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Opinione

"Le Mans '66": ve lo vedete Bandini nel ruolo del "cattivo"?

Il film "Le Mans '66" che sarà nelle sale italiane dal 14 novembre è da non perdere, perché offre uno spaccato ben costruito della sfida Ford-Ferrari vissuta attraverso la storia di Carrol Shelby e Ken Miles. Peccato per le figure di Lorenzo Bandini e Franco Gozzi poco attinenti alla realtà nella finzione scenica.

Lorenzo Bandini

Lorenzo Bandini

LAT Images

Un vero appassionato non se lo può lasciar sfuggire. “Le Mans ‘66” è l’ultimo film sul mondo delle corse, atteso da tempo e finalmente pronto anche nelle sale italiane a partire da metà novembre.

Non lasciatevelo sfuggire, ma non fatevi nemmeno fuorviare dal titolo. È un film che racconta soprattutto la storia di Carrol Shelby e di Ken Miles, eroe non celebrato di una costosa impresa che portò la Ford sul tetto del mondo delle gare automobilistiche.

Matt Damon e Christian Bale in una scena del film

Matt Damon e Christian Bale in una scena del film

Photo by: 20th Century Fox

Non aspettatevi un documentario fedele della gara, sullo stile di “1”, il più bel prodotto a tema dell’ultimo periodo. Il regista James Mangold è riuscito a trasformare in film una storia vera, quella che ha unito il grande Carrol Shelby (interpretato da Matt Damon), motore dell’impresa della Ford a Le Mans, al suo pilota preferito.

La trama vive sulla sfida alla Ferrari e sulla strenua difesa di Ken Miles (Christian Bale), di fatto uno strambo meccanico senza peli sulla lingua ma con il talento innato del collaudatore, dagli attacchi di parte della dirigenza del colosso statunitense.

Christian Bale in una scena del film

Christian Bale in una scena del film

Photo by: 20th Century Fox

È una storia avvincente e a tratti anche commovente, sapientemente condita dalla presenza della moglie di Miles, interpretata dalla deliziosa Caitriona Balfe.

Lo spirito dei protagonisti del film è riprodotto in modo ammirevole. È inoltre da applausi la riproduzione dei circuiti e soprattutto dei box di Le Mans di allora.

Si perdona quindi facilmente qualche ingenuità come quella di duelli in pista scanditi da improbabili colpi e contraccolpi di fuorigiri.

O quella di portare Enzo Ferrari sulle tribune della 24 Ore. Il nemico è comunque targato Modena e forse il regista ha esagerato nel dipingerlo come tale.

Partenza delle 24 ore di Le Mans del 1966

Partenza delle 24 ore di Le Mans del 1966

Photo by: Motorsport Images

Spiace soprattutto vedere il quasi mite Lorenzo Bandini ridotto al ruolo di cane da guardia ringhiante a difesa della supremazia della Ferrari, senza proferire parola per tutta la durata del film.

Ed è davvero improbabile la figura di Franco Gozzi, non solo fisicamente, almeno per chi lo ha conosciuto di persona. Che poi Enzo Ferrari ne esca come un duro, pronto ad approfittare con scaltrezza dei contatti con la Ford, ci può stare.

Questo perché, tutto sommato, il matrimonio con la Fiat nacque proprio così. Per compensare, non appaiono come dei simpaticoni nemmeno gli uomini di vertice della Ford, cominciando dal dispotico erede di chi mise l’America su quattro ruote.

Henry Ford II, soprannominato “l’Indiavolato”, è circondato da manager senza scrupoli, con il cattivo e invidioso Leo Beebe (Josh Lucas) a malapena controbilanciato da Lee Iacocca (John Bernthal), allora astro nascente della dirigenza automobilistica statunitense nonché ideatore della sfida alla Ferrari.

Insieme con gli altri protagonisti hanno intessuto una trama ricca di contenuti, umani e agonistici. Vale davvero la pena di spenderci due ore e mezzo in una sala cinematografica. Al più presto…

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