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L'elettrica del futuro correrà senza pilota a bordo?

La concept-car Torq della ED Design, priva di vetri esterni, sostituiti da monitor, prevede la guida autonoma

C'è chi l'ha già paragonata alla... Formula E del quarto millennio, alla quintessenza del motorsport sostenibile ad emissioni zero e al tempo dell'informatizzazione. E chi l'ha accolta con grande scetticismo, al di là della presentazione in pompa magna avvenuta al Geneva International Motor Show, nell'omonima città svizzera, davanti a una moltitudine di sguardi fra l'ammirato e l'incuriosito.

La ED Design Torq, una concept-car italiana progettata da Michael Robinson e mostrata per la prima volta al mondo fra marzo e aprile 2015, punta infatti a rappresentare un futuristico e immaginifico “luogo” di contatto fra le competizioni e la mobilità elettrica, declinata però nella forma della possibile assenza di piloti a bordo e della loro sostituzione con… passeggeri.

La singolarissima macchina, alta fra l'altro poco più di un metro, appartiene all'avveniristico progetto MAAL, acronimo di Mobile Autonomous Automobile Laboratory, che promette di studiare nuove soluzioni per la guida autonoma e del quale verranno svelati maggiori particolari nei prossimi mesi.

"Condivisione" diventa così lo slogan d'ordine di un progetto pressoché privo di precedenti. “Il nostro interesse è di condividere con altri un laboratorio mobile altamente tecnologico interamente open-source, che darà modo di sviluppare più rapidamente ogni tecnologia che consenta di migliorare tutti gli aspetti legati alla qualità di vita applicati alla mobilità assistita del futuro”, ha spiegato il presidente del gruppo e ingegnere elettronico Davide Pizzorno all'edizione di Torino del quotidiano “la Repubblica”.

Fondatore nel 1998 a Modena di un'azienda nella quale oggi sono confluiti i transfughi di altre engineering o atelier dotati di minor fortuna, il tecnico guida l'idea di una condivisione del know-how automobilistico legato all'elettrico e all'informatico, ma non soltanto. La ED Design Torq è dunque un laboratorio aperto a tutti, in astratto anche agli sviluppatori di Apple/iOS, Google/Android e Windows Mobile, o a chiunque voglia contribuire a plasmare l'automobile di domani.

Dunque, non soltanto un esercizio di stile coadiuvato da una grande esperienza di ingegneria, ma un concetto precursore di fusione tra due culture, quella automobilistica e quella informatica. “Questo modello è solamente l’inizio di un progetto condiviso che stiamo realizzando con i nostri tecnici provenienti da tutto il mondo: solamente con la collaborazione di culture differenti, si può arrivare a dare al mercato un servizio globale”, afferma il CEO e direttore del design Robinson

“Il nostro interesse è di scambiare con OEM, fornitori Tier One, aziende IT, istituti di ricerca, università e via dicendo, un laboratorio mobile altamente tecnologico interamente 'a sorgente aperta', che darà modo di sviluppare più rapidamente ogni tipologia di App per migliorare tutti gli aspetti legati alla qualità di vita applicati alla mobilità assistita”, aggiunge Pizzorno.

Nel caso specifico della ED Design Torq, parliamo di un Prototipo che preconizza un design futuristico e una notevole capacità aerodinamica vista la completa assenza di finestrini, in grado di inseguire CX da urlo, ma nel contempo integra un abitacolo a due posti per eventuali passeggeri e, appunto, un potente powertrain elettrico in grado di consentirle di sfrecciare in pista, nel giro “di tre o quattro anni”, o comunque secondo tempistiche dettate da un'aura di fattibilità, proprio alla 24 Ore di Le Mans

La vettura ha una linea estremamente sportiva, quattro motori elettrici e nessun vetro esterno, bensì un complesso di monitor a 360 gradi che eliminano i punti ciechi grazie all'assenza di montanti. È un'auto da corsa autonoma che fa parte di una famiglia di modelli che l'azienda piemontese sta sviluppando, in cui figurano pure una city-car e un veicolo commerciale, al quale stanno lavorando, lontano da occhi indiscreti, gli uffici del gruppo piemontese a Detroit.

Oggi il quartier generale della ED Design è alle porte di Torino, in corso Allamano, e vi sono 160 dipendenti, di cui 120 nel reparto ingegneria e 40 nel design. Il capo di questi ultimi fino a qualche mese fa era dirigente della storica, ma fallita, Bertone Stile nella minuscola Caprie: Michael Robinson ha però portato con sé alcuni "artigiani dell'auto" che realizzavano i modelli del noto carrozziere sabaudo e ha affidato loro un progetto destinato a fare storia...

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