Piloti russi: non c'è solo Mazepin. Cosa può cambiare per loro?
Mazepin, pilota della Haas, è solo la punta di un iceberg: ci sono molti piloti russi che sono impegnati nelle serie internazionali che sperano di mantenere l'abitacolo dopo l'apertura della FIA a lasciar correre i conduttori con la bandiera della Federazione Internazionale. In realtà tutto ciò non basta, perché nazioni come la Gran Bretagna e la Finlandia vogliono chiudere le porte ai russi e le ragioni di opportunità potrebbero bloccare lo stesso Nikita.
La prima casella vuota, che sarà presto riempita con la sigla della Federazione Internazionale, è apparsa oggi sui monitor del circuito di Sakhir, dove sono scattati i test di Formula 3. Il pilota russo Alexander Smolyar non stato è associato ad alcuna nazionalità, come da indicazioni fornite dalla FIA nella serata di ieri.
Il Consiglio Mondiale straordinario convocato dal presidente Mohammed Ben Sulayem ha preso una posizione diversa a seconda dei vari fronti di discussione, decidendo di cancellare dai calendari delle serie FIA di tutti gli eventi programmati in territorio russo e bielorusso, ordinando la rimozione di bandiere e inni su tutti gli autodromi, ma lasciando allo stesso tempo uno spiraglio ai piloti russi per poter essere al via delle competizioni internazionali.
Come è già avvenuto nei giochi olimpici, possono essere ammessi al via delle competizioni gli sportivi che rinunciano ai loro colori nazionali, e nel caso dei piloti sarà loro richiesto di passare sotto la bandiera neutrale della FIA.
Come ulteriore condizione, la Federazione Internazionale ha affermato che i piloti devono attenersi alle linee guida della FIA in materia di pace e neutralità politica. La decisione non chiude la porta ai piloti russi, che in prima battuta hanno tirato un sospiro di sollievo, e il primo riferimento è stato quello relativo alla posizione di Nikita Mazepin. Ma la situazione è ancora complessa, e restano diversi punti interrogativi.
Ora il pilota della Haas può sperare di essere al via del mondiale 2022, ma non può ancora contare sulla certezza assoluta di essere in pista a Sakhir la prossima settimana.
La FIA ha buttato la palla nei campi delle singole squadre, che dovranno valutare i vantaggi e le complicazioni che comportano oggi avere un contratto con un pilota russo. Oltre a potenziali difficoltà sul fronte finanziario/commerciale, c’è un punto interrogativo anche su quello dei visti necessari per l’ingresso nei paesi ospitanti le gare in calendario.
La situazione non è ancora chiara (ad esempio in Australia) e c’è quindi il rischio di vedersi rifiutato in extremis l’ingresso nel paese ospitante. In più alcune nazioni, come il Regno Unito, non accetteranno al via delle competizioni sui suoi circuiti piloti con licenza russa, una complicazione ulteriore che impatterà non poco.
Nel caso di Mazepin, ad esempio, sarebbe indispensabile un cambio di licenza per essere al via nel weekend di Silverstone, e non è da escludere che altri paesi come la Finlandia hanno già detto che seguiranno la posizione presa dal Regno Unito.
Per il pilota russo della Haas c’è poi anche un certo imbarazzo formale (emerso ben prima della drammatica vicenda Ucraina) dovuto alla convivenza di un pilota russo in una squadra statunitense.
Le ragioni commerciali avevano avuto la meglio sui pregiudizi, e ormai il rapporto Haas-Mazepin era dato per scontato, ma lo scoppio della crisi in Ucraina ha riacutizzato il tutto. Per Gene Haas il tempo a disposizione per una decisione non è molto, visto che tra una settimana saremo alla vigilia dei test di Sakhir, e al momento ogni scenario appare possibile.
La questione russa è destinata ad avere un impatto notevole sul motorsport nel suo insieme, e in alcuni casi anche in forma anche maggiore rispetto alla Formula 1.
In molte serie internazionali, come ad esempio WEC, ELMS, nonché vari trofei monomarca e nelle stesse formule propedeutiche, il numero di piloti russi complessivamente coinvolti diventa più corposo.
Anche le tempistiche non giocano a favore, visto che tutti i campionati sono ormai ai nastri di partenza della stagione, e per alcune squadre non sarà indolore attivare un eventuale piano ‘b’ qualora risultasse indispensabile rimpiazzare dei piloti.
In ultima battuta, ma non certo in ordine di importanza, c’è anche la questione sponsor, ovvero gli accordi commerciali con aziende russe impegnate contrattualmente con supporti finanziari.
Anche in questo caso gli scenari sono diversi, ma la tendenza sembra essere quella di rimuovere dalle vetture i loghi di sponsor russi. Una scelta che non sarà indolore per molti programmi già pronti a prendere il via della stagione.
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