IMSA | Rigon e Serra: com'è l'Endurance USA con la Ferrari 296
La coppia del Cavallino Rampante è reduce dal podio di Watkins Glen e sta affrontando nuovamente assieme l'avventura Endurance nella serie americana, ma con la nuovissima vettura di Maranello: ecco il racconto.
Prosegue l’avventura sportiva in terra americana di Davide Rigon e Daniel Serra che dalla stagione in corso hanno portato al debutto la Ferrari 296 GT3 nella Endurance Cup dell’IMSA SportsCar Championship.
Dopo aver conquistato il titolo Piloti in classe GTD Pro nel 2022, con la 488 GT3 Evo 2020, i piloti ufficiali della Casa di Maranello hanno già archiviato i primi tre appuntamenti dell’annata 2023, la 24 Ore di Daytona, la 12 Ore di Sebring e la 6 Ore di Watkins Glen con la nuova vettura derivata dalla serie portata in gara dal team Risi Competizione.
In prospettiva per la coppia italo-brasiliana vi è la Petit Le Mans, che si corre a Road Atlanta nel fine settimana del 14 ottobre.
#62: Risi Competizione, Ferrari 296 GT3, GTD PRO: Davide Rigon, Daniel Serra
Photo by: Art Fleischmann
Risultati in crescendo
“Al debutto di Daytona la 296 GT3 era stata eccessivamente penalizzata in termini di Balance of Performance, mentre a Sebring con i nuovi parametri abbiamo iniziato a divertirci maggiormente nel guidare la nostra vettura, pur continuando a soffrire in termini di velocità. Il punto di svolta è arrivato a Watkins Glen quando abbiamo intuito che le nostre potenzialità stavano aumentando”, racconta il 37enne Rigon.
Il podio al Glen
Una gara, la storica 6 Ore del Glen che si corre sul tracciato lungo 5,47 chilometri, conclusa al secondo posto per la coppia che condivide la vettura numero 62 del team Risi Competizione.
“C’è un po’ di rammarico per aver terminato secondi, con la corsa caratterizzata nel finale da una bandiera gialla quando eravamo in lizza per il successo. In ogni caso il risultato è stato positivo, la vettura ha dato il meglio specialmente sulle curve che si affrontano a medio-alta velocità, mentre soffriamo ancora un po’ in termini di velocità assoluta sui rettilinei”, analizza il 39enne brasiliano.
#62: Risi Competizione, Ferrari 296 GT3, GTD PRO: Davide Rigon, Daniel Serra, #14: Vasser Sullivan, Lexus RC F GT3, GTD PRO: Jack Hawksworth, Ben Barnicoat, #3: Corvette Racing, Corvette C8.R GTD, GTD PRO: Antonio Garcia, Jordan Taylor, podium
Photo by: Michael L. Levitt / Motorsport Images
Gli obiettivi
In attesa del quarto e ultimo appuntamento della Endurance Cup, Rigon e Serra analizzano i punti favorevoli per la Ferrari 296 GT3.
“Le caratteristiche della pista di Road Atlanta sono simili a quelle del Glen quindi abbiamo buone potenzialità. Sarà importante rimanere fuori dal traffico ed evitare ogni errore”, dice il pilota veneto.
"L’obiettivo della Petit Le Mans sarà quello di vincere l’ultima gara endurance della stagione che si corre su una delle piste che amo di più in assoluto” aggiunge Serra.
Colleghi e amici
Rigon e Serra hanno arricchito la propria personale bacheca vincendo il titolo nell’IMSA nella stagione 2022, un successo che ha permesso loro di irrobustire un rapporto fondato sulla fiducia reciproca.
“Chi è Daniel? Una persona affidabile. Sono sempre certo che andrà fortissimo, come o più di me, e che mi consegnerà la macchina in ottime condizioni quando sarà il mio turno” racconta Rigon.
“Davide è il compagno di squadra dei sogni – sorride Serra – Un professionista che commette pochissimi errori con il quale è un piacere condividere l’abitacolo”.
#62 Risi Competizione Ferrari 296 GT3: Daniel Serra, Davide Rigon, Gabriel Casagrande
Photo by: Jake Galstad / Motorsport Images
Le corse americane
Piste che fondono storia e tradizione e un pubblico di appassionati che interpreta il motorsport con una filosofia unica: le corse oltre Atlantico esercitano un fascino straordinario tra gli appassionati.
“Ho scoperto appieno tutto questo da un paio di stagioni, da quando partecipo a tutte le corse di durata dell’IMSA, mentre in passato ero iscritto solo alla 24 Ore di Daytona – commenta Rigon – Amo le corse statunitensi perché tra piloti e meccanici, anche di team differenti, si respira un clima particolare, come se fossimo tutti una grande famiglia”.
Serra aggiunge: “L’IMSA è uno dei miei campionati preferiti perché la gara è ‘aperta’ sino alla fine, e anche se hai dei problemi o commetti piccoli errori hai l’occasione per provare a tornare in corsa per un buon piazzamento. Gli ultimi giri sono sempre emozionanti e imprevedibili”.
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