Fondazione Macaluso, uno scrigno del Motorsport
Nata nel 2018 in memoria di Gino Macaluso, noto nome nel mondo dei rally, la Fondazione Gino Macaluso per l’Auto Storica ha lo scopo di valorizzare l’Automobile come oggetto di culto. Un vero scrigno del Motorsport custodito nel cuore del Piemonte che nella giornata di sabato 27 gennaio ha aperto le porte in occasione della premiazione dei Trofei Monomarca Suzuki 2023.
Un rallysta, un designer, un imprenditore, un collezionista. Questo e molto altro è stato Gino Macaluso, un uomo dalle grandi intuizioni e dall’ammirevole tenacia che per tutta la vita ha coltivato la passione per l’arte. Un uomo dotato di un gusto estetico unico, che lo ha supportato nella creazione di nuovi orologi e nella cura del restauro delle vetture storiche.
Gino era un collezionista, e la sua collezione rappresenta probabilmente la sua eredità creativa più importante. Per questo, nell’ottobre del 2018, nasce a Torino una Fondazione alla sua memoria per volontà della sua famiglia. Una realtà che intende diffondere la cultura dell’automobile d’epoca e delle competizioni sportive, che spesso promuove e partecipa a manifestazioni e che raramente apre le sue porte. Lo ha fatto, in via del tutto eccezionale, in occasione della Premiazione dei Trofei Monomarca Suzuki 2023 sabato 27 gennaio.
Pochi giornalisti, infatti, hanno avuto la possibilità di entrare nel cuore della Fondazione e di scoprirne i tesori guidati dalla preziosa spiegazione di Stefano Macaluso, il figlio di Gino. In pochi hanno avuto la possibilità di vedere da vicino vetture protagoniste di varie categorie del Motorsport accuratamente restaurate in quella che lo stesso Stefano ha definito “la sala operatoria” della Fondazione, l’officina, dove ci si prende cura della parte meccanica.
Ed è proprio qui che, come uno schiaffo, la storia dei motori diventa presente: dalla Lancia Beta Montecarlo con cui, nel 1980, Riccardo Patrese e Eddie Cheever conquistano la 6 Ore del Mugello, alla Ligier JS11 di Jacques Laffite che ha disputato il mondiale di Formula 1 del 1979.
Ma non è tutto. Dopo aver attraversato una seconda stanza dedicata al restauro legato all’orologeria, la visita prosegue verso un altro capannone in cui sono esposte, con immacolata precisione, altre vetture più o meno recenti che hanno fatto la storia dei rally. Sceglierne una in particolare su cui riportarne le imprese ottenute è difficile. Ma più delle altre, la Toyota Celica GT-Four ST165 del 1990 non può non catturare l’attenzione: con l’equipaggio formato da Carlos Sainz e Luis Moya, la squadra giapponese si aggiudica il primo Mondiale Rally della sua storia.
La Fondazione Gino Macaluso per l’Auto Storica è paragonabile a “il Teatro alla Scala degli appassionati di motori”, come definito dal CEO di Suzuki Italia, Massimo Nalli. Un vero e proprio scrigno del Motorsport che, come ogni cosa preziosa, si mostra solo a chi si sceglie di mostrarla.
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