Angelo Parrilla può essere un nome poco noto al giorno d'oggi, ma ha il merito di aver portato Ayrton Senna a gareggiare in italia, attraverso una segnalazione di un suo collaboratore che aveva residenza a San Paolo, il quale definì il brasiliano come "
Più veloce di una pallottola di fucile".
Parrilla, intervenuto a una conferenza all'Autodromo di Imola per commemorare Senna, era all'epoca titubante non avendo mai visto correre il giovane paulista. Dopo qualche pressione, lo scopritore di talenti accettò e portò Ayrton in Italia e subito in pista, sul kartodromo di Parma. Sei giri contati e
Senna aveva fatto segnare tempi in linea a quello registrati dai ragazzi che in quel circuito correvano da anni. Lo stesso Parrilla affermo: "
Dite al mio collaboratore brasiliano che si sbagliava. Da Silva non va forte come una pallottola di fucile, ma va come se fossero due assieme!".
"
Ayrton era un ragazzo timido - ha proseguito il figlio di Giovanni Parrilla -
ma altrettanto educato. Parlava pochissimo, anche per le iniziali difficoltà dovute a una lingua differente dalla sua. Passava tanto tempo in officina. Il suo obiettivo erano le macchine, le corse. Una volta, però, al termine di una corsa arrivò un'amica di un nostro pilota. Senna la conobbe e chi chiese una macchina in prestito. Sparì letteralmente per due giorni, ripresentandosi alla vigilia di una gara del campionato a cui prendeva parte. Era stravolto e gli ordinai di andare a letto. Non si reggeva in piedi, ma quella fu l'unica volta che lo vidi distratto dal suo obiettivo. Parlava sempre e solo di macchine e di corse. Era un predestinato ed è diventato il più grande di tutti, senza dubbio".
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