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Nostalgia

MotorLegendFestival: a Imola coesistono due modi d'intendere le storiche

La prima edizione della tre giorni vintage organizzata all'Enzo e Dno Ferrari da Piarulli e Gallignani ha raccolto un pubblico di appassionati attratto dalle macchine (e le moto) che hanno fatto la storia delle corse.

Ferrari storica di F1

Ferrari storica di F1

Franco Nugnes

Riccardo Patrese, Brabham BT49
Motor Legend Festival
Motor Legend Festival
Motor Legend Festival
Brabham Alfa Romeo F1
Motor Legend Festival
Motor Legend Festival
Motor Legend Festival
Ferrari storica di F1
Motor Legend Festival
Jacky Ickx, Ferrari 312 B
Ferrari storica di F1
Motor Legend Festival
Ferrari 312 B

Il MotorLegendFestival ha affermato un punto. In Italia è possibile organizzare un evento che sia capace di attrarre il grande pubblico a toccare con mano le vetture da competizione che hanno fatto la storia? A giudicare dai 20 mila spettatori in tre giorni dichiarati dagli organizzatori viene da dire di sì, anche se a nostro giudizio si tratta di un conteggio un po’ spannometrico, perché a Imola venerdì e sabato non si è visto il movimento che c’è stato domenica, ma il paddock era strapieno segno che la strada aperta è quella giusta.

Ma andando oltre la voglia di… dare i numeri, all’Enzo e Dino Ferrari si è osservato nel weekend che esiste un mondo pronto a sostenere un evento dedicato alle Storiche che può calamitare l’attenzione di un pubblico molto eterogeneo, fatto di iper-appassionati che conoscono ciascun bullone di ogni macchina, ma anche di gruppi familiari attratti da bolidi che altrimenti sarebbero destinati solo ai musei o alle collezioni private.

A fare da ossatura al MotorLegendFestival c’erano la prima tappa del FIA Masters Historic Championship e le Ferrari portate in pista da Formula 1 Clienti. Nel paddock dell’Enzo e Dino Ferrari si sono uniti due mondi, due modi molto diversi di far rivivere le monoposto che hanno animato i GP in epoche diverse.

Ogni monoposto si porta dietro una storia prestigiosa fatta di successi, soluzioni tecniche innovative e… tragedie. La serie FIA che è basata su 10 eventi europei fa correre le monoposto motorizzate dall’8 cilindri Cosworth che hanno animato i GP dal 1966 al 1985.

Martin O’Connell, ex campione di F3 della serie nazionale britannica, con l’ATS D4, ex Jan Lammers, ha dominato facendo una grande rimonta in Gara 2 dalla 23sima posizione in griglia: il britannico ha preceduto la Lotus 81 di Brooks e la Williams FW07 di D’Asembourg. 

Alla ricerca della prestazione, si vedono monoposto completamente rifatte che sembrano “nuove”, capaci di risultati che non erano in grado di raggiungere quando completavano le griglie dei GP. Questa è un po’ la filosofia degli inglesi che non esitano a sfruttare gli stampi originali per produrre pezzi anche con materiali più… recenti pur di portare il legittimo proprietario e pilota qualche fila più avanti.

C’è chi resta fedele al valore storico della propria monoposto e chi, in cerca di un po’ di gloria, tradisce il pedigree del mezzo per ricorrere ad un lifting che non si limita al botulino. Il secondo caso, invece, non si applica a F1 Clienti della Ferrari. Le monoposto non vengono fatte correre, ma si limitano a fare delle esibizioni. Di solito girano sulle piste più belle, e quasi sempre lontano dagli occhi indiscreti.

Il… bagno di folla di Imola al MotorLegendFestival è stato certamente inusuale, come in occasione delle Finali Mondiali Ferrari. Le Rosse sono tutte quotatissime e sono conservate, certo non rifatte da capo a piedi, perché vengono certificate da Maranello con ricambi realizzati secondo i materiali dell’epoca con le stesse lavorazioni di un tempo.

L’esempio più calzante di questo discorso è testimoniato dalla 312B che Jacky Ickx ha condotto domenica 48 anni dopo averci corso. L’ex campione belga ha trovato la monoposto proprio come l’aveva lasciata: “In questo mezzo secolo sono invecchiato solo io – ha commentato – perché la 312B è rimasta identica a come me la ricordavo”.

Paolo Barilla e l’ingegnere Mauro Forghieri, che la prima F1 con il 12 cilindri boxer l’aveva progettata e fatta correre nel 1970, per il restauro della Rossa sono andati a cercare i vecchi fornitori del Cavallino per avere una macchina che fosse proprio quella perfettamente ricordata da Jacky Ickx, senza contaminazioni. Noi preferiamo che resti un segno di ciò che ciascuna monoposto è stata, ma non vogliamo giudicare chi la pensa diversamente, tant’è che i differenti mondi hanno trovato una insolita saldatura proprio nella tre giorni di Imola.

Paolo Barilla, anzi, cercherà una cesura fra le due anime partecipando al GP di Monaco Storico con la 312B: “Due anni fa mi ero ritirato per un problema di pescaggio della benzina. E ora conto di rifarmi potendo contare sul suono pieno del 12 cilindri e di tutti i suoi cavalli…”.

Imola non ha visto solo Jacky Ickx tornare sulla Rossa, perché anche Riccardo Patrese (Brabham BT49) e Emanuele Pirro (Lancia Beta Montecarlo) hanno ritrovato le vetture con le quali ottennero risultati importanti.

In pista si sono viste anche la Ferrari 156 campione del mondo con Phil Hill nel 1961, le Alfa Romeo della Scuderia del Portello e molte vetture del Martini Racing.

Non sono mancate le esibizioni dei motociclisti: Giacomo Agostini, Phil Read, Freddie Spencer, Johnny Cecotto e Carlos Lavado in sella a MV Agusta, Yamaha e Honda hanno capitanato un gruppo di centauri che a Imola hanno portato moto preziose. Tra di loro ha voluto provare l’ebbrezza anche Emanuele Pirro, salito sulla Honda 250 appartenuta a Freddie Spencer. Le due ruote hanno avuto un ruolo residuale, ma in futuro anche la loro presenza sarà destinata a crescere come l’evento di Piarulli e Gallignani…

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