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Intervista

Zanardi: "Verstappen è la verà novità della F.1: c'è poco da criticarlo!"

Dopo aver conquistato due ori e un argento alle Paralimpiadi di Rio, Zanardi ha voluto essere a Monza per festeggiare il Centerario della BMW: "Sono il primo atleta disabile ad aver vinto una gara contro i normodotati".

Alessandro Zanardi

Foto di: Dave Dyer

Alex Zanardi
Alex Zanardi
Alex Zanardi
Alex Zanardi, BMW M4 DTM
#9 ROAL Motorsport BMW Z4: Timo Glock, Alex Zanardi, Bruno Spengler
La BMW M4 DTM di Alex Zanardi
Alex Zanardi
Alex Zanardi autografo
#9 ROAL Motorsport BMW Z4: Timo Glock, Alex Zanardi, Bruno Spengler
#9 ROAL Motorsport BMW Z4: Timo Glock, Alex Zanardi, Bruno Spengler
Alex Zanardi, Chip Ganassi Racing Reynard Honda

Chi conosce da anni Alex Zanardi sa cosa aspettarsi quando il neo bi-campione olimpico prende in mano un microfono. Ma lui, sempre e comunque, sorprende. C’è sempre una frase, una risposta, una storia che alla fine resta dentro a completare un incontro mai di circostanza.

Reduce dai trionfi delle Paralimpiadi di Rio dove ha conquistato due ori e un argento con la handbike, Zanardi non ha voluto mancare a Next 100 Festival, l’evento che la Casa bavarese ha creato a Monza per festeggiare il Centenario della BMW nel “tempio della velocità”. E così la tavola rotonda si è trasformata in un viaggio tra le sue recenti esperienze olimpiche ed un futuro che per Alex è sempre molto ben definito. In mezzo opinioni, mai banali, sui temi del momento.

Zanardi sa analizzare molto bene i pro e contro, ed ovviamente non cade nella banalità populistica dei nostalgici.
“Mi manca molto il sound dei V10 e V12 – ha spiegato Alex rispondendo a chi ha chiesto un parere sulla Formula 1 attuale – ma credo che intervenendo su alcuni aspetti del regolamento tecnico si potrebbe migliorare parecchio lo spettacolo. La Formula 1 ha sempre una sua natura sportiva, ma bisognerebbe trovare il modo di farla emergere maggiormente, magari attraverso un gruppo di ingegneri che studino delle regole nuove senza interessi personali. Oggi c’è tanta tecnologia, ma il pubblico non la vede perché resta troppo nascosta”.

Ovviamente ad Alex è stato chiesto un parere anche su Max Verstappen, nuova star di un Circus affamato di personaggi…
“Seguo sempre i Gran Premi, e confermo che anche per me Verstappen è la vera novità della stagione. Ho sentito delle critiche sulla sua condotta di gara, ma quando un pilota arriva in Red Bull e alla prima gara vince, c’è poco da criticare. Non si vince al primo Gran Premio in un team nuovo per caso. È bravo nella guida, ha una maturità notevole per la sua età ed anche un gran compagno di squadra come Daniel Ricciardo che ritengo sia molto prezioso come riferimento. Oggi si dice che le monoposto siano relativamente facili da portare al 95% del limite, ma le difficoltà iniziano lì”.

Oggi Alex Zanardi ha cinquant’anni, un età in cui un atleta può anche decidere di tirare il freno e godersi il tempo libero. Ma questo premio per Zanardi sembra quasi una punizione. E quando gli si fa notare che prepararsi ad un Olimpiade sarà pur sempre un sacrificio, Alex chiarisce il tutto:
“Io corro per soddisfare me stesso, mi sono allenato e proseguirò a farlo perché mi piace. Quando al mattino ti prepari a scalare una montagna in bici col sorriso, non puoi che continuare a farlo. Mio padre mi diceva spesso che ogni giorno bisogna raggiungere nuovi obiettivi, quindi vorrei andare avanti con questa attività. E, dico con umiltà, bisogna anche gratificarsi, non fare quello che si fa pensando agli altri".

"Se ho vinto delle medaglie non è perché mi chiamo Alex Zanardi, ma perché mi sono allenato. Andare in bici continua a piacermi, il fisico per ora regge e posso ancora andare avanti. Per quanto? Non lo so, ma andrò avanti. Proviamo, quindi, a guardare verso Tokyo 2020, con rammarico penso di non poter contare su Roma 2024”.

Ma il Motorsport? Che poi nel caso di Zanardi vuol dire il primo amore, quello che gli ha consentito di imbattersi per la prima volta con il concetto di competizione. Ed infatti a domanda precisa ecco il sorriso tutt’altro che di circostanza:
“Sarebbe bello tornare al volante! La scorsa stagione la Bmw Italia mi ha offerto la possibilità di partecipare alla 24 ore di Spa. A dire il vero l’operazione prese il via quasi per scherzo, mi dissero che sarebbe stato bello mettermi al volante di una vettura da corsa, e così andati a Monaco di Baviera a parlare di quello che mi sarebbe servito per poter essere in pista".

"E così mi sono ritrovato a Spa, con Bruno Spengler e Timo Glock. Il fatto di essere senza gambe sembrava potesse essere pericoloso sia per me che per gli altri, ma tutto si è sistemato e sono diventato il primo atleta disabile nello sport a vincere una gara contro normodotati”.

 

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