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Mitjet, la "scuola guida" che mette al centro il pilota

Tra le tante specialità e categorie da corsa protagoniste dello scenario agonistico italiano, la Mitjet si è dimostrata una serie formativa e sportivamente impegnativa.

Azione di gara

Claudio Signori

Claudio Giudice con la Lamborghini Huracan GT3 Petri Corse
Caludio Giudice
Gabriele Gonzales
Nicola Stranieri
Nicola Stranieri
Michele Malucelli
Luciano Gioia
Leonardo Solla
Luca Segù
Luca Segù
Azione di gara
Caludio Giudice
Gabriele Gonzales
Claudio Giudice
Lorenzo Marcucci, The Club Motorsport, Michele Malucelli, Team Malucelli, Leonardo Solla, Scuderia Costa Ovest, Maurizio Ceresoli, Composit Motorsport e Riccardo Romagnoli, The Club Motorsport in bagarre
Claudio Giudice, Scuderia Giudici
Frank Marchois, MV 2S
Giudice
Malucelli
Riccardo Romagnoli
Luca Segù

C’è un chiaro segnale che la Mitjet Italian Series ci ha dato in questa stagione: quello di essere una specialità da corsa molto apprezzata dalle giovani leve provenienti dal kart, dai piloti esordienti, ma anche da quelli già esperti e con esperienze professionali alle loro spalle. Questa capacità di saper convincere e conquistare contemporaneamente piloti esordienti ed esperti, di riuscire sin da subito a garantire emozioni forti e piene di personalità, lo dobbiamo certamente alla sua particolare architettura.

Questa alchimia che si instaura tra la vettura e chi si siede nel suo cockpit è da ricercarsi nel layout della Mitjet che unisce leggerezza (meno di 900 chili in ordine di marcia), un motore, il 2 litri Renault F4R atmosferico con fasatura variabile già in dotazione alle Clio Cup Mk III, la potenza sufficiente per dare vigore e brillantezza (220 cavalli), una trazione posteriore gestita da una coppia conica al posto del differenziale e, per completare il drivetrain, un cambio sequenziale Sadev in grado di rendere il comportamento complessivo della vettura più coeso e coerente.

Questo pacchetto meccanico, viene ospitato da un telaio a tubi concepito per garantire la migliore distribuzione dei pesi e gestione del baricentro. Con il motore in posizione longitudinale anteriore centrale, il pilota spostato verso il centro vettura, l’impostazione diventa così simile alle soluzioni estreme e sofisticate del DTM, ma ad un ventesimo del loro costo. Il risultato finale?

Dopo circa cinque anni di kart e varie prove libere con auto da Formula e GT ho praticamente debuttato con la Mitjet. La trovo perfetta per chi voglia passare dal kart all’auto per via delle molte somiglianze: l’assenza del differenziale la caratterizza molto nel posteriore, proprio come un kart. Così come la rigidità generale. Nelle frenate devi curare con attenzione la scalata altrimenti il bloccaggio del ponte è molto probabile. E’ una vettura sincera, le gomme stradali ti aiutano molto a capirla, ma per andare forte hai necessità di fare molti chilometri. Per esempio trovo molto più difficile, da portare al limite, la Mitjet che una Formula Renault 2.0 dove gomme slick e aerodinamica fanno molto. Trovo, inoltre, che quello che impari sulla Mitjet sia perfetto per chi voglia, poi, correre con le GT. I principi sono simili”.

Questo lo racconta Michele Malucelli, tra i protagonisti della stagione e in testa alla classifica generale degli Under20.

Quello di essere diventata uno dei passaggi preferiti dai giovani kartisti non è un caso. Il suo comportamento dinamico richiede la capacità di “sentire” la vettura, percepirne il limite di aderenza lasciandola scivolare, piuttosto che trattenerla, per sfruttarne al massimo la potenza. Questo è possibile anche grazie alla presenza di pneumatici Yokohama stradali che trasmettono al pilota, in ogni momento della gara, tutti i movimenti della cassa dando la possibilità ed il tempo di sentire ed interpretare al meglio la particolare dinamica della Mitjet.

Ma proprio questa particolarità, tanto affine alle sensazioni consolidate dei kartisti, rappresenta anche il punto di forza per i piloti con poca esperienza alle spalle come Francesco Massimo De Luca:

Non avevo mai corso in kart, la Mitjet ha rappresentato, per me, il debutto assoluto in questo sport. E’ una vettura che ti insegna a guidare sul limite e ad imparare e controllare bene i traversi. Avendo le gomme stradali non è difficile da capire subito e, non essendo pontentissima, non ti impressiona rischiando di metterti in difficoltà. Poi essendo anche piuttosto economica ti consente di non essere in ansia per rotture o piccoli incidenti. Insomma la considero certamente la migliore auto per debuttare”.

Tra kartisti, piloti esperti e debuttanti assoluti o poco più c'è lo stesso filo conduttore che aiuta a capire le caratteristiche di fondo della Mitjet. Anche per Nicola Stranieri il giudizio complessivo segue le stesse impressioni:

Vengo dal Kart. Ho corso nel WSK ed ho fatto anche il Mondiale a Sarno nel 2011. Prima della Mitjet ho avuto una esperienza di una gara nel Trofeo Abarth e poi subito il debutto con la Mitjet. Se la 695 è una vettura derivata dalla serie, ho trovato subito la Mitjet un grosso kart. Molto più affine alla mia tendenza di portare la macchina fin dentro la curva. Una abitudine che mi ha dato proprio il kart. Non nascondo che la Mitjet ti da subito le giuste sensazioni ed è molto piacevole da guidare, ma non è facile da portare al limite. E nelle ultime gare che incomincio a comprenderla bene ed a sentirmi più in sintonia e mi rendo conto quanto sia formativa per la mia crescita. Grazie anche ad un budget non eccessivo, sia senza dubbio la migliore proposta per un giovane kartista che voglia debuttare nelle quattro ruote”.

Il budget necessario è un altro punto di forza della Serie. La possibilità di poter correre l'intera stagione (6 Round e 12 gare a pilota) con un solo treno di pneumatici rappresenta il primo e più eclatante dettaglio al riguardo. In secondo luogo la semplicità costruttiva generale permette di programmare gli interventi previsti e quelli imprevisti senza impegnare risorse importanti. Al netto delle varie proposte dei Team concorrenti, che possono differire lievemente in funzione dei pacchetti offerti, il costo di una intera stagione compreso un paio di sessioni pre-campionato non supera le 45.000 Euro a pilota. Un altro giovane protagonista ci introduce ulteriori dettagli per meglio comprendere le caratteristiche della Mitjet. Per Gabriele Gonzales: “Non provengo dal kart e ho debuttato proprio con la Mitjet che ritengo una scuola eccellente perché se è relativamente facile da guidare e capire, diventa più difficile portarla al limite. È una vettura che ti insegna la vecchia scuola della guida con tecniche raffinate, ma che pochi oggi usano, come il punta - tacco. Per chi non ha budget sufficienti per debuttare con la formula, ritengo la Mitjet la migliore”.

Correre con la Mitjet è stata la scelta anche di un talento cristallino come quello di Luca Segù. Assoluto debuttante nell’automobilismo, proveniente dal kart, Luca ha deciso di massimizzare il suo apprendistato correndo ambedue le categorie: Piloti A e Piloti B, quattro gare a week end che gli hanno consentito, dopo solo due Round, di issarsi nelle primissime posizioni in ambedue le classi. Una crescita continua che ha coronato con il successo tra i Piloti B nell’appuntamento al Mugello.

“Senza ombra di dubbio la Mitjet mi ha insegnato il passo gara. Competere con piloti tutti molto forti ti obbliga a rimanere concentrato e spingere per tutti i 20 minuti + 1 giro della gara. Tecnicamente ho imparato a curare con attenzione due comparti che fanno la differenza: l’uscita di curva e la frenata. La Mitjet non avendo differenziale, ha un posteriore che bisogna curare con attenzione così come la frenata. Per chi, come noi kartisti, è abituato a frenare con il piede sinistro, la Mitjet impone un reset e un ritorno all’antico: frenata con il destro e punta tacco per contrastare il blocco ponte sempre in agguato …”

Questo approccio più ortodosso alla guida sportiva e agonistica, che richiede la Mitjet, rappresenta un ulteriore punto a favore della Serie: assenza di differenziale autobloccante, cambio sequenziale, ma con il comando a leva centrale, assenza di ABS e di qualsivoglia controllo elettronico, impone ai piloti di imparare la tecnica di frenata alla perfezione per non incappare, di fronte a brusche frenate e scalate, al blocco del ponte posteriore a discapito di scorrevolezza e velocità di inserimento in curva.

Insegnare i fondamentali dell’alta guida. Il valore intrinseco della silhouette francese è testimoniato anche da un altro giovane protagonista della Serie. Claudio Giudice, in testa alla Classifica generale Piloti A, ha debuttato a Imola nel Campionato Italiano GT nella classe SuperGt Cup con la Lamborghini Huracan della Petri Corse

A prima vista non ci sono somiglianze tra la Mitjet e la Lambo Huracan SuperTrofeo, ma l’assonanza tra le due vetture direi che è molto più importante e profonda: la Mitjet ti insegna il metodo di approccio e analisi senza il quale non solo non vai forte con lei, ma non andresti forte con nessun’altra vettura da corsa. Voglio essere ancora più chiaro, la Mitjet non solo ti insegna, ti impone di curare ogni sezione della pista e la ricerca della giusta tecnica. È un approccio di 'fine tuning' che è fondamentale per primeggiare in una Serie molto competitiva e combattuta. Ecco, il secondo punto importantissimo è che la Mitjet di abitua alla bagarre e questo è fondamentale per il colpo d’occhio, la prontezza di riflessi e la capacità di saper decidere in pochi istanti. Sulla Lamborghini ho trovato le stesse priorità: curare le linee nel migliore dei modi, individuare il giusto approccio relativamente alla tecnica di guida e la cura maniacale delle linee. D’altronde il migliore, Postiglione, ha corso e vinto anche in Mitjet”

La Mitjet, non è solo una vera auto da corsa, progettata e costruita per essere tale, ma racchiude in sé tutte le migliori caratteristiche in grado di soddisfare piloti debuttanti, giovani kartisti ed esperti semi-pro: veloce il giusto, facile e sincera per comprenderla, ma impegnativa da portare al limite, che richiede tecnica e preparazione anche fisica per le sue reazioni dinamiche. Un pacchetto completo che soddisfa le esigenze di tutti.

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