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Capello: "Un duro colpo vedere la macchina nel muro"

Dindo è rammaricato: il suo equipaggio aveva la strategia giusta e la gara in pugno

Capello:
Il finale della 24 Ore di Le Mans 2012 ha regalato una grande delusione per Dindo Capello. Chiaramente il secondo posto non può essere un risultato da buttare, ma la gara si era messa nelle condizioni di regalargli un addio alla grande classica francese davvero memorabile. Fino a due ore dal termine, la Audi R18 e-tron quattro #2 sembrava decisamente in grado di aspirare ad una vittoria che sarebbe stata la quarta di Dindo in quel di Le Mans ed un'affermazione storica, perchè la prima di una vettura ibrida. Inoltre sarebbe arrivata proprio nel giorno del 48esimo compleanno del pilota astigiano. Questo bel quadretto però è stato spazzato via in un attimo, quando Allan McNish, probabilmente tradito dalla presenza di un doppiato, è finito contro le protezioni della Virage du Karting, vanificando tutte le possibilità di vittoria. Fortunatamente per lo scozzese, Capello e Tom Kristensen, però, i meccanici della Casa di Ingolstadt sono stati fenomenali nel fargli perdere solo un giro per le riparazioni, rimandandoli in pista ancora in seconda posizione. Dindo però non se la sente di colpevolizzare troppo il compagno: "Vedere la macchina nel muro è stato un duro colpo, perchè eravamo piuttosto ottimisti. Avevamo un'ottima chance di vincere la gara. Con Allan Abbiamo parlato dopo la gara e devo dire che lo conosco da tanti anni, perchè abbiamo corso insieme diverse volte, ma non l'avevo mai visto così abbattuto". Anzi, ha anche avuto la forza di scherzare sull'accaduto: "Ho cercato di tirarlo su dicendogli che sarebbe potuto capitare anche a me o a Kristensen. Che si vince insieme o si perde insieme. Poi però gli ho detto: vinciamo il Mondiale Endurance e mi dimenticherò tutto!". Il dispiacere più grosso è dato proprio dal fatto che la strategia sembrava poter sorridere al suo equipaggio fino a quel momento: "Ovviamente sono dispiaciuto, anche perchè credo che dal punto di vista della strategia fossimo messi meglio rispetto ai nostri compagni. Probabilmente avrebbero dovuto fare una sosta in più e quella sarebbe stata la nostra carta vincente".

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