Come funziona la Motor Valley, la fabbrica della velocità
Da Ferrari a Ducati, la Via Emilia è la patria mondiale di monoposto e mezzi da competizione. Ecco come nascono
Il terreno ideale dei bolidi della Motor Valley è la pista. I modelli stradali di Ferrari, Lamborghini, Pagani e non solo vengono testati a lungo tra i cordoli, ma non sono certo i prodotti più estremi della Via Emilia.
Tante Case, infatti, sono impegnate in varie competizioni sportive. Ecco quali sono i segreti nella progettazione di questi sogni a due e quattro ruote, che vi raccontiamo nel video qui sopra.
Come per le auto normali (qui vi mostriamo come nascono le supercar), anche per progettare una Formula 1 si parte da un bozzetto su carta o al PC. Diversamente da un modello di serie, però, la concezione di una monoposto è ancora più complicata. Non ci si può sbizzarrire del tutto, ma è necessario rispettare i rigidi paletti imposti dai regolamenti e dalle leggi dell’aerodinamica. L’auto, quindi, non deve essere per forza bella, ma soprattutto funzionale e veloce.
Per farlo, il costruttore mette a frutto le conoscenze di centinaia di persone provenienti da reparti diversi. C’è chi lavora al design, chi al motore, chi alla meccanica e chi al telaio. Il punto in comune di tante lavorazioni, comunque, è la presenza della fibra di carbonio, la quale è molto più leggera e resistente rispetto all’acciaio.
È così che una monoposto prende vita, passando da un file CAD (o da un foglio) fino ai primi collaudi in pista.
Ma non è finita qui: esattamente con un’atleta nel corso di un campionato, anche un'auto da corsa deve migliorarsi costantemente. Ciò significa mantenere aggiornato il progetto per renderlo sempre migliore.
La Motor Valley, però, non è solo Formula 1. Ferrari e Lamborghini competono in speciali campionati monomarca e nel mondiale di corse di resistenza. Qui la base di partenza è un modello stradale opportunamente modificato nelle sue componenti principali. E non è escluso il percorso inverso: diversi modelli speciali come la Lamborghini Huracan STO, infatti, derivano proprio dalle auto da competizione.
C’è poi Dallara che fornisce i telai per l’Indy Car, l’alternativa “americana” alla F1. Senza dimenticare le due ruote di Ducati, un team al vertice da più di un lustro.
In definitiva, nella Motor Valley la ricetta della velocità ha varie interpretazioni, ma alla base di tutto c’è sempre la passione e la competenza ingegneristica.
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