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Le Mans: perché Porsche ha vinto giocando in... difesa

Le Casa di Weissach ha fatto più pit stop della Toyota che si è ritirata all'ultimo giro della 24 Ore di Le Mans: la 919 Hybrid non consuma di più della vettura giapponese. I tecnici tedeschi hanno limitato il passo per evitare che cambi il BoP.

Pit stop for #2 Porsche Team Porsche 919 Hybrid: Romain Dumas, Neel Jani, Marc Lieb

Eric Gilbert

L'auto vincitrice, la #2 Porsche Team Porsche 919 Hybrid: Romain Dumas, Neel Jani, Marc Lieb passed
#2 Porsche Team Porsche 919 Hybrid: Romain Dumas, Neel Jani, Marc Lieb conquistano la vittoria
Matthias Müller,  Presidente del consiglio Volkswagen e #1 Porsche Team Porsche 919 Hybrid: Timo Ber
Pit stop #1 Porsche Team Porsche 919 Hybrid: Timo Bernhard, Mark Webber, Brendon Hartley
Pit stop and last driver change for #5 Toyota Racing Toyota TS050 Hybrid: Anthony Davidson, Sébastie
#6 Toyota Racing Toyota TS050 Hybrid: Stéphane Sarrazin, Mike Conway, Kamui Kobayashi and #5 Toyota
#6 Toyota Racing Toyota TS050 Hybrid: Stéphane Sarrazin, Mike Conway, Kamui Kobayashi
#6 Toyota Racing Toyota TS050 Hybrid: Stéphane Sarrazin, Mike Conway, Kamui Kobayashi
#6 Toyota Racing Toyota TS050 Hybrid: Stéphane Sarrazin, Mike Conway, Kamui Kobayashi
#2 Porsche Team Porsche 919 Hybrid: Romain Dumas, Neel Jani, Marc Lieb
Podio LMP1: i vincitori assoluti e di classe #2 Porsche Team Porsche 919 Hybrid: Romain Dumas, Neel
I vincitori della gara #2 Porsche Team Porsche 919 Hybrid: Romain Dumas, Neel Jani, Marc Lieb
Podio LMP1: i vincitori assoluti e di classe #2 Porsche Team Porsche 919 Hybrid: Romain Dumas fa la
I vincitori della gara #2 Porsche Team Porsche 919 Hybrid: Romain Dumas, Neel Jani, Marc Lieb arriva
#2 Porsche Team Porsche 919 Hybrid: Romain Dumas, Neel Jani, Marc Lieb

La Toyota ha costruito la propria supremazia a Le Mans sulla capacità di ritardare di almeno un giro i pit stop nei confronti della Porsche. 14 inizialmente per le vetture giapponesi, 13 per quelle tedesche. Nell'arco della corsa poi i pit stop hanno subìto delle ulteriori diversificazioni anche in base ai fatti della  pista ma sempre con le 050 Hybrid che  riuscivano a percorrere chilometri in più degli avversari.

La Porsche non ha mai mollato sul fronte della prestazione pura; ha girato in tempi simili e con la stessa strategia della Toyota avrebbe potuto approfittare dei guai che hanno afflitto la 050 dominatrice di  Conway-Kobayashi-Sarrazin che ha perduto definitivamente la leadership al 262.giro e non farsi rimontare da quella che poi sarebbe stata la Toyota protagonista delle ultime drammatiche fasi della corsa.

Un percorso strano quello delle Porsche, a cui va dato atto di avere perduto la sua vettura di punta troppo presto, perché con le due 919 Hybrid in gara il duello sarebbe stato molto più teso e incerto. Ai tedeschi è mancato ciò che ha sempre caratterizzato le prestazioni delle loro creature: la superiorità. La stessa che li aveva portati a occupare le prime due posizioni nelle qualifiche e che mai, da un anno a questa parte, era stata messa in discussione. La Toyota infatti a Le Mans ha raggiunto Porsche anche su questo fronte, almeno in corsa. Se giri con gli stessi tempi e ti fermi in media un giro dopo hai vinto e non c'è discussione che tenga.

Per Toyota solo 27 i pit stop reali

Dall'analisi dei pit stop la Toyota numero 5 vincitrice fino a 3'23" dalla fine ne ha effettuati solo 28. A questi va sottratto quello di 57" quando Davidson dopo circa 5' dalla quarta sosta, nella quale aveva dato il cambio a Buemi, si è fermato per sostituire le gomme, una delle quali aveva subito una foratura lenta.

28 soste anche per la 050 Hybrid dominatrice della prima fase di corsa, che sarebbero state 27 senza l'ultima fermata di Sarrazin quando mancavano meno di 20' alla conclusione. Un ritmo e una regolarità da annichilire gli avversari. Un salto di qualità, anche rispetto alla precedente e sfortunata esibizione di Spa-Francorchamps che ha sorpreso, segno che la maratona francese era stata preparata fin nei minimi particolari e che Toyota sapeva di avere un asso nella manica.

Porsche: stesso schema del 2015

Non contando le 28 soste della Porsche di Bernhard-Webber-Hartley, troppo presto fuori corsa e rimessa in pista per prendere punti, quella vincitrice ha esattamente ripetuto lo stesso schema della 919 Hybrid che giunse prima l'anno passato: 30 soste, perfette e spesso più rapide di quelle dei rivali. E allora c'è da chiedersi i motivi di queste prestazioni "frenate" e non previste da parte dello squadrone tedesco.

Il combinato motoristico Porsche consuma molto più di quello Toyota? Il ritorno alle batterie dell'anno passato ha fatto perdere alla Casa di Weissach quel vantaggio teorico che sperava di mantenere? E che sia giunta in Francia già conscia di dover trovare un compromesso tra prestazione e consumo per rispettare alla lettera le regole sul flusso del carburante e quindi con una strategia difensiva? 

Il regime fin troppo lungo della safety car al via ha sicuramente fatto sballare tutti i calcoli della squadra, che è quella ad aver sofferto di più con le pressioni delle gomme. L'aver incontrato slow zone nei posti sbagliati pure.  A precisa domanda tutti quanti sono stati vaghi e fin troppo semplicemente hanno dato la risposta più generica possibile: non riuscivano ad allungare lo stint perché preferivano risparmiare. Tutti tranne Lieb: "Devi chiederlo ad Andreas, lui lo sa", che starebbe per Andreas Seidl, il team manager della squadra campione del mondo.

Il problema sta nell'EoT?

Così è sorto un sospetto: che la Porsche abbia volutamente imposto quel ritmo ai propri piloti per non incorrere nella scure dell'EoT, che starebbe per Equivalence of Technology, ovvero il BoP, meno esasperato e più equo, che regola l'equivalenza tecnologica delle Case che schierano le LMP1 e che dopo Le Mans, come da regolamento, verrà modificato proprio sulla base di come la commissione tecnica del WEC analizzerà le prestazioni delle vetture in lizza alla 24 Ore.

Perché esiste una normativa di equivalenza generale ma poi ne esiste un'altra che dal Nurburgring fino a Le Mans 2017 compresa darà delle specifiche da rispettare sul flusso del carburante e sulla capacità dei serbatoi.

E potrebbe cambiare qualcosa nei rapporti di forza tra le tre contendenti nell'arco di un mondiale la cui storia è ancora tutta da scrivere. Perché una cosa è certa: nonostante sia al comando delle classifiche iridate, la Porsche a Le Mans ha vinto ma non convinto.

A Weissach lo sanno e sarà interessante prima del Nurbrugring sapere quanto e cosa cambierà in termini regolamentari tra le due Case. Il WEC sembra un mondo molto sereno e tranquillo. Ma dietro le quinte ognuno gioca la propria partita.

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