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Di Grassi e l'Audi i più veloci nel prologo ma Porsche e Toyota sono vicine

Miglior tempo di Lucas Di Grassi che però non riesce a scendere sotto il tempo fatto segnare da Hartley l'anno scorso. Le prove sono state interrotte e poi concluse in anticipo per un incidente alla Ligier di Oswald Negri alla chicane Michelin

#8 Audi Sport Team Joest Audi R18 e-tron quattro: Lucas di Grassi, Loic Duval, Oliver Jarvis

#8 Audi Sport Team Joest Audi R18 e-tron quattro: Lucas di Grassi, Loic Duval, Oliver Jarvis

XPB Images

#8 Audi Sport Team Joest Audi R18 e-tron quattro: Lucas di Grassi, Loic Duval, Oliver Jarvis
#8 Audi Sport Team Joest Audi R18 e-tron quattro: Lucas di Grassi, Loic Duval, Oliver Jarvis
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#1 Porsche Team Porsche 919 Hybrid: Timo Bernhard, Mark Webber, Brendon Hartley
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#33 Eurasia Motorsport Oreca 05 Nissan: Jun Jin Pu, Nick de Bruijn, Tristan Gommendy, #1 Porsche Tea
#6 Toyota Racing Toyota TS050 Hybrid: Stéphane Sarrazin, Mike Conway, Kamui Kobayashi
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#13 Rebellion Racing Rebellion R-One AER: Matheo Tuscher, Alexandre Imperatori, Dominik Kraihamer
#33 Eurasia Motorsport Oreca 05 - Nissan: Jun Jin Pu, Nick de Bruijn, Tristan Gommendy
#36 Signatech Alpine A460: Gustavo Menezes, Nicolas Lapierre, Stéphane Richelmi
#36 Signatech Alpine A460: Gustavo Menezes, Nicolas Lapierre, Stéphane Richelmi
#63 Corvette Racing - GM Chevrolet Corvette C7R: Jan Magnussen, Antonio Garcia, Ricky Taylor
#91 Porsche Motorsport Porsche 911 RSR: Nick Tandy, Patrick Pilet, Kevin Estre

Forse è stato aiutato dalla bandiera rossa e dalla conseguente chiusura anticipata delle prove causate da uno spettacolare incidente che ha coincolto la Ligier LMP2 del brasiliano Oswald Negri junior quando mancavano poco più di trenta minuti alla fine  ma questo non inficia la bella prestazione di Lucas Di Grassi che ha ottenuto il miglior tempo assoluto nel prologo di Le Mans al volante dell'Audi R18. Il pilota, reduce dalla recente vittoria alla 6 Ore di Spa-Francorchamps, ha però solo sfiorato il rilievo fatto registrare dalla Porsche 919 Hybrid di Brendon Hartley nel 2015, restando con 3'21"375 a quasi tre decimi dal neozelandese. Ai posti d'onore le due Porsche di Mark Webber, che ha migliorato il tempo ottenuto in mattinata, e di Neel Jani mentre in quarta posizione si è classificata l'Audi di Andé Lotterer che ha girato pochissimo e solo verso la fine della sessione.

Interruzioni a go go

È stata una seconda parte di prove continuamente interrotta da regimi di neutralizzazione. Il primo  è avvenuto, come previsto, per disposizione della direzione corsa dalle 14,39 alle 14,55. Subito dopo è stata esposta la slow zone alla prima variante a causa di un problema al cambio avvenuto sulla Aston Martin Vantage di Liam Griffin che di fatto occupava la via di fuga. Sono seguiti altri incidenti di lieve entità che comunque hanno costretto spesso all'esposizione delle bandiere gialle. Poi, quando la sessione stava entrando nella fase calda e tutti si preparavano ad abbassare i tempi, è arrivato il botto della Ligier del Michael Shank Racing, pilotata da Oswald Negri junior-pilota illeso- che ha sbattuto violentemente alla variante Michelin, finendo distrutta e danneggiando irrimediabilmente le barriere di protezione. Così agli organizzatori non è restato altro che dichiarare conclusa la giornata di test. Il fatto non ha impedito, però, di poter trarre una valutazione chiara su quale possa essere la reale consistenza delle forze in campo per la corsa più importante del campionato.

Toyota stakanovista: 97 giri

La prima certezza è che quest'anno la 24 Ore di Le Mans si giocherà ancora più sui dettagli . Perché tra Porsche, Audi e Toyota di fatto l'equilibrio è assoluto. Nel prologo le R18 hanno confermato di avere recuperato gran parte del gap velocistico che l'anno scorso aveva impedito alla Casa di Ingolstadt di lottare per il campionato del mondo. La R18, grazie anche alla sua aerodinamica molto sofisticata, sembra essere nata per il circuito francese e non è solo la prestazione di Lucas Di Grassi a confermarlo. Però c'è anche una zona d'ombra che ha riguardato la vettura di Lotterer-Faessler-Treluyer, rimasta ai box quasi tutto il pomeriggio a causa di un problema a un ammortizzatore che ha costretto il team tedesco a una lunga riparazione, dimostrando la complessità nel momento dell'intervento, del progetto. La Porsche invece ha << studiato >> i vari parametri per poter impostare un passo gara sicuro e lontano da guai tecnici. Il ricorso al sistema di batterie usato l'anno passato ha probabilmente rallentato le prestazioni delle 919 Hybrid ma ha consentito ai suoi equipaggi di essere molto costanti nelle prestazioni con un passo corsa invidiabile. L'esemplare di Webber-Hartley-Bernhard ha percorso 90 giri senza apparenti problemi di sorta. Quello di Jani-Lieb-Dumas 83. Ma la primatista sul fronte del chilometraggio è stata la Toyota 050 Hybrid-Hybrid con Sarrazin-Conway-Kobayashi che hanno toccato quota 97 passaggi. Nessuno, né tra le LMP2 né tra le GTE, ha fatto meglio di loro.  Quanto ai tempi più veloci questi sono poco indicativi: quando la sessione è stata dichiarata finita tutti si stavano preparando ad andare all'attacco del primato di Di Grassi e in ogni caso il prologo aveva altri scopi,  improntati alla corsa più lunga dell'anno. E a questo proposito da non sottovalutare sono le prestazioni delle due Rebellion che hanno marciato senza problemi, a debita distanza come da gap tecnico con le LMP1 ufficiali, ma molto consistenti nella media.

LMP2  6" più veloci del prologo 2015

Nel prologo c'è stato anche un netto incremento delle prestazioni velocistiche delle LMP2. Nel 2015 il miglior tempo era stato appannaggio della Oreca del Murphy Prototypes con 3'42"405 mentre nelle qualifiche la Ligier del team G Drive aveva ottenuto la pole position con 3'38"939. Ebbene nel prologo di domenica le prime otto sono scese da quella pole e i primi sedici dal tempo dei test dell'anno passato. Il miglior rilievo lo ha ottenuto Tristan Commendy con 3'36"690, sette decimi più veloce dell'Oreca di Lapierre e nove dell'altra Oreca di René Rast in una categoria dove le gomme Dunlop hanno dimostrato di avere ancora un vantaggio sulle Michelin. I telai dell'Oreca hanno poi monopolizzato le prime posizioni-le Alpine sono in realtà delle Oreca rinominate- con la prima Ligier che è quella motorizzata Honda finita distrutta nell'incidente di Negri alla seconda chicane.

Corvette e Porsche in GTE PRO

Come previsto la Corvette ha ottenuto il miglior tempo tra le GTE PRO con Antonio Garcia che nel pomeriggio si è spinto a 3'55"122, tre decimi sotto il tempo della Porsche ufficiale di Tandy e cinque dell'esemplare di Makowiecki. Quarta è l'altra Corvette di Gavin mentre la prima tra le vetture che gareggiano nel WEC è la Ferrari 488 che con James Calado è scesa a 3'55"900, di un soffio davanti alla Ford statunitense di Westbrook-Briscoe e alla seconda 488 ufficiale di Andrea Bertolini che ha girato più di Davide Rigon, mentre Bird non ha effettuato alcun giro nel pomeriggio. Il miglior tempo tra le GTE AM è stato invece quello dell'olandese Nick Catsburg sulla Corvette del Larbre Competition che però ha percorso solo 17 giri, perché il giapponese Yamagishi è andato a sbattere ponendo fine alla bella prestazione della vettura americana.

 

 

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