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Augusto Farfus resiste alle Mercedes e regala alla BMW il successo a Macao

Il brasiliano è perfetto per tutta la gara e regala il successo alla casa di Monaco. Engel e Mortara completano il podio, mentre Marciello commette un errore quando era secondo e chiude nono.

#42 BMW Team Schnitzer BMW M6 GT3: Augusto Farfus

Foto di: Alexander Trienitz

#999 Mercedes-AMG Team GruppeM Racing Mercedes - AMG GT3: Raffaele Marciello
#912 Manthey-Racing Porsche 911 GT3 R: Earl Bamber
#991 Craft Bamboo Racing Porsche 911 GT3 R: Mathieu Jaminet
#991 Craft Bamboo Racing Porsche 911 GT3 R: Mathieu Jaminet
#55 Craft Bamboo Racing Porsche 911 GT3 R: Darryl O'Young
#42 BMW Team Schnitzer BMW M6 GT3: Augusto Farfus
#28 Audi Sport Team Rutronik Audi R8 LMS: Christopher Haase
#991 Craft Bamboo Racing Porsche 911 GT3 R: Mathieu Jaminet
#912 Manthey-Racing Porsche 911 GT3 R: Earl Bamber

La BMW e Augusto Farfus hanno piazzato il colpo perfetto. Sono arrivati a Macao in sordina, con una sola vettura contro lo squadrone di tre Mercedes, due Porsche più diversi outsider, e sessione dopo sessione hanno confermato di aver messo in campo l’arma che serve per fare la differenza a Macao. La M6 nelle mani del brasiliano è salita in cattedra nella gara di qualifica, confermando di avere la migliore velocità nel primo settore e nel terzo settore, ovvero i tratti rettilinei del circuito da Guia.

Al via Farfus sapeva che sarebbe stato fondamentale mantenere la prima posizione fino alla staccata della Lisboa, la curva che immette nel lungo tratto cittadino, ed Augusto non ha sbagliato nulla, respingendo senza neanche troppa fatico un timido assalto di Raffaele Marciello. La Mercedes si è confermata visibilmente più veloce nel misto, ma nel tratto cittadino di Macao sorpassare una Gran Turismo è praticamente impossibile anche se chi è davanti decide di dare strada, e Farfus non aveva proprio intenzione di fare favori.

Marciello ha spinto molto restando attaccato alla BMW, ma all’ottavo giro è arrivato un errore alla frenata della Lisboa, costato a Raffaele venti secondi e una gara da ricominciare dalla decima posizione. A quel punto il ruolo di primo inseguitore di Farfus è passato a Maro Engel, ma anche il tedesco una volta arrivato a otto decimi dal leader non ha potuto fare altro che prendere atto dell’impossibilità di attaccare la M6.

“Non ci sono stati sorpassi – ha commentato poi Farfus a fine gara – ma sapevo che sarebbe bastato anche un minimo errore per gettare al vento le possibilità di vincere. Giro dopo giro non ho mai potuto tirare il fiato, anche perché la pista non aveva il grip di ieri, ed in diversi punti è stato difficile gestire il posteriore della vettura. Alla fine i primi tre sono transitati sotto la bandiera a scacchi in meno di due secondi, e non ci sono state safety-car ad azzerare i margini, a conferma di una gara tiratissima”.

Complice l’errore di Marciello (nono al traguardo) in terza posizione ha concluso Edoardo Mortara, che ha vissuto il weekend di Macao nell’inedita veste di comprimario. “Sin dalle prove libere ho visto che mancava velocità massima – ha spiegato l’italiano della Mercedes – si è visto chiaramente nel confronto dei dati con Raffaele e Maro, e così sessione dopo sessione abbiamo provato a eliminare praticamente tutto il carico aerodinamico, nella speranza di migliorare la situazione, ma non ho mai avuto la possibilità di giocarmela alla pari con chi mi precedeva. In generale per me è stato un weekend sofferto, e onestamente non credevo di concludere con un piazzamento sul podio”.

Un podio ben conosciuto da “Edo”, sul quale per l’ultima volta è salito anche lo storico capo del team Schnitzer, CharlyLamm. Sessantatré anni, con oltre quarant’anni di carriera nel team BMW, Lamm ha detto addio da vincente. “Questa è una pista magica – ha spiegato – ed il nostro weekend è stato anch’esso un po' magico. Siamo arrivati qui consapevoli che la Mercedes sarebbe stata il riferimento, ma abbiamo lavorato nella giusta direzione e concluso con un risultato straordinario grazie anche al grande contributo di Augusto”. Poi la commozione si fa largo, ed arriva il giusto tributo degli avversari.

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