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Provata in pista a Imola la RCZ Cup 2013

La Peugeot che anima il monomarca nel CITE dispone di 250 cv: facile da guidare ma è impegnativo trovare il limite

Il debutto è avvenuto domenica scorsa a Vallelunga: il circuito salotto romano ha aperto ufficialmente la stagione 2013 della Peugeot RCZ Cup che, per il secondo anno consecutivo, è la protagonista del monomarca inserito nel CITE (Campionato Italiano Turismo Endurance). La serie porta in pista diverse tipologie di piloti: avvicina i giovani conduttori, soddisfa i gentleman driver e fa divertire i giornalisti sulla vettura media. Un mix concepito da Massimo Arduini che crede nei contenuti tecnici molto interessanti della francesina tutto pepe che viene offerta a costi di gestione molto accessibili, specie in un momento in cui correre sta diventando un lusso per pochissimi. MONTEPREMI MOLTO RICCO Il pacchetto che la RCZ Racing Cup mette a disposizione è molto allettante: basti dire che il montepremi complessivo è di 84mila euro e viene suddiviso tra premi di gara e finali. Leonardo Geraci, dominatore dei primi due appuntamenti si è portato a casa un maxi-assegno di 3 mila euro. Al vincitore assoluto del Trofeo andrà una RCZ stradale e una produzione speciale di due soli esemplari di orologi Quartodimiglio modello Drago Racing Cup. Nel costo di iscrizione al Campionato che è di 1.800 euro è compreso l’abbigliamento ignifugo completo. La stagione viene proposta dai team che hanno creduto nel progetto: Drive Technology di Ancona e MC Motortecnica di Novate Milanese. Se poi siete così convinti da volerne acquistare una sappiate che il prezzo della RCZ Racing Cup “pronto corsa” è di 54.900 euro+ Iva, con la possibilità di finanziare l’acquisto, grazie a un accordo stipulato da LPD con Figestim, con un leasing in 42 rate. LA RCZ CUP NASCE IN PEUGEOT SPORT Interamente realizzata da Peugeot Sport, la RCZ Cup si è confermata una vettura da corsa prestazionale ed affidabile (nella stagione 2012 non c’è stato un ritiro per motivi meccanici!). Le auto che partecipano al Campionato Italiano (identiche a quelle che gareggiano anche in Francia o in Germania) escono dalla fabbrica con motore e cambio punzonati, a garanzia di qualità, scongiurando manomissioni o alterazioni. Il motore è lo stesso della scorsa edizione e deriva sempre dal quattro cilindri di 1,6 litri turbo ad iniezione diretta della RCZ stradale da 200 CV. Le differenze qui sono riscontrabili nei pistoni e nelle bielle specifiche oltre a una nuova cartografia della centralina, interventi che innalzano la potenza fino a 260 CV (10 CV in più del modello RCZ Cup 2012). Se a questa potenza si associa il peso della vettura a secco (1.040 kg circa, ovvero intorno ai 250 kg risparmiati dal modello targato), è facile farsi un’idea delle prestazioni di questa RCZ Cup, assolutamente di rilievo per la sua categoria (velocità massima 245 km/h). CAMBIO A 6 MARCE SADEV Il cambio è da corsa, tant’è che non ha a che vedere con la cugina stradale. Si tratta, infatti, di una Sadev ST182-14 sequenziale a sei marce con comandi a palette sul volante (con la leva di destra si sale di rapporto, mentre con quella a sinistra si scala). Il passaggio di marcia avviene con poco sforzo e, visto che si tratta di una trasmissione che è “elettroattuata”, non si corre il rischio di fare pericolosi fuori-giri sia in “up” che in “down”, un fattore di sicurezza per la meccanica e “a prova di distrazione” per il pilota. In staccata bisogna fare in modo che il richiamo della marcia avvenga ai regimi giusti, altrimenti rifiuta la scalata. L'accortezza, quindi, è trovare il più in fretta possibile il giusto sincronismo fra la frenata e l'azione sulla leva. Trovato l'equilibrio il divertimento è assicurato. Il pedale della frizione c’è, ma serve solo per inserire la prima da fermo, poi ci si dimentica che ci sia: il piede sinistro si può usare per frenare se si ha un’impostazione di guida da formulisti, altrimenti è solo un buon punto di appoggio al poggiapiedi. IMPIANTO FRENANTE AP RACING L’aspetto è molto aggressivo ed è fortemente improntato all’efficienza aerodinamica: spoiler e alettone posteriore accrescono il carico, assicurando più grip in accelerazione a favore di una migliore trazione. I cerchi da 18 pollici e le gomme Pirelli slick che misurano 245/645 R18 (le rain sono un centimetro più strette) contribuiscono ad un assetto racing insieme agli ammortizzatori Peugeot Sport regolabili all’anteriore ed al posteriore. Eccellente è l’impianto frenante: i dischi ventilati anteriori sono da 355 mm di diametro, mentre le pinze sono AP Racing con 6 pistoncini. Dietro il disco è pieno e misura 290 mm con la pinza ad un solo pompante. Efficace anche il ripartitore di frenata, visto che la RCZ Cup non dispone di ABS, lasciando alla sensibilità del pilota la modulabilità della staccata. IL ROLL-BAR COME UN SECONDO TELAIO L’abitacolo della RCZ Cup è stato svuotato per risparmiare 250 kg: il roll-bar saldato a gabbia oltre garantire la sicurezza ha funzione di secondo telaio. Le cinture di sicurezza sono a sei punti d’ancoraggio, mentre il sedile monoscocca Sparco è compatibile con il collare Hans. L’impianto di estinzione è elettrico, omologato per l’impiego agonistico. PREMIARE LA SCORREVOLEZZA Abbiamo avuto l’opportunità di provare la RCZ Cup a Imola: i 250 cavalli si possono sfruttare tutti: il segreto è cercare la massima scorrevolezza della macchina cercando di non spigolare troppo con le gomme. La sensazione è che ci sia una molta (troppa) tenuta posteriore e un ottimo inserimento in curva dell’anteriore grazie allo sterzo che è molto preciso grazie al servosterzo elettro-idraulico che limita sensibilmente lo sforzo fisico. Questa Peugeot da pista è sincera, intuitiva, con un limite che avvisa quando si esagera. Ma non è affatto facile da sfruttare al limite: la messa a punto si gioca su pochissimi parametri. Camber, caster, pressione delle gomme e incidenza dell'ala. Il resto lo fa la sensibilità del pilota che può fare la differenza. E il divertimento cresce man mano che se ne scoprono i limiti…

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