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Intervista

Coletta: "La Ferrari nel 2017 vuole tornare a vincere a Le Mans!"

Intervista esclusiva con Antonello Coletta, direttore di Competizioni GT e Corse Clienti di Ferrari. Il 2017 sarà l'anno del debutto della 488 Challenge dove sono attesi numeri da record che non si vedevano da anni.

Sergio Marchionne, Ferrari President and CEO of Fiat Chrysler Automobiles with Ferrari F1 Clienti

Sergio Marchionne, Ferrari President and CEO of Fiat Chrysler Automobiles with Ferrari F1 Clienti

Ferrari

James Calado; Davide Rigon; Sam Bird; Andrea Bertolini
#71 AF Corse Ferrari 488 GTE: Davide Rigon, Sam Bird
#51 AF Corse Ferrari 488 GTE: Gianmaria Bruni, James Calado
La Ferrari 488 Challenge
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La Ferrari 488 Challenge
Ferrari 488 Challenge
La Ferrari 488 Challenge
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Ferrari 488 Challenge, abitacolo
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Tutti i piloti ai Finali Mondiali
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Ferrari FXX K
Conferenza stampa Finali Mondiali Ferrari: Sergio Marchionne, Presidente Ferrari e CEO Fiat Chrysler Automobiles
Ferrari 488 GTE
Ferrari FXX K
Ferrari FXX K
#71 AF Corse Ferrari 488 GTE: Sam Bird
#51 AF Corse Ferrari 488 GTE: Gianmaria Bruni, James Calado
#71 AF Corse Ferrari 488 GTE: Davide Rigon, Sam Bird
#51 AF Corse Ferrari 488 GTE: Gianmaria Bruni

L’anno prossimo per Antonello Coletta ci sarà una coincidenza di cifre tonde: nel 2017 la Ferrari festeggerà i 70 anni di storia, mentre il direttore di Competizioni GT e Corse Clienti del Cavallino il 27 febbraio spegnerà 50 candeline sulla torta di compleanno, anticipando l’inizio del 20esimo anno a Maranello. Il romano è un manager ancora giovane, ma vanta un vissuto degno degli uomini più esperti nella squadra del presidente Sergio Marchionne.

Un pilastro che non ama le luci dei riflettori, ma il lavoro, spesso oscuro, che viene macinato tutti i giorni alla ricerca dei risultati. Nel mercato come in pista. E alla fine di un sofferto 2016 sono arrivate le soddisfazioni: il titolo mondiale Costruttori nel WEC con le 488 GTE dell’Af Corse condotte da Bruni-Calado e Rigon-Bird.

In realtà il bilancio del Cavallino è lusinghiero perché il Motorsport, Formula 1 a parte, sembra aver inserito una marcia in più e un marchio così legato alle competizioni non poteva che trarne un giovamento…

“E’ stata una stagione importante per le attività sportive GT che si dividono in Corse Clienti e Competizioni GT. Per quanto riguarda Corse Clienti è stata un’annata importantissima perché abbiamo riportato il Ferrari Challenge ai numeri ai quali eravamo abituati quando abbiamo lanciato la 458, per cui abbiamo avuto una costanza di partecipazioni che è stata fra le 37 e le 40 vetture a gara. Si tratta di cifre rilevanti perché eravamo già al sesto anno di vita di questa macchina, mentre i modelli precedenti hanno avuto una vita di cinque stagioni. Addirittura arriveremo a 6+1 perché nel prossimo anno le 458 saranno ancora accettate anche se arriverà la 488”.

 “Lo stesso trend positivo lo abbiamo avuto nell’Apac e in Nord America. E, infatti, nelle Finali Mondiali di Daytona c’erano quasi 80 Challenge presenti, un numero che non vedevamo da tantissimo tempo. Questo sta a testimoniare che la formula funziona e il campionato riscuote interesse: tutto ciò dovrebbe essere propedeutico alla prossima stagione dove per altro per la sola Europa abbiamo già portato a casa 27 iscrizioni 2017”.

A Daytona la 488 Challenge è stata mostrata per la prima volta: i clienti hanno deciso di comprarla sulla… carta senza averla provata?
“Questa è una cosa che ci ha lasciato molto contenti. Si tratta di un fatto mai successo in passato: è una novità tornare a casa con delle iscrizioni già formalizzate solo dopo aver mostrato la macchina nuova. Devo dire che nelle precedenti presentazioni andavamo in pista con la vettura dopo il lancio, per cui i clienti avevano l’opportunità di provare la nuova vettura. Questa volta, invece, la fiducia è stata tale che è bastato vederla! La 488 Challenge è molto bella, ma credo che nella scelta abbia contato anche il servizio che la Ferrari riesce a dare ai propri clienti sportivi”.

Allarghiamo l’analisi a Formula 1 Clienti…
“Anche qui siamo tornati a dodici/tredici macchine per evidenziare che abbiamo invertito la tendenza che aveva visto i numeri flettere negli anni passati. Un segno che è diventato macroscopico con il Programma XX. In questo ambito siamo arrivati a toccare punte di 40 vetture ad evento, vale a dire il doppio rispetto allo scorso anno. Questo è un grande successo!”.

A cos’è dovuta questa esplosione dei numeri?
“Credo che dopo anni nei quali la crisi economica che c’è stata e ha colpito anche noi come altri Costruttori impegnati nel mondo del Motorsport, abbiamo percorso nuove strade per esplorare il mercato, nella convinzione di aver raggiunto un livello tale da soddisfare clienti importanti. Nel mondo XX abbiamo fatto un grosso lavoro di riposizionamento della 599, vetture che dopo cinque anni di attività non tutti continuavano a usare, perché alcuni avevano perso la volontà di partecipare ai nostri eventi, magari per questioni personali. E allora abbiamo cercato nuovi clienti che fossero interessati a rilevare le 599 ferme, ritrovando così venti vetture in pista”.

È vero che le Formula 1 ibride sono problematiche da vendere?
“Si sta leggendo molto su questo argomento, ma ci sono troppi allarmismi. Prima di tutto va detto che non siamo ancora arrivati a vendere le monoposto con le power unit, perché stiamo ancora proponendo quelle degli anni precedenti, ma ci siamo posti il problema e ci stiamo lavorando per capire quale possa essere la migliore strategia possibile da adottare. È vero: il problema non è di facile soluzione, ma le vetture le gestiamo noi, perché è il nostro personale che ci mette le mani e, dunque, sarebbe di nostro interesse mantenere attive anche queste F.1 così complesse. Ma non abbiamo ancora definito lo scenario futuro…”.

Da quando sono acquistabili le monoposto di Formula 1?
“Normalmente vanno sul mercato due o tre anni dopo che hanno smesso di correre. L’anno prossimo dovremo affrontare il tema, ma è risolvibile. Nel passato si spingeva un bottone e la macchina andava in moto, poi è arrivata l’elettronica e le cose si sono complicate. Troveremo la giusta soluzione pure con le power unit…”.

C’è stata una ripresa anche dei corsi di pilotaggio Ferrari…
“Sono andati molto bene: abbiamo avuto quasi 700 clienti che si sono alternati nelle manifestazioni che organizziamo per loro a Fiorano e Varano, andando oltre a quelle che erano le aspettative, per cui siamo soddisfatti”.

Nel WEC è arrivato il quarto titolo Costruttori in cinque edizioni...
“Nelle competizioni GT risalta il mondiale Costruttori nel WEC che è il fiore all’occhiello della stagione, ma anche il titolo IMSA nel GTD non è da meno, visto che abbiamo portato a casa anche i successi nella graduatoria piloti e a squadre, senza dimenticare i successi ottenuti nelle varie divisione AM in giro per i vari continenti. Importante anche l’affermazione alla Petit Le Mans che ci ha permesso di mettere alle spalle la vettura che ci ha battuto a Le Mans: l’abbiamo ritrovata e senza situazioni fortuite e condizioni particolari siamo riusciti a metterla dietro”.

Il secondo posto alla 24 Ore di Le Mans resta una spina che ancora punge?
“Ci è rimasto l’amaro in bocca per essere arrivati secondi, ma nell’arco della gara avevamo perso altre due vetture e questo ci ha impedito di arrivare alle ultime ore per giocarci tutte le nostre carte. Ci siamo rifatti a fine stagione e mi auguro che sia stato positivo in vista della prossima stagione, quando altri avversari arriveranno con prodotti nuovi che faranno crescere la competitività del Campionato Endurance”.

Quali sono i piani per il 2017?
“Ci aspettiamo una grande spinta dal Ferrari Challenge: se quest’anno eravamo arrivati a 40 vetture per gara, l’obiettivo è di giungere a 50 nel 2017 con l’introduzione delle 488 Challenge. Se dovessimo riuscirci, toccheremmo il record degli ultimi dieci anni, visto che questi numeri li raggiungevamo ai tempi della 355 e 360, con macchine che a livello gestionale costavano molto meno. Tutto lo staff sta lavorando in questa direzione, ma non sarà facile raggiungere il target per i limiti della produzione della 488 Challenge. Siccome si dovranno consegnare le vetture anche agli altri campionati, almeno all’inizio faremo affidamento anche su una quindicina di macchine vecchie, non potendo soddisfare da subito la domanda per evidenti ragioni di produzione. Con il Programma XX e Formula 1 Clienti, invece, contiamo sulla stabilità”.

E che succederà nel GT?
“Nelle Competizioni GT vogliamo confermare il titolo Costruttori nel WEC, magari andando a centrare quegli obiettivi che ci sono sfuggiti nel 2016, dove la 24 Ore di Le Mans resta il focus principale, senza dimenticare le gare americane come Daytona o Sebring o il titolo piloti del WEC che quest’anno è venuto meno. Va detto che se non abbiamo colto tutto quello che era nei piani è perché non corriamo da soli e la concorrenza è stata forte”.

L’analisi forse è buonista, nel senso che non sono mancate feroci polemiche sull’applicazione del BoP nel WEC…
“Gli organizzatori hanno capito benissimo che non si poteva andare avanti a quel modo perché non si faceva il bene del Campionato che, invece, è bellissimo. È emersa l’esigenza di migliorare il famigerato BoP”.

 “La seconda parte della stagione è stata caratterizzata da discussioni vivaci. Anzi, più che polemiche erano dei chiarimenti per far rispettare le nostre idee. Devo dire che ci siamo trovati ad avere dei confronti forti, ma abbiamo avuto sempre un dialogo aperto con gli organizzatori per cui siamo arrivati all’ultima gara nella condizione di giocarci e vincere il campionato. Si è lasciata una porta aperta per il futuro, in modo da trovare una soluzione che sia accettabile per tutti i Costruttori”.

E quale potrebbe essere la scelta condivisa sul BoP?
“Si sta studiando una sorta di BoP automatico che scatti in funzione dei risultati della macchina, toccando peso e potenza. L’importante è partire con dati certi all’inizio della stagione per fare in modo che non sia l’uomo a intervenire sulle correzioni del Balance, ma un criterio. Si sta discutendo su quale possa essere il migliore. Non c’è ancora un’unità di vedute, ma se non altro siamo tutti seduti intorno ad un tavolo per trovare delle soluzioni condivise”.

Così si uscirà dalle polemiche?
“Oggi si è lamentata la Ferrari, ma domani potrebbe essere qualsiasi altro marchio a ritenere inadeguati gli interventi. Importante è provare a uscire da questa dinamica con un criterio: ci siamo trovati d’accordo tutti: Costruttori, concorrenti e organizzatori. Questo è un bene per il Campionato”.

L’arrivo della nuova Porsche con il motore posteriore-centrale aprirà quanto meno delle discussioni su quale dovrà essere il concetto delle vetture GTE nel futuro, visto che rappresenta un grosso salto in avanti…
“Forse andrebbe definita a monte che cos’è oggi una vettura GT”.

Si risentiranno le stesse polemiche che hanno accompagnato la storia vincente della Maserati MC12 che da molti era considerata un Prototipo vestito da Gran Turismo?
“Questo esempio, forse, lo abbiamo già vissuto quest’anno (con la Ford GT, ndr). E potrebbe essere una strada da percorrere, anche se la nostra filosofia è quella di dire che la macchina che vendiamo per andare tutti i giorni su strada, lotta in pista per vincere le grandi classiche e i campionati che sono destinati a vetture che si possono comprare da un concessionario".

"Detto questo non si può andare contro i “mulini a vento” e allora può essere utile il BoP a bilanciare macchine molto diverse. Altrimenti cambierà lo spirito del GT. Aspettiamo le decisioni della Federazione: per il momento assistiamo alla discesa in campo di vetture che farei fatica a vedere da un concessionario. La 488 GTE rispetta in toto quanto ci era stato chiesto di fare con una vettura che è in produzione…”.

La Formula 1 si giova di alcune figure tecniche che sono cresciute nell’area GT…
“La prima cosa da dire è che la Ferrari è una. Dunque ci sono la Gestione Sportiva e l’area GT, ma in realtà siamo la stessa cosa. La Ferrari ha tanta gente capace al suo interno e, ovviamente, alcune persone che avevano esperienze a ruote coperte ora si occupano delle monoposto. È il segno che all’interno ci si può mettere in evidenza e crescere, senza avere la necessità di andare a prendere la gente in giro, perché l’erba del vicino non è sempre più verde. Inomma, c’è una valorizzazione di chi merita…”.

Enrico Cardile, aerodinamico del settore GT nell’estate è diventato il responsabile del reparto di F. 1…
“E’ la riprova che abbiamo persone capaci. Sono tante ed è giusto dargli la possibilità di crescere. Credo sia molto bello che ciò accada…”.

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