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GT Italiano: riviviamo l'evoluzione con Gaudenzio Tavoni

Alla vigilia dello Start della 19° Edizione del Campionato Italiano Gran Turismo a Monza, Motorsport.com ha raggiunto lo storico Ufficio Stampa ACI Sport, Gaudenzio Tavoni. Con lui, cercheremo di scoprire quali sono le aspettative della nuova stagione e ripercorreremo la storia della serie tricolore.

Marius Zug, Gaudenzio Tavoni, Mattia Michelotto, Simone Riccitelli

Marius Zug, Gaudenzio Tavoni, Mattia Michelotto, Simone Riccitelli

ACI Sport

E' tutto pronto per lanciare un segnale positivo per la ripartenza del Paese con ben 34 equipaggi iscritti alla serie Sprint. Grande partecipazione in tutte le classi, su cui svetta la GT3 con sette Ferrari, tre Lamborghini, due Audi, altrettante Honda e una vettura per BMW e Mercedes.

Ricco il parterre anche in GT Cup con undici equipaggi al volante di Ferrari, Lamborghini e Porsche che animano i rispettivi trofei monomarca, così come nella GT4 dove Porsche e Mercedes lanciano la sfida a BMW.

Manca poco al primo semaforo verde della stagione, quali sono le tue sensazioni alla vigilia?
"Sensazioni molto positive, senza dubbio, di ottimismo e soddisfazione per l’ottimo lavoro svolto durante l’inverno da tutta la nostra squadra di ACI Sport. E’ stata un’attività corale, che ha permesso di schierare ben 34 vetture nella prima gara di Monza, un grande risultato considerato il momento critico che stiamo attraversando a causa della pandemia. E proprio nel comunicato stampa di presentazione della gara ho espresso questo mio ottimismo titolando 'C’è voglia di ripartire e il GT italiano lo fa alla grande con 34 equipaggi iscritti' ”.

Diciotto stagioni alle spalle, hai visto evolversi il Campionato, tra piloti e macchine di ogni tipo. Quali sono le auto che più ti hanno colpito e i piloti che ti hanno suscitato più emozione?
"E’ difficile fare una graduatoria sia di vetture che di piloti. Ogni edizione ha avuto fantastiche auto e grandi protagonisti. Potrei confessare che la Maserati MC12 è quella che più mi ha affascinato come linea, la Lister Storm la giudico la più originale, così come l’attuale Ferrari 488 la più tecnologica, ma non voglio fare torto a nessuna vettura che ha animato queste 18 edizioni del tricolore GT, tutte hanno lasciato il segno nel mio cuore e in quello degli appassionati. Anche per i piloti è impossibile stilare un podio, ma se mi chiedi quello che più mi ha emozionato non ho dubbi: Vito Postiglione. Lo conosco sin dai tempi della Renault e mi ha sempre colpito la sua determinazione e, naturalmente, le sue grandi doti di guida, che gli hanno permesso di conquistare tante vittorie, tra cui il titolo GT3 nel 2013 con la Porsche di Ebimotors in coppia con Luigi Lucchini. Ultimamente poi due eventi luttuosi lo hanno colpito nei suoi affetti più cari, ma lui ha sempre saputo reagire da grande uomo oltre che da grande pilota. Sì, è proprio lui il pilota che mi ha fatto emozionare di più, ora lo dico con un po’ di commozione".

Il Campionato si è evoluto, all’inizio quando c’erano le potenti GT1 si pensava al futuro del Campionato, a cosa sarebbe successo senza quelle auto. Poi sono arrivate le GT2 e ora le GT3. Raccontaci questi passaggi...
"Ogni epoca ha avuto le proprie vetture. Nel 2003, alla prima edizione del campionato, non avremmo mai pensato che la GT3 sarebbe diventata la classe maggiore. Allora c’erano le GT1 a dettare legge e si riteneva che lo spettacolo fosse solo con queste vetture, ma i costi proibitivi e lo scarso interesse della case automobilistiche hanno permesso alle GT2 di prendere il loro posto. Nel corso degli anni la tecnica costruttiva si è evoluta, l’elettronica ha cominciato a prevalere, con le case che hanno appoggiato questo “downsizing” dando spazio alla classe GT3, che negli ultimi anni ha proposto vetture incredibili. Pensiamo solo allo sviluppo che hanno avuto in fatto di aerodinamica, assetto, freni ed elettronica! Alla porta, ora, c’è la GT4, ma in Italia stenta a decollare perché ritengo che i costi sono troppo vicini a quelli della GT3".

A livello tecnico senza ombra di dubbio l’evoluzione tecnica è stata importante, ma il livello dei piloti si è “adeguato” soprattutto da parte dei gentleman che sono diventati “professionisti” a livello di preparazione atletica e velocità in pista. Come hai vissuto questa evoluzione?
"Certo, anche i piloti sono cambiati in questi 18 anni. Accanto ai professionisti c’è sempre stato il pilota gentleman, cioè dell’appassionato che il venerdì lasciava il suo lavoro per dilettarsi in un week end di corse. Questa figura c’è tutt’ora, ma nel suo piccolo è diventato anche lui un semi-professionista, perché non vuole lasciare nulla di intentato e quindi si prepara fisicamente, mentalmente e, perché no, anche al simulatore o con un “coach driver”, guadagnando decimi importanti in pista. A queste due figure aggiungerei i giovanissimi, perché il nostro tricolore GT sta ospitando da diversi anni anche piloti minorenni che, provengono dal karting e dopo aver lasciato le ruote scoperte, sono passati al Gran Turismo vedendo in questo campionato un’opportunità unica per la loro carriera di pilota".

ACI Sport ha saputo adeguare il Campionato in base alle esigenze dei Team, piloti e vetture, arrivando alle due serie, Sprint e Endurance. Pensi che possa esserci ancora uno step?
"ACI Sport ha avuto il merito si saper sempre adeguare il format del campionato alle esigenze del momento. La Federazione è stata attenta ai cambiamenti e la creazione delle due serie, Sprint ed Endurance, ha risposto prontamente alle richieste di team e piloti, tenendo alto il numero di iscritti anche in momenti di crisi. Nessuno può ancora dire se ci saranno ulteriori step, tutto può accadere e tutto può essere rivoluzionato, del resto chi avrebbe mai pensato che la Formula 1 disputasse una gara Sprint? Tenuto conto che l’Endurance non ha lo stesso interesse da parte di team e piloti, io troverei interessante l’unificazione dei due campionati con sette week end, cinque Sprint e due Endurance, quest’ultima con gare di 2 o 3 ore".

Per ultima domanda ti chiedo come vedi la nuova stagione, sia Sprint che inizia a Monza e la Endurance che ritorna nel rinnovato Pergusa. Chi può avere più chance di vittoria?
"E’ sempre difficile fare pronostici, ma in questo caso mi butto. Il 2021 sarà l’anno dell’Audi, Geri e Radaelli hanno lavorato bene durante l’inverno, raddoppiando la loro partecipazione rispetto al 2020, con due R8 LMS affidate ad equipaggi fortissimi, sia nello Sprint che nell’Endurance. Penso proprio che siano i favoriti numero 1, per entrambe le serie. In conclusione, approfitterei del palcoscenico di Motorsport.com per fare un forte “in bocca al lupo” a tutti i team e piloti per l’imminente stagione agonistica".

Gaudenzio Tavoni

Gaudenzio Tavoni

Photo by: ACI Sport

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