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Dakar 2015: Diocleziano Toia e la caccia al... pignone!

Nella seconda tappa lo ha perso dopo una veloce riparazione: il suo racconto è di quelli da non perdere

Diocleziano Toia è alla sua seconda Dakar. Lo scorso anno si era ritirato quasi subito perchè in una caduta aveva danneggiato la sua clavicola, ma quest'anno tiene duro, sta attento a non cadere e a non farsi male e va avanti. Da solo, senza l'aiuto di nessuno. Il classico privatone che carica le sue casse e le sue gomme di ricambio sul "camion malle" messo a disposizione da ASO per i piloti che non hanno assistenza e che fa tutto da solo.

Nel giorno di riposo ne ha approfittato per fare un tagliando completo alla sua moto: "Sono contento della mia gara. Dopo un inizio terribile dove quasi pensavo di dovermi ritirare per i problemi alla moto (perdita d'olio nel primo giorno, perdita del pignone per strada il secondo e poi la quarta tappa senza frizione), sono arrivato alla tappa di riposo e questo è già un primo traguardo. E non dimentichiamo anche i 60 chilometri di dune al buio che ho fatto nella quarta tappa".

Ma il morale è alto e Toia non è certo uno che molla: "L'unica fregatura della tappa Antofagasta-Iquique è stata che avendo sempre lavorato da solo sulla moto fino all'una di notte, ho dormito pochissimo, ho una media di due ore a notte, e quindi ero un po' cotto".

Una penalità di 40' per lui per un WPT perso e la 95esima posizione in classifica attuale. "Me la cavo bene in moto e se il mezzo non ha problemi riesco anche a fare delle belle speciali" ammette il pilota lombardo, che prima di correre alla Dakar ha collezionato una serie di successi nei rally, in auto, ed anche in altre specialità.

La storia del pignone perso per strada però merita di essere raccontata: "Stavo viaggiando in trasferimento e ad un certo momento mi sono accorto che c'era nuovamente un problema alla frizione, come già mi era successo il giorno prima. Praticamente perdevo olio dall'attuatore della frizione e mi sono fermato a ripararlo in strada, al volo. Per farlo ho dovuto smontare il pignone e nel rimetterlo su probabilmente non l'ho stretto come avrei dovuto. In fretta e furia sono ripartito per non pagare ritardo alla partenza della speciale e dopo qualche chilometro sento un rumoraccio e mi rendo conto che ho perso il pignone. Sono quasi andato in panico perchè era davvero tardissimo e io ero l'ultima moto, così sono tornato indietro, di circa 200 metri e ho cominciato a cercarlo, in mezzo alla sabbia e ai cespugli. Sapevo che doveva esserci e non ho smesso di cercarlo. Ho dato per scontato che l'avessi perso verso sinistra perchè il pignone è a sinistra, e non ho neanche preso in considerazione il lato destro".

E alla fine chi la dura la vince: "L'ho trovato in un cespuglio, a quasi trenta metri dalla strada, era rotolato giù e mi sono strappato pelle e carne per infilare le mani nel cespuglio pieno di spine per recuperarlo". Ma la storia non finisce qui perchè il pignone è fissato con un bullone che nel frattempo chissà dov'era finito. Allora a quel punto ecco come sempre l'intervento 'divino' del pubblico presente. Un signore cileno è passato di là con un pick up e guarda caso: "la sponda del suo pick up aveva una vite che sembrava fare al caso mio. Aveva lo stesso filetto e allora l'ho smontata e ho provato a vedere se andava bene. Sporgeva un po' però faceva il suo lavoro e così l'ho presa, ho ringraziato il signore del pick up e sono potuto ripartire".

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