Filippi: "Con Coyne punto a risultati di rilievo"
Il pilota piemontese inizia la prima stagione completa in Indycar con il team di Dale Coyne: Luca Filippi sui circuiti stradali e cittadini punta al podio, mentre negli ovali è pronto a imparare. Aspetta la 500 Miglia di Indy con trepidazione.
Luca Filippi, Dale Coyne Racing Honda
IndyCar Series
Luca Filippi è un esempio di determinazione. In un periodo storico nel quale iniziare nuove avventure senza supporti economici è diventata un’impresa ai limiti dell’impossibile, il pilota piemontese è riuscito a farsi strada in una serie di alto livello come la Indycar.
L'avventura Usa è iniziata con delle gare spot, poi la prima stagione sui tracciati stradali e cittadini, e infine, nel 2016, ecco che la chance per disputare l’intero campionato, ovali compresi.
Una novità assoluta per Luca, ma nei recenti test sul Phoenix International Raceway ha sorpreso tutti i presenti chiudendo con il sesto tempo assoluto. L’esordio stagionale è alle porte (il campionato inizierà domenica prossima sul tracciato di St. Petersburg), ma prima facciamo un passo indietro, e torniamo allo scorso inverno, che ha visto Filippi alle prese con una notizia poco piacevole quando già assaporava una stagione “bis” nel team di CFH Racing.
Sembrava dovessi trascorrere un inverno sereno dopo tanti anni di lotte….
“In inverno sono stato per lo più sereno, perché comunque lo scorso anno credo di aver fatto un buon lavoro. Ho raggiunto due obiettivi: aver conquistato il mio primo podio in Indycar, un podio cercato e credo meritato, ed essere riuscito a garantire al team un rendimento solido e costante. Ho commesso un solo errore nell’arco di tutto il campionato".
"Eravamo a Detroit in condizioni difficili: mi sono innervosito e ho sbagliato. Ma è stata l’unica sbavatura della stagione. Al di là di questa occasione, quando le cose non sono andate bene è stato per problemi tecnici o di strategia. La macchina l’ho sempre riportata ai box intera, e le performance sono state in crescendo. A Toronto, Mid Ohio e Sonoma siamo stati molto competitivi”.
Poi cosa è successo?
“La squadra voleva proseguire nel 2016 con me e Newgarden. Sono stati contenti di quanto abbiamo fatto insieme lo scorso anno, e non lo hanno nascosto. Poi purtroppo le cose per il team non sono andate come sperato sul fronte economico, e mi sono ritrovato a piedi in un periodo in cui la pianificazione della stagione era già di solito fatta”.
Hai avuto paura di ritrovarti a piedi?
“Per fortuna ho sempre avuto dei contatti con altre squadre. A dire il vero sono stato impegnatissimo fino agli ultimi giorni del 2015. Ho proseguito il mio lavoro con Sky e con la Pirelli nelle vesti di collaudatore. Il 23 dicembre abbiamo concluso i test in Bahrain! Quindi mi sono rituffato nella pianificazione di questa stagione ai primi giorni del 2016”.
Ed è arrivata la chiamata di Dale Coyne. Come è andata?
“Con Coyne c’è sempre stato un bel rapporto. Lo scorso anno ogni volta che ci incrociavamo nel paddock mi salutava e mi faceva i complimenti. Avevamo già parlato un anno fa della possibilità di correre con lui, e quando all’inizio del 2016 sono stato libero, ci siamo ritrovati nella condizione giusta per lavorare insieme. Lui aveva una macchina già firmata, con Conor Daly, e credo che in me abbia visto un pilota con un po’ d’esperienza e soprattutto con il potenziale per poter puntare a qualcosa di importante”.
Ti sei già posto degli obiettivi?
“Sulle piste stradali e cittadine punto a risultati di rilievo, conosco tutti i tracciati a parte Road America, mentre Boston sarà nuova per tutti. Non è facile, perché gli avversari sono di altissimo livello, ma rispetto allo scorso anno, quando nella maggior parte dei casi dovevo iniziare il weekend familiarizzando con la pista, ho un problema in meno”.
E sugli ovali?
“Capitolo a parte. Dentro di me credo di poter far bene anche li. Magari non subito, ma credo di potercela fare. I primi test hanno fornito indicazioni molto positive. Nel calendario 2016 ci sono cinque tracciati ovali, e tutti differenti tra loro. Il primo approccio è stato positivo, ma sono solo all’inizio di un percorso di crescita”.
Certo che prendere parte alla centesima 500 miglia di Indianapolis è un’opportunità da brividi.
“Si, e sono davvero molto contento di averla. Spero di far onore alla scuola italiana. E’ una gara che dura quasi.. un mese! Quindi voglio approcciarla con calma, evitando di commettere errori. Mi confronterò con avversari che hanno un’esperienza enorme su questa pista, ma in quanto ad entusiasmo e voglia di far bene non ho nulla da temere”.
Ti stabilirai negli Usa come nel 2015?
“Mi sto organizzando con moglie e figlia. Non so se starò ancora ad Indianapolis come lo scorso anno, perché la squadra è a Chicago. Indianapolis è una sede comoda per il mese di maggio, quando si svolge la gara, ma si viaggia talmente tanto che a stagione in corso si vive quasi sempre in hotel. Vedremo, ma di sicuro non farò il pendolare dall’Europa”.
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