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Alpine torna a Le Mans mostrando un buon potenziale

Senza le disavventure delle prime ore, forse avrebbe anche potuto lottare per il podio di LMP2

A 35 anni dalla vittoria di Jean-Pierre Dassaud e di Didier Pironi, lo storico marchio Alpine ha fatto il suo ritorno alla 24 Ore di Le Mans e si può dire che l'obiettivo è stato raggiunto: essendo stato deciso appena tre mesi fa di allestire questo programma in collaborazione con la Signatech, la speranza era quella di vedere la bandiera a scacchi e l'equipaggio composto da Tristan Gommendy, Pierre Ragues e Nelson Panciatici ha tagliato il traguardo in 15esima posizione assoluta, la nona di classe LMP2. Un risultato che avrebbe potuto anche essere migliore se la vettura non fosse stata costretta a due lunghi stop, il primo dovuto ad una foratura avvenuta nei primi minuti di gara ed il secondo invece per un problema con una sospensione che ha finito per danneggiare il retrotreno, costringendo anche Gommendy ad un rientro ai box davvero complesso visto che il tutto è accaduto a Tertre Rouge. Un insieme di disavventure che sono costate circa 50 minuti all'equipaggio transalpino, quindi quasi l'intero gap di 13 tornate che hanno pagato rispetto ai vincitori di classe della OAK Racing. Se il buon giorno si vede dal mattino, ci si può attendere un futuro piuttosto roseo per la questa compagine, che ha dovuto anche lottare con l'adattamento della sua vettura alle gomme Michelin (pur essendo rebrandizzata Alpine ed adattata a queste esigenze, si tratta di una ORECA-Nissan, vettura nata per correre con le Dunlop). Come dice un proverbio poi, non tutto il male viene per nuocere, dato che il pronto intervento della squadra nelle riparazioni sulla vettura numero 36 è valso anche il Premio ESCRA, ovvero quello destinato alla miglior assistenza tecnica della 24 Ore. "Questa edizione è stata particolarmente difficile. Abbiamo fatto alcuni piccoli errori e siamo stati anche sfortunati nella prima parte della corsa, ma credo che possiamo dire di aver fatto del nostro meglio per risalire" ha detto Gommendy a fine gara. "Alla fine poi mi sentivo particolarmente a mio agio con la vettura e si è visto nei tempi: l'ultimo stint è stato davvero piacevole. E sicuramente porterò un bel ricordo dell'aver contribuito al ritorno di Alpine a Le Mans". Anche un veterano come Ragues, alla sua settima classica de la Sarthe, ha parlato di una gara difficile: "Credo che questa sia stata la più dura alla quale io abbia partecipato. La pioggia che andava e veniva ha reso la pista in continua evoluzione. Il nostro obiettivo principale era quello di vedere il traguardo, soprattutto dopo quello che è successo nelle prime ore. Da parte mia ho dato il massimo, anche se c'è un pizzico di delusione perchè credo che potessimo anche ambire al podio". Soddisfatto della rimonta invece Nelson Panciatici: "Penso che abbiamo dimostrato il nostro potenziale. I tempi sul giro fanno capire che eravamo in risalita. Ovviamente il risultato finale è un pizzico deludente, perchè credo che ci sia un grande potenziale in questa squadra e nella Alpine A450. Abbiamo provato a farlo vedere a tutti".

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