Le Mans, Porsche si lecca le ferite: "Noi più lenti, perché?"
Le 911 fra le LMGTE hanno sofferto parecchio rispetto alle rivali e le PRO ufficiali portano a casa solamente un terzo posto, coi vertici della Casa tedesca che non sono convinti del deficit di potenza.
Foto di: JEP / Motorsport Images
Terminata la 24 Ore di Le Mans, c'è chi festeggia, ma anche chi si lecca le ferite. E' il caso della Porsche, che in Classe LMGTE Pro torna a casa con un terzo ed un quarto posto dal retrogusto amaro.
Le 911 RSR-19 ufficiali hanno sofferto parecchio rispetto alle rivali del lotto - Ferrari e Corvette - senza mai dare l'impressione di potersela giocare realmente per il successo.
Alla fine la #92 di Kévin Estre/Neel Jani/Michael Christensen con il terzo piazzamento garantisce al francese e allo svizzero di restare in lizza per il titolo del FIA WEC, a -12 dai leader della AF Corse, Alessandro Pier Guidi/James Calado.
Ma è chiaro che il giorno dopo è quello del risveglio e nel quale si comincia a pensare a quanto accaduto. E a Weissach non hanno ben digerito le decisioni di Balance of Performance che hanno visto le Porsche patire qualche km/h nei confronti delle 488 e C8.R come velocità di punta.
"La gara non è stata solo difficile, ma anche deludente per noi. Ci aspettavamo di lottare per la vittoria - ha dichiarato Alexander Stehlig, responsabile WEC del team tedesco - Nonostante la nostra buona e accurata preparazione, non abbiamo avuto le prestazioni sul giro e la velocità massima che avevamo sperato rispetto alla concorrenza.
"Ora ci prenderemo del tempo per analizzare tutto ancora una volta, parleremo con FIA e Automobile Club de l'Ouest per chiarire il deficit e capire perché non siamo stati in grado di eguagliare il livello dei nostri avversari in gara".
Anche il capo di Porsche Motorsport, Pascal Zurlinden, ha ammesso a Motorsport.com che qualcosa non è tornato sotto questo punto di vista: "Sicuramente ci saremmo aspettati di essere più vicini, dobbiamo analizzare il tutto".
"Ripensando a tutta la corsa, direi che ci sono stati due momenti cruciali. Uno è stato il testacoda di Kévin all'inizio che lo ha fatto finire dietro alle LMGTE Am. Anche con loro faceva fatica a rimontare. Se si fosse trovato con quelli del suo grupo, avrebbe potuto seguirli tranquillamente".
"E poi a un certo punto c'è stata una Safety Car che lo ha diviso dai rivali diretti. In quel momento si trovava nel primo gruppo, poi c'è stato l'incidente di Rui Andrade ed è entrata l'auto di sicurezza, improvvisamente la #91 è finita nel secondo gruppo, perdendo un terzo di giro, che è sempre difficile da recuperare".
"Con le Slow Zone e Safety Car serve anche fortuna, a volte va bene e altre no. Stavolta non è andata bene a noi".
Richard Lietz, che era in equipaggio con Gimmi Bruni e Frédéric Makowiecki sulla #91, ha aggiunto: "Così fa male, non riuscivamo a fare di più. Non abbiamo mai forato e la squadra ha fatto un lavoro impeccabile, la strategia era buona. Ma siamo solo terzi, quindi bisognerà analizzare bene le cose".
"Questo risultato non è positivo. Chiunque abbia guardato la gara sa che è stata una 24h durissima per noi. Ora bisogna capire il perché".
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