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Le Mans: Alpine e LMP2 possono sgambettare le Hypercar!

Le Hypercar di Toyota e Glickenhaus saranno le grandi protagoniste della 24h di agosto, ma la 'vecchia' Alpine LMP1 e le Oreca 07-Gibson della seconda categoria hanno molte carte a loro favore. Scopriamo quali e perché.

Partenza della gara, #36 Alpine Elf Matmut Alpine 480 Gibson: Andre Negrao, Nicolas Lapierre, Matthieu Vaxiviere in testa

Partenza della gara, #36 Alpine Elf Matmut Alpine 480 Gibson: Andre Negrao, Nicolas Lapierre, Matthieu Vaxiviere in testa

JEP / Motorsport Images

La 24 Ore di Le Mans è ormai alle porte e tutti i partecipanti alla stagione 2021 del FIA World Endurance Championship sono pronti ad incrociare le armi coi rivali invitati dall'Automobile Club De L'Ouest sul Circuit de la Sarthe il weekend del 21-22 agosto.

C'è però una domanda che nella testa di ogni appassionato, come lecito sia alla vigilia di qualsiasi gara, ronza insistentemente: chi taglierà il traguardo da vincitore alle ore 16;00 della domenica?

Qui le risposte non sono facili da dare, perché chiaramente nessuno può predire il futuro, specialmente per una gara così ricca di insidie e colpi di scena (citofonare Toyota, ad esempio). Ma uno scenario sti sta delineando e le curiosità avanzano prepotentemente.

L’ atmosfera sulla griglia di partenza

L’ atmosfera sulla griglia di partenza

Photo by: Rainier Ehrhardt

3 su 3 Hypercar. Ma...

La Le Mans del 2021 passerà alla storia come la prima edizione della nuova era Hypercar. Il FIA WEC ha adottato questo regolamento proprio pensando alla 24h francese, ma mettendolo in pratica già da ora nel suo calendario.

A Spa-Francorchamps, Portimão e Monza la nuova Classe primaria dei prototipi (e la classifica generale) è stata vinta dalla Toyota con la sua nuova GR010 Hybrid. In Belgio e in Portogallo si è imposta la #8, mentre in Italia a svettare è stata la #7.

Fin qui ci sarebbe da dire: "Per forza...". In realtà non tutto è filato liscio ai giapponesi perché sulle Ardenne la vettura #7 di Kamui Kobayashi/Mike Conway/José María López ha riportato un problema ai freni, mentre è toccato alla #8 di Sébastien Buemi/Kazuki Nakajima/Brendon Hartley accusare guai in Brianza.

Le 'pecche' di gioventù ci stanno, seppur la Toyota Gazoo Racing con mesi d'anticipo su tutti abbia scelto di mettersi al lavoro sulla propria Hypercar, omologandola per il 2021. E' però vero che fino a questo momento la gara più lunga è stata quella dell'Algarve, 8 Ore, mentre le altre due sono state di 6.

Quindi esattamente un terzo ed un quarto della distanza che si affronterà a Le Mans, dove per altro le caratteristiche della pista sono molto più simili a Monza che agli altri due tracciati sopracitati.

Nel weekend tricolore va sottolineato che le Toyota erano nettamente superiore in termini di velocità rispetto alle rivali, per cui è ovvio pensare che siano le principali favorite. Non vanno invece dimenticati i problemi, vuoi un po' per scaramanzia e vuoi anche per quello che la storia ci ha insegnato.

A Le Mans la Toyota stava dominando nel 2014 quando rimase in panne sul rettilineo "Hunaudières" per un guasto irrisolvibile nell'immediato. Peggio andò nel 2016, quando si fermò al penultimo giro proprio appena oltrepassato il traguardo, venendo clamorosamente beffata dalla Porsche.

Fino ad ora la GR010 Hypercar ha raccolto noie ai freni a Spa e all'impianto di pescaggio del carburante a Monza, al quale va aggiunto un ulteriore guasto alla ruota anteriore sinistra e al reset. Tutte cose che non possono fare dormire sonni tranquilli, specialmente se teniamo conto che si sono verificati in poche ore. Per cui diciamo pure che nelle prestazioni, le GR010 Hybrid sono le principali candidate al successo, ma con un'ombra poco rassicurante alle spalle...

#7 Toyota Gazoo Racing Toyota GR010 - Hybrid: Mike Conway, Kamui Kobayashi, Jose Maria Lopez

#7 Toyota Gazoo Racing Toyota GR010 - Hybrid: Mike Conway, Kamui Kobayashi, Jose Maria Lopez

Photo by: Paolo Belletti

Glickenhaus cresce un passo per volta

L'altra Hypercar al momento vista all'opera è quella della Scuderia Cameron Glickenhaus (o Glickenhaus Racing, come è iscritta al WEC). Saltata la prima di Spa, il team ha presentato la sua 007 LMH #709 ai nastri di partenza di Portimão, senza grosse dichiarazioni o sparate.

La gara in Portogallo ha manifestato subito dei problemi di gestione gomme per questo prototipo dalle forme molto retrò, ai quali si è sommato l'incidente che ha visto autore Ryan Briscoe e che ha provocato la rottura della frizione nella ripartenza dopo una collisione con altre due vetture.

Come passo gara la Glickenhaus non ha potuto competere certamente con le Toyota fino a questo momento. Le caratteristiche dell'Algarve non erano sicuramente consone al mezzo tedesco-americano, mentre quelle di Monza ci hanno mostrato una macchina molto più competitiva e veloce, ma poco costante.

Alla #709 si è aggiunta la #708, mossa utile anche per prove comparative e raccolta dati incrociata. I risultati hanno detto che le velocità monzesi sono state decisamente positive per un mezzo che aveva all'attivo solo una gara, ma tutto fra alti e bassi (e non da imputare necessariamente ai piloti).

Sulla #708 si è prima rotto un cilindro già nei 60' d'apertura, dunque la sosta forzata ai box era inevitabile. Il guasto è stato risolto, ma i km percorsi solamente sui 7 rimasti in vita al motore Pipo hanno provocato un ulteriore danno al cambio, di fatto la causa del ritiro definitivo dopo 90 giri messi insieme.

La #709 ha tenuto il passo della Alpine LMP1 e addirittura si è presa il lusso di salire per un paio di tornate al comando nel momento in cui la Toyota #7 ha rallentato ed è stata costretta al reset. Peccato che di lì a poco si sia manifestata la necessità di cambiare i freni anteriori, restando nel garage per 4 giri e lasciando così via libera alla rivale nipponica di tornare prima.

Il terzo posto fra le Hypercar (quarto assoluto) della Glickenhaus fa sicuramente morale per la squadra, così come le prestazioni, ma è indubbio che i buoni passi avanti fatti fino ad ora non siano sufficienti per poter pensare di vincere a Le Mans. L'affidabilità è la prima caratteristica richiesta in Francia, quindi bisognerà capire a che livello le 007 LMH si presenteranno.

#709 Glickenhaus Racing Glickenhaus 007 LMH: Ryan Briscoe, Romain Dumas, Richard Westbrook

#709 Glickenhaus Racing Glickenhaus 007 LMH: Ryan Briscoe, Romain Dumas, Richard Westbrook

Photo by: JEP / Motorsport Images

La terza (in)comoda

La 'vecchia' Alpine LMP1 è stata inserita nella Classe Hypercar da FIA ed ACO, più per necessità che per volontà. D'altra parte, la A480-Gibson #36 rappresenta l'ultimo baluardo di un'era gloriosissima di prototipi ultra-collaudati e vincenti.

Il Team Signatech fino a questo momento si è però trovato a fronteggiare un problema di natura... fisica. La capienza ridotta del serbatoio. Per regolamento, quello delle Hypercar è più grande e quindi consente loro di percorrere più giri rispetto al prototipo di casa Renault.

E questo è già stato un guaio serio, sia a Spa che a Portimão. Soprattutto in quest'ultima corsa, la Alpine era decisamente più veloce delle Toyota, ma dovendo fermarsi prima, garantiva alle rivali di allungare i turni fra un pit-stop e l'altro, e guadagnare inevitabilmente terreno.

A Spa e Monza non si può dire che André Negrão/Matthieu Vaxivière/Nicolas Lapierre siano stati mai in reale bagarre per il primato, dunque è lecito pensare che solo un possibile cambiamento di Balance of Performance possa metterli in gioco a Le Mans. Oppure un'altra questione: l'affidabilità.

Dei prototipi nominati, la Alpine è infatti l'unica a non aver avuto alcuna situazione anomala in questo senso. Ciò è figlio di anni di vita e avventure nel FIA WEC, dato che il telaio Oreca LMP1 è quello acquisito dalla Rebellion. Le R-13 hanno presenziato per un buon periodo nel Mondiale Endurance e quindi ora la Alpine ha tutti i dati e gli strumenti per sapere come si tratta quest'auto.

A Le Mans non ha mai avuto una vera e grande occasione, vista la superiorità della Toyota negli ultimi anni. Ora i ruoli potrebbero invertirsi e proprio il discorso di avere la funzionalità di ogni singolo pezzo sotto controllo diventerebbe l'asso nella manica per il Team Signatech e Alpine.

Stiamo pur sempre parlando di mezzi meccanici, dunque la certezza matematica e fisica che le rotture non si verifichino non esiste. Però sulla carta la A480 può dirsi favorita rispetto a Toyota e Glickenhaus, vantando una affidabilità al momento mai messa in discussione. E il ruolo di terzo incomodo ecco che può magicamente tramutarsi da terzo... comodo!

#36 Alpine Elf Matmut Alpine A480 - Gibson: André Negrão, Nicolas Lapierre, Matthieu Vaxiviere

#36 Alpine Elf Matmut Alpine A480 - Gibson: André Negrão, Nicolas Lapierre, Matthieu Vaxiviere

Photo by: Paolo Belletti

LMP2 in agguato

Il sogno di vedere una LMP2 portarsi a casa la vittoria assoluta è stato davvero accarezzato nel 2017, quando la Jackie Chan DC Racing si classificò seconda con la sua Oreca 07-Gibson #38 con un solo giro di ritardo dalla Porsche 919 Hybrid LMP1 #2.

In quella edizione entrambe le Toyota si ritiratono, così come l'altra Porsche e l'impresentabile ByKolles. Fra l'altro i vincitori - Timo Bernhard/Brendon Hartley/Earl Bamber - non ebbero comunque una gara priva di grattacapi e oltre alla Jackie Chan DC Racing (che chiuse pure sul terzo gradino del podio generale), anche la Vaillante Rebellion per un momento sembrava in lizza per passare al comando assoluto (terza, ma squalificata post-gara).

Per quanto visto fino ad oggi, le LMP2 sono il vero spauracchio dello schieramento di Le Mans per le Hypercar. Intanto perché le Oreca 07-Gibson, pur rallentate e zavorrate dal BoP per consentire alle Hypercar di restare davanti, hanno confermato di essere veloci e affidabili sotto ogni punto di vista.

Del resto sono vetture introdotte nel 2017 e che hanno corso ovunque in tutto il mondo, quindi le squadre sanno esattamente dove mettere le mani e come trattarle, grazie anche all'ottima assistenza del Costruttore francese.

A questo aggiungiamo che tra i 25 partecipanti alla 24 Ore in questa Classe abbiamo team ben preparati e dotati di piloti di primissimo ordine e pelo. United Autosports, DragonSpeed, Jota, Racing Team Nederland e RealTeam Racing-TDS per citarne alcuni, aggiungendo anche gli ottimi esordienti del Team WRT e una squadra come Risi Competizione che a Le Mans sa il fatto suo.

Se poi ci mettiamo le due Aurus 01-Gibson della G-Drive Racing, ecco che il quadro della situazione è completo per capire che la lotta serratissima per il successo in LMP2 la vedremo fino alla fine. E che non è così sbagliato sognare qualcosa di più grande. Molto più grande...

#22 United Autosports Usa Oreca 07 - Gibson: Philip Hanson, Fabio Scherer, Filipe Albuquerque

#22 United Autosports Usa Oreca 07 - Gibson: Philip Hanson, Fabio Scherer, Filipe Albuquerque

Photo by: Alessio Morgese

Le Mans, così bella e così atroce

Come tutte le 24 Ore di questo mondo, anche Le Mans ha i suoi lati positivi e negativi. Se la vinci sei il Campione dei Campioni, se la perdi rischi l'esaurimento nervoso e la depressione.

Non ci sono cascati in Toyota dopo il disastro del 2016, per cui ognuno può farcela, ma è chiaro che quando ci si presenta al via di una corsa su un circuito così lungo e che può darti insidie non solo sportive, ma anche ambientali (temperature e meteo), non la si può considerare 'gara per tutti'.

Sul Nordschleife serve il cosiddetto 'Permit' per correre, a Le Mans invece è richiesta una vera e propria consapevolezza psico-fisica di quello che si va a fare. Arrivare al traguardo non è scontato per niente, anche se hai una Hypercar.

Si parte sfrecciando sul rettilineo e sulla piega a destra per arrivare alla chicane che porta al ponte "Dunlop", e percorrere le due curve successive fino alla svolta a destra di "Tertre Rouge" che immette sul lunghissimo "Hunaudières" (inframezzato da due "S"), staccando secco nella destra di "Mulsanne" e allungando verso la sinistra di "Indianapolis", dopo la quale c'è un'altra destra con "Arnage", proseguendo nelle osticissime "Virage Porsche" e arrivando a concludere la tornata con le due "Virage Ford".

13,650km che non perdonano. E che non sempre premiano il migliore o il più veloce. E l'edizione 2021 potrebbe veramente passare alla storia. Per un clamoroso sgambetto? Lo scopriremo fra qualche settimana...

Le LMP2 dietro le auto del GT

Le LMP2 dietro le auto del GT

Photo by: Sam Bloxham / Motorsport Images

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