Ferrari: come migliora la 296 GT3 levando il...peso sullo stomaco
Le prime gare della nuova vettura di Maranello sono state difficili dovendo affrontare un BoP che ha sorpreso i tecnici del Cavallino Rampante costringendoli agli straordinari, ma le basi sono buone e lo sviluppo procede con segnali positivi confermati dai primi successi in pista.
Sono passati quasi 5 mesi dall'esordio della Ferrari 296 GT3 sulle piste di tutto il mondo e cominciano ad arrivare i primi risultati di livello per la nuova vettura del Cavallino Rampante.
Tutti ricorderanno l'avvio in salita patito alla 24h di Daytona, del quale vi avevamo già parlato con alcuni dettagli nel corso del primo evento dell'IMSA SportsCar Championship. Nel frattempo l'erede della gloriosa 488 ha continuato a macinare km non solo nei test, ma anche in altre gare, riuscendo a conseguire le prime vittorie su un tracciato particolarmente ostico - forse il maggiore di tutti - come il Nürburgring Nordschleife durante gli eventi della serie NLS.
Eppure c'è ancora chi freme nel vedere la neonata GT3 di Maranello sul gradino più alto del podio un po' ovunque, ma oltre all'ormai nota pazienza che serve quando si è alle prese con una novità, bisogna anche fare chiarezza su alcuni aspetti molto importanti che spiegano il perché non abbiamo a che fare con un'ammazza-avversari.
#51 AF Corse Ferrari 296 GT3: Robert Shwartzman, Niklas Nielsen, Alessio Rovera
Photo by: Luca Rossini
Il peccato originale
Ogni problema che può manifestarsi su una vettura nuova fa parte della gioventù del progetto, nonostante i test di sviluppo si siano protratti per quasi un anno, che ovviamente sono situazioni di lavoro ben diverse rispetto a quando sei in pista con altri.
Anche la 488 all'epoca degli esordi ebbe alcuni grattacapi, ma come poi tutti sappiamo è diventata una delle GT3 più vincenti della storia e tra le Ferrari GT, grazie ad una serie di interventi su controlli del motore, ottimizzazione dell'erogazione di potenza e riduzione del turbo-lag eseguiti nell'arco degli anni, arrivando alla precisione di ogni parametro imposto da FIA, organizzatori di campionati, e soprattutto dal famigerato Balance Of Performance.
Ovviamente la 296 è all'inizio della sua vita e di conseguenza anche di questi processi - con alcune caratteristiche differenti a livello tecnico rispetto alla 488 - i quali richiedono un minuzioso lavoro di affinamento e relativa pazienza.
E pure sul discorso set-up c'è ancora da fare, cominciando da pesi e ripartizioni; le situazioni che possono verificarsi nelle prove sono molto diverse in confronto a quelle delle gare vere e proprie, con ripercussioni inevitabili sul comportamento vettura.
"Essere costretti a misurarci con gli altri in situazioni di difficoltà, sicuramente aiuta a far emergere le aree della vettura dove possiamo maggiormente focalizzare l'attenzione per migliorare, il che per me è molto positivo", spiega a Motorsport.com l'Ingegner Ferdinando Cannizzo, responsabile dei programmi GT ed endurance della Ferrari.
#023: Triarsi Competizione Ferrari 296 GT3: Charles Scardina, Onofrio Triarsi, Alessio Rovera
Photo by: Jake Galstad / Motorsport Images
Daytona, una brutta sorpresa
Lo sviluppo che era cominciato a giugno 2022 è stato improntato per restare nella finestra di prestazioni prevista dalla FIA, con un peso preventivato tra i 1250kg e i 1300kg, ma a Daytona il BoP per la 296 è stato fissato a 1365kg di peso minimo, senza considerare pilota e carburante a bordo.
Una bella discrepanza rispetto a ciò che era lo scenario su cui si era lavorato nei mesi antecedenti l'omologazione, rimescolando a sorpresa le carte a tecnici, ingegneri e piloti che si sono dovuti... 'inventare' qualcosa per avere la miglior distribuzione dei pesi possibile all'interno dell'abitacolo in quella situazione, cosa importantissima quando poi si deve sistemare l'assetto.
Il problema del BoP per il primo round dell'IMSA è noto che abbia coinvolto anche le altre GT3 di nuova generazione, come ad esempio la Porsche 911-992, oltre a quelle aggiornate col kit Evo come la Lamborghini Huracan. Il tutto nasce dal fatto che la FIA aveva condiviso con i tecnici della serie americana solo una sintesi dei dati raccolti nelle prove aerodinamiche in galleria del vento in sede di omologazione.
Molto probabilmente la scelta effettuata dagli addetti ai lavori IMSA era eccessivamente prudente con le nuove vetture al debutto in pista. Il guaio è che cambiando le mappature e i pesi che rientrano in questa media, il confronto diventa tra due cose totalmente differenti, quindi abbastanza inutile al fine di arrivare ad una serie di parametri da adottare per un evento.
#47 Cetilar Racing Ferrari 296 GT3: Roberto Lacorte, Giorgio Sernagiotto, Antonio Fuoco, Alessandro Balzan
Photo by: Jake Galstad / Motorsport Images
A questo aggiungiamo anche che IMSA non ha tenuto conto dei risultati di Test e Prove Libere, e perciò non ha modificato il BoP per la 24h. La prova che a Daytona qualcosa fosse sbagliato è infatti giunta presto, ben visibile dai risultati effettivamente raggiunti nel corso della gara. E ciò ha influito non solo sulla 296, ma anche per Lamborghini e Porsche che hanno sofferto enormemente.
Una reazione per la successiva gara di Sebring in effetti c'è stata, ma il sistema IMSA per modificare il BoP è basato sui tempi registrati nell'evento precedente; considerate tutte le caratteristiche delle corse americane, dove vista la gran quantità di neutralizzazioni che si verificano spesso talvolta le strategie approntate non vanno nella direzione di spingere al massimo dalla prima all’ultima ora, ecco che la media dei crono non sempre rispecchia il reale potenziale dei mezzi.
Dopo Sebring, qualche passo avanti in più lo si potrà ancora vedere nelle prossime gare endurance a Stelle e Strisce. In generale, il peso in più che a Maranello si sono ritrovati a dover mettere a bordo ha scompigliato i piani di set-up della vettura, sia a livello meccanico (sospensioni e carico aerodinamico in primis) che dal punto di vista elettronico di controlli nell'erogazione di potenza e quant'altro.
Tutte cose che nei test erano parse a posto con grande soddisfazione di piloti e ingegneri, salvo poi fare i conti con altri aspetti da migliorare, e che hanno colto un po' di sorpresa gli uomini in Rosso.
Come detto sopra, c'è poi da valutare anche il comportamento vettura nel traffico e in scia ad altre rivali, cosa molto difficile da tenere conto quando la si progetta tra simulazione e galleria. Dettagli che vengono a galla appieno solo in un weekend di gara e quindi migliorabili con l’esperienza in pista.
#62 Risi Competizione Ferrari 296 GT3: Daniel Serra, Davide Rigon, Gabriel Casagrande
Photo by: Jake Galstad / Motorsport Images
Monza, tra conferme e analisi
L'altro evento su cui focalizzarsi è stata la 3h di Monza del GT World Challenge Europe disputata a fine aprile. Qui, ad esempio, le problematiche di peso (fissato a 1306kg) e controllo motore sono state all'ordine del giorno perché le 296 hanno patito molto nel primo e nel terzo settore, ossia quelli dove conta maggiormente la velocità di punta.
Al contrario, nei tratti guidati ecco che le battaglie vedevano gli equipaggi di AF Corse-Francorchamps Motors rifarsi sotto prepotentemente, tant'è che gli stessi piloti si erano mostrati piuttosto contenti del comportamento del loro mezzo, non sufficientemente veloce però per seguire sui lunghi rettilinei brianzoli le altre auto.
"Abbiamo una lista di 3-4 punti che abbiamo identificato dopo Monza, sui quali sappiamo che si può fare di più. Questo è venuto fuori ritrovandoci a correre in condizioni difficili", sottolinea Cannizzo, che poi fa un paragone con quanto portato a casa al Nürburgring in NLS.
"Sul Nordschleife siamo andati molto bene centrando un risultato eccezionale con grande soddisfazione di piloti e team. Le prestazioni in termini di velocità massima contano molto se guardiamo al lungo rettilineo finale, ma non sono cruciali come a Daytona e Monza. Nel complesso, quella pista ha esaltato le caratteristiche di maneggevolezza e facilità di guida".
"A Monza e Daytona le difficoltà sono emerse maggiormente perché faticavamo ad avere le medesime prestazioni dei nostri rivali avendo tratti di pista molto veloci. Ma il punto di vista positivo per noi ingegneri è aver avuto la possibilità di evidenziare quelle aree di miglioramento dove focalizzare l'attenzione più di altre, in modo da lavorare sulla crescita del mezzo nei prossimi mesi e in vista del prossimo anno".
#22 WTM by Rinaldi Racing Ferrari 296 GT3: Leonard Weiss, Jochen Krumbach, Indy Dontje
Photo by: Alexander Trienitz
Pronti a battersi sul Ring
Di cose da fare ce ne sono tante, ancora, e per questo di prove tra una gara e l'altra la Ferrari 296 GT3 ne ha affrontate. Anche perché da evidenziare c'è pure il rendimento delle gomme, fatto che conta parecchio nel comportamento generale di una macchina.
Ogni km percorso serve dunque per provare a sistemare le cose con le coperture fornite dalla Michelin per l'IMSA e con le Pirelli che le 296 montano nel GTWC, il cui prossimo evento di Endurance Cup è fissato al Paul Ricard. Nel frattempo, oltre alla già citata pazienza, si guarderà molto anche ai cambiamenti di BoP per poter avere finalmente una Rossa capace di giocarsela con tutti.
"Lo sviluppo della vettura per certi versi non si è mai interrotto, se non per affrontare le prime gare dove sono stati raccolti dati e informazioni, sulle cui basi ripartiremo. Dobbiamo essere pazienti perché ritengo che la base della vettura sia decisamente buona", conclude Cannizzo.
"Come ogni progetto nuovo è ovvio che alle prime esperienze non tutto sia perfetto e che ci sia sempre qualcosa da poter migliorare. E' stato così per la 488, lo è anche per la 499P. Per la 296 GT3 i risultati ottenuti sul Nordschleife dimostrano che le basi sono solide ed ora non possiamo far altro che continuare a crescere".
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