Indy 500, Honda si vendica: veto su Alonso da Andretti
La Casa giapponese si è messa di traverso alla trattativa fra il campione spagnolo e la squadra americana per disputare la 500 Miglia di Indianapolis con una monoposto competitiva. E la presenza nel catino diventa complicata.

La Honda non dimentica. La Casa giapponese ha rivisto la luce la scorsa stagione dopo tre anni di grandi difficoltà condivise con la McLaren e con Fernando Alonso, un periodo buio che in casa Honda sperano di aver messo definitivamente alle spalle.
Nei momenti di difficoltà i responsabili del programma Formula 1 hanno sofferto in silenzio, evitando commenti al di fuori delle mura della sede di Sakura ed incassando critiche pesanti derivanti dalla mancanza di competitività.
Uno dei colpi più duri che ha dovuto accusato l’immagine della Honda è stato l’ormai celebre “GP2 engine” pronunciato via-radio da Alonso nel corso del Gran Premio del Giappone del 2015.
Recentemente lo spagnolo è tornato sull’episodio:
“Era un periodo di frustrazione e, forse, non avrei dovuto dire quella frase, ma non l’ho pronunciata davanti alle televisioni o in conferenza stampa. Stavo parlando col mio ingegnere ed era una conversazione privata".
"Non doveva essere resa pubblica, ma il motore proprio non andava. Nel primo anno, nel corso dei test invernali a Jerez, abbiamo compiuto appena sette giri in quattro giorni. Adesso la Honda riesce a vincere delle gare e ricevo molti messaggi di scherno sul fatto che quello che avevo definito GP2 engine è ora competitivo".
"Sono contento per loro, ma il motore che avevo sulla mia McLaren non può certamente essere paragonato a quello che ha consentito a Verstappen di vincere in Brasile”.
I rapporti tra Alonso e la Honda non si sono ovviamente conclusi nel modo migliore, ma non sono solo gli ‘sberleffi’ a infastidire lo spagnolo. Non è un segreto che il due volte campione del Mondo stia puntando con decisione alla conquista della Tripla Corona, obiettivo che Fernando centrerebbe aggiudicandosi la 500 miglia di Indianapolis, ma per farlo non potrà contare sui motori Honda a causa del veto giunto dalla Casa giapponese.
L’indiscrezione è arrivata da Racer, secondo cui il team Andretti Autosport avrebbe ricevuto una risposta negativa dai vertici della Honda dopo aver inoltrato la richiesta di poter schierare alla 500 Miglia una monoposto in più per Alonso.
Un programma che avrebbe avuto un seguito dopo l’appuntamento di Indianapolis con la disputa di altre gare, e che nei piani avrebbe dovuto essere annunciato in questi giorni.
Il sodalizio Alonso-Andretti che permise a Fernando nel 2017 di esordire in modo esemplare nella 500 miglia (lo spagnolo fu costretto al ritiro per il cedimento del motore quando era in lotta per la vittoria, non potrà quindi avere un seguito.
Se vorrà essere al via sul catino dell’indiana il prossimo mese di maggio, Alonso dovrà puntare su un team motorizzato Chevy, come accaduto nella deludente edizione 2019 in cui Fernando mancò la qualificazione con la McLaren equipaggiata con il motore statunitense.
La decisione della Honda mette sul mercato una monoposto decisamente ambita per la Indy 500 come quella del team Andretti, mentre per Alonso non restano molte opportunità aperte con i team più competitivi motorizzati Chevy.
Penske e Carpenter non intendono aggiungere una monoposto in più al loro programma, riducendo le chance di essere al via a McLaren, D&R, A.J. Foyt e DragonSpeed.
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