Alessandro Baccani, l’uomo che sussurra alle Porsche
Alessandro Baccani nasce a livello sportivo a metà negli anni '90 e, come lui stesso afferma, un po’ in ritardo ma con una passione enorme.

Da piccolo i genitori non lo portano sui kart, quindi appena alcuni sponsor gli permettono di mettere insieme un po’ di budget si tuffa nel mondo del Motorsport. Gli inizi lo vedono impegnato in svariati campionati.
Si “accasa” in Renault con la Clio, ma guida anche Maserati, Alfa Romeo e Porsche. Col tempo si sposta in pianta stabile con le vetture di Stoccarda, sua grande passione, iniziando contemporaneamente a lavorarci come istruttore, dopo esperienze in D6, BMW Motorsport Academy, diventata poi Driving Academy e Speed Control.
Nel 2010 sceglie di lavorare in esclusiva per i tedeschi, dove diventa istruttore di Porsche Experience. La sua carriera lo porta poi nell’attuale ruolo, che lo vede impegnato come formatore prodotto, occupandosi dei lanci delle nuove vetture sul mercato italiano.
Contemporaneamente. Porsche Italia lo chiama come responsabile di tutti i Porsche Club italiani. Infine, il suo ruolo di esperto prodotto lo porta a collaborare con l’Ufficio Stampa di Porsche Italia, il cui responsabile, Venceslas Monzini, lo coinvolge, anche per il suo passato giornalistico nel settore.
Gli impegni citati fanno si che il lavoro di istruttore diminuisca come numero di giornate, ma non come intensità, infatti l'attività agonistica prosegue con Paolo Venerosi Pesciolini con il quale corre dal 2012, che segue come driver coach e con cui sarebbe dovuto essere ai nastri di partenza del Campionato Italiano Gran Turismo, classe Endurance, insieme a Riccardo Pera, con il team Ebimotors.
La stagione attuale avrebbe visto Alessandro anche al via del Porsche Cup Suisse con una Cayman GT4, insieme a un cliente giapponese, Sadamoto Takahashi “TAKA” ed il Team Centro Porsche Ticino.
“Sarei felice di tornare nel Campionato Italiano GT, nonostante l’esperienza in Le Mans Cup sia stata bellissima - dice Baccani - Con Paolo è nata una bella amicizia e il lato umano è una cosa a cui tengo particolarmente anche nel lavoro. Per ciò che riguarda Riccardo è un po' la stessa cosa, lo abbiamo visto crescere, dalla Cayman e c'’è un rapporto di amicizia con lui e tutta la famiglia. Tra l'altro ha dimostrato di essere velocissimo ed insieme credo possiamo fare bene, dato che, pure io, da “vecchio” Bronze, ho sempre voglia di dire la mia".
"Sono veramente felice di fare questo lavoro, lavorare per Porsche era il mio sogno, così come correre da semi professionista. In un modo pieno di invidie e cattiverie mi sento di dire che sono intellettualmente onesto, sono con uno con i piedi per terra, so non di non essere un talento tolto alla F1, ma di essere arrivato dove sono con tanta volontà e determinazione, ma soprattutto correttezza".
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