi non facciamo la FP4, quindi se passi diretto in Q2 torni in pista senza aver guidato per tre ore. Trovare la concentrazione per fare 15 minuti al meglio non è facile e devo ammettere che non sono stato molto brillante in qualifica, tranne che in Qatar dove ho fatto quarto, quando invece avrei potuto fare dei gran tempi".

In gara hai sempre dato la sensazione di avere un ritmo migliore rispetto alla tua posizione di partenza, quindi di poter fare qualcosa in più partendo più avanti...
"E' stato un inizio di stagione in cui non è andato tutto nella direzione giusta, però credo che abbiamo lavorato bene. Stiamo facendo il massimo e sono sicuro che i risultati arriveranno quando sarà il momento".

Un'altra novità importante in questa stagione è l'arrivo del motore Triumph: ti piace o preferivi il vecchio motore Honda con cui era diventato molto competitivo nella seconda metà del 2018?
"Alla fine dell'anno scorso andavo molto forte e avevo trovato un ottimo feeling con la moto, quindi da un certo punto di vista mi è dispiaciuto lasciarla, ma è stato un buon cambiamento. Il nuovo motore funziona molto bene e sicuramente ha ancora molti margini di miglioramento, però rappresenta un salto di qualità che ci voleva per la Moto2. Le moto si guidano molto bene e la nuova Kalex è molto facile, infatti vanno forte tantissimi piloti. Ora che si corre sulle piste europee e il campionato entra nel vivo, bisognerà cercare di fare quello step che ci manca per lottare per la vittoria in tutte le gare. Penso che da qui in avanti si possa fare la differenza".

Tuo fratello Valentino e Marc Marquez hanno detto entrambi che ritengono che questa nuova Moto2 può essere più adatta a preparare il salto verso la MotoGP. E' un discorso che condividi?
"Assolutamente, la penso così anche io. E' una moto che ti porta a fare delle linee leggermente diverse rispetto all'anno scorso, perché avendo più potenza devi cercare di tirarla su il prima possibile per sfruttare tutti i cavalli. Ti prepara meglio alla MotoGP in questo, ma anche perché dentro al box c'è da lavorare di più: c'è una componente di elettronica che ti porta via un po' di tempo, ma è molto importante. E' fondamentale abituarsi anche a questo tipo di lavoro in vista di un salto verso la MotoGP, dove l'elettronica ormai è un qualcosa di fondamentale. Noi cerchiamo di perfezionarlo al massimo, perché abbiamo ancora tante cose da provare e da capire per definire un metodo di lavoro più rapido".

Quanto pesa il lavoro sull'elettronica in questa Moto2?
"Dalla mia esperienza, in gara può avere un certo valore, ma durante il weekend devi essere molto bravo a non sbagliare strada. Non ti dà qualcosa in più, ma se prendi la strada sbagliata invece potresti perdere tanto, quindi è una parte fondamentale se vuoi arrivare alla gara competitivo e fare un bel risultato, ma non incide tanto come in MotoGP. Diciamo che in Moto2 siamo ancora molto alle basi dell'elettronica".

Pesa sulla gara nel senso che ti può aiutare ad avere una migliore gestione della gomma?
"Sì, esatto. Noi cerchiamo di lavorare in quest'ottica e mi trovo molto bene, perché quando cala la gomma hai la possibilità di modificare anche qualcosa della moto che ti possa aiutare, senza affidarti esclusivamente ad adattare il tuo stile di guida".

Ti saresti aspettato una KTM così in difficoltà in questa parte della stagione?
"No, per niente. Pensavo che, ripartendo tutto da zero, loro avessero dei mezzi anche economici molto più importanti rispetto alla Kalex. Ero sicuro che anche la Kalex avrebbe fatto un ottimo lavoro, perché sono molto bravi ed hanno la mentalità giusta, ma mi aspettavo di più dalla KTM. Magari loro si sono ritrovati a sviluppare la moto senza Oliveira, che era molto bravo a farlo l'anno scorso, e anche perché Binder ha uno stile di guida molto particolare. Lui va fortissimo, ma secondo me gli altri piloti fanno fatica a guidare come lui. Forse ha cercato di svilupparsi una moto che va bene per se stesso e gli altri fanno un po' più fatica, ma adesso che si torna in Europa andranno sicuramente forte. Credo che le prime gare siano state solamente degli incidenti di percorso per loro. La KTM c'è e sono convinto che verrà fuori. Sono una casa talmente grande e talmente forte, che sono sicuro che torneranno subito a lottare per la vittoria".

Per una KTM che ha faticato, nelle prime gare sono venuti fuori dei piloti che forse si aspettavano in pochi come Gardner o Navarro...
"Mi sembra che quest'anno il livello della Moto2 sia molto alto, con tanti piloti che vanno forte perché hanno raggiunto la maturità giusta per farlo. Navarro l'ho sempre ritenuto un pilota velocissimo, c'è però da dire che Austin per esempio è la pista migliore per la Speed Up. Un po' ce lo aspettavamo che potesse andare forte lì, ma vediamo un po' come andrà nelle prossime gare, perché non è una moto semplice. Per quanto riguarda gli altri, non mi sorprende nessuno, perché sono tutti piloti del Motomondiale, quindi sono molto forti. Ma quelli che lotteranno per il Mondiale si vedranno più avanti".

Facendo un passo indietro alla KTM, tu sei amico di Pasini che ci ha corso a Jerez: proverai a farti raccontare qualcosa della moto dei rivali?
"Ti dico la verità, non mi interessa. Noi dobbiamo pensare a lavorare con la nostra moto. Con gli uomini della Kalex sono convinto che possiamo fare un grande lavoro. Spero solo che Paso non li abbia aiutati troppo a mettere a posto la KTM (ride). Se fanno un altro paio di gare più indietro rispetto a noi è meglio!".

Com'è la lotta in pista con gli altri ragazzi della VR46 Riders Academy?
"E' una bella battaglia e io sono contento se ci sono molti italiani davanti. Tifo per lo sport italiano e preferisco che vinca uno dei nostri piuttosto che un pilota di un'altra nazionalità. Poi avere la possibilità di allenarsi insieme, al Ranch, in palestra o quando andiamo a girare con le moto, è sicuramente un grande stimolo. E' un qualcosa che ti può far fare la differenza anche negli allenamenti".

Baldassarri ha vinto le prime tre gare e di fatto siete rivali perché puntate entrambi al titolo: può capitare di darvi qualche consiglio magari o quello è un po' troppo oltre?
"Abbiamo un ottimo rapporto, parliamo tanto e andiamo a cena insieme. Ma quando siamo tutti insieme con gli altri ragazzi dell'Academy parliamo meno delle moto. Cerchiamo di staccare un po' la spina, perché alla fine siamo sempre noi e ci vediamo tutti i giorni, quindi quando siamo fuori parliamo anche di altre cose. Capitano delle volte che si riparla delle gare, soprattutto il lunedì dopo il weekend, che ci confrontiamo e ci diamo dei consigli a vicenda. E penso che questa sia una bella cosa".

Ora però non scappi: di cosa parlano i ragazzi della VR46 Riders Academy quando non parlano delle moto?
"Di qualsiasi cosa che ci possa far staccare un po' la spina. Parliamo degli altri sport, soprattutto di calcio in questo periodo, visto che c'è la fase ad eliminazione della Champions League".

Tifate tutti più o meno per le stesse squadre o si creano delle belle rivalità?
"No no, ci sono delle belle rivalità, forse ancora di più che sulle moto, soprattutto contro gli juventini (ride). Io, per esempio, tifo per la Roma perché mi è stato trasmesso da mio padre. Poi c'è stato Totti e comunque è sempre una squadra che ha fatto divertire".

Oltre al calcio c'è qualche altro sport che segui con interesse?
"Io li seguo tutti, mi piacciono quasi tutti. Per fare un esempio, negli ultimi giorni ho seguito anche il Long Drive World Championship: praticamente funziona così, vince chi riesce a fare il tiro più lungo con il Drive, la mazza da golf che solitamente si usa per fare il primo tiro. Ammetto che non sapevo che esistesse, ma l'ho visto in televisione e mi ha incuriosito. Guardo tanto anche l'NBA con Morbidelli, ma lui è più appassionato. Comunque in generale mi piace molto seguire anche gli sport che non conosco, perché mi diverte cercare di capire come funzionano".

Ti piacciono anche i videogiochi?
"Ultimamente ho un po' meno tempo, ma sono un grande appassionato. Però a MotoGP ci gioco poco, perché quando corri in moto e provi una simulazione, non è la stessa cosa. La sensazione è davvero diversa. Magari anche a chi corre in macchina non piace troppo usare questo tipo di simulazioni. Quando sali su una moto provi certe emozioni e poi rimani un po' con il rammarico se non riesci a ritrovarle giocando. Per questo mi piacciono gli sparatuttto, i giochi d'avventura e questo tipo di cose".

Diversi piloti di moto, compreso tuo fratello, si divertono anche a correre in macchina. E' una cosa che piacerebbe fare anche a te?
"Mi piace correre in macchina ed ho avuto la fortuna di fare il Monza Rally Show due anni fa, ma l'anno scorso l'ho dovuto saltare per operarmi alla spalla. Ho avuto anche l'opportunità di provare una Ferrari GT3 a Misano e mi sono divertito tantissimo anche con quella. Alla fine, la pista, che siano due o quattro ruote è sempre bellissima. Poi non me la cavo neanche male".

L'anno scorso in Malesia hai fatto la tua prima vittoria nel Mondiale e mi ha colpito in particolare una cosa: ho visto tuo fratello forse più emozionato quel giorno che dopo tante sue vittorie. E' stato un momento intenso come è sembrato da fuori?
"Non mi aspettavo di vederlo in pista, perché incominciava la sua gara poco dopo e sapevo che aveva tante cose da fare. E' stato bello ed eravamo entrambi molto emozionati. Diverse volte mi ha detto che se non fosse caduto (a 4 giri dalla fine, quando era in testa alla gara della MotoGP), sarebbe stata una delle domeniche più belle della sua vita".

Luca Marini, Sky Racing Team VR46

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Foto di: Gold and Goose / Motorsport Images

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Luca Marini, Sky Racing Team VR46

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Luca Marini, Sky Racing Team VR46

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Luca Marini, Sky Racing Team VR46

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Luca Marini, Sky Racing Team VR46

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Luca Marini, Sky Racing Team VR46

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Luca Marini, Sky Racing Team VR46

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Luca Marini, Sky Racing Team VR46, Nicolo Bulega, Sky Racing Team VR46

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Luca Marini, Sky Racing Team VR46

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