Formula SAE: un terreno per studenti e aziende per anticipare il futuro
Gianmarco Giorda, Direttore di ANFIA, ha raccontato a Motorsport.com le sfide per organizzare l'evento della Formula SAE e perché questa competizione anticipa il futuro. Si tratta di un'occasione per gli studenti di cimentarsi in un progetto che consente di approfondire le proprie conoscenze direttamente sul campo confrontadosi con le aziende.
L’edizione 2024 della Formula SAE Italy ha visto ancora una volta una grande risposta da parte dei team, università e sponsor impegnati nella manifestazione, con circa 1600 studenti impegnati sui campi di gara nel corso della cinque giorni in cui hanno dovuto affrontare sia prove statiche che dinamiche.
L’evento rappresenta un’opportunità per ragazzi e ragazze di cimentarsi in un contesto differente, che consentedi approfondire le proprie conoscenze su più livelli, dato che gli studenti devono confrontarsi non solo con l'aspetto ingegneristico, ma anche con la gestione del budget, l'organizzazione e la collaborazione all'interno della squadra e il rispetto di scadenze prefissate. Inoltre, la Formula SAE rappresenta anche una grande opportunità per mettersi in contatto con il mondo del lavoro, dato che sugli studenti c'è sempre l'occhio di varie aziende interessante al lavoro lavoro, anche per un eventuale inserimento nel proprio organico.
Motorsport.com ha parlato dell'importanza della Formula SAE con Gianmarco Giorda, Direttore Generale di ANFIA, che ha raccontato il lavoro dietre le quinte organizzare la manifestazione e il ruolo da ponte di collegamento tra le aziende e i team che scendono in pista.
Formula SAE 2024
Foto di: UniNa Corse - Squadra corse Federico I
Anche quest'anno circa 1600 si sono recati a Varano, con una grande partecipazione non solo da parte delle università italiane, ma anche extra-europee. Una dimostrazione che si tratta di un evento di qualità e di caratura internazionale: gli studenti vengono qui sapendo che si tratta di una competizione di alto livello e che, nel cuore della Motor Valley, anche grazie al vostro contributo, ci sono alcuni dei più importanti marchi del mondo dell’automotive e delle tecnologie innovative.
“Sicuramente le motivazioni per cui così tanti studenti scelgono di venire a questo evento sono varie. Chiaramente, si tratta di una competizione con un livello di innovazione estremamente alto, con team che negli anni hanno dimostrato di saper rinnovare i propri prototipi. Dall’altra, gli studenti trovano un insieme di sponsor e giudici di alto livello, in rappresentanza di aziende ben conosciute anche all’estero: brand come Lamborghini, Ferrari, Brembo, Pirelli, Iveco e Dallara rappresentano il Made in Italy, ma sono noti a livello mondiale. Per cui, anche dal punto di vista del recruitment, qui gli studenti trovano delle aziende con cui potrebbe essere interessante lavorare dopo aver finito l’università. Inoltre, c’è un terzo elemento, ovvero che qui a Varano trovano una location che offre anche la possibilità di divertirsi. Chiaramente si tratta di una competizione basata sui risultati, ma sono ragazzi che, parallelamente agli sforzi e l’impegno in pista, trovano l’opportunità di passare una settimana piacevole. Noi cerchiamo di offrirgli anche un ambiente che li possa ospitare nel modo migliore, con un campeggio ben attrezzato dove possono godersi il tempo libero fuori dalla pista”.
Un’opportunità anche per gli studenti pure per confrontarsi tra loro e scambiare idee
“Naturalmente si tratta di una competizione, per cui ovviamente ogni team vuole vincere, però quello che vediamo è che c’è anche uno spirito collaborativo e si aiutano tra di loro. Se manca un pezzo o un attrezzo viene prestato da un team all’altro. Qui anche i valori umani sono importanti”.
Come organizzatori dell’evento, è sicuramente una soddisfazione vedere marchi blasonati che credono in questo progetto.
“Questo è fondamentale. Vedere i nomi di marchi importanti che decidono di sponsorizzare in maniera attiva, mandando anche dei giudici e dei recruiter durante la settimana è un aspetto chiave. Ma si tratta anche di un arricchimento per le stesse aziende: ci sono studenti con delle tecnologie interessanti e, magari, le aziende possono anche prendere qualche spunto innovativo dai ragazzi. D’altra parte, c’è anche la possibilità di fare networking tra persone che provengono da aziende di ambiti differenti, da cui possono nascere delle collaborazioni”.
Gianmarco Giorda, Direttore Generale ANFIA
Foto di: Ufficio stampa ANFIA
Come ANFIA, come cercate di interfacciarvi tra gli studenti e le aziende? Quest’anno avete creato una applicazione, anche con l’obiettivo di facilitare il matchmaking a fini di recruitment.
“Noi lavoriamo principalmente su due ambiti per avvicinare le aziende ai ragazzi e viceversa. Da una parte l’’app dà la possibilità sia prima che durante l’evento di creare queste connessioni tra brand e studenti. Dall’altra, prima dell’evento, con alcune aziende organizziamo dei webinar per le ragazze e i ragazzi interessanti in ottica di recruitment futuro: in questi incontri si parla della visione e della missione dell’azienda, dei valori del brand e delle possibili posizioni libere, in modo da mettere in contatto le due parti”.
L’Ing. Dallara ci raccontava come la Formula SAE non sia solamente un’occasione per gli studenti di mettersi in mostra con le aziende, ma c’è anche il processo inverso. Le aziende vengono con fini di recruitment, ma possono anche scovare soluzioni e idee innovative che trovano terreno fertile nella Formula SAE.
“Assolutamente vero. Magari qui si scopre qualche novità tecnologica, oppure un nuovo approccio su certe tematiche o determinati componenti. Questo aiuta a pensare anche un po’ fuori dagli schemi: magari l’azienda che è abituata a ragionare in un certo modo, viene qui a Varano e scopre una modalità differente di approcciarsi al problema, per cui può divenire un arricchimento anche per i brand”.
Chiaramente gli studenti guardano al mondo dell’automotive per capire in quale direzione andare, specie per quanto riguarda il passaggio all’elettrico. Tuttavia, dall’altra parte, come ci raccontava l’Ing. Dallara, avviene anche l’inverso. In Germania, ad esempio, non c’è più la categoria dedicata ai motori a combustione e anche in Italia ci sono sempre meno squadre in quella classe: questa è anche un’indicazione per comprendere in quali ambiti si stanno specializzando gli ingegneri del futuro.
“Dal mio punto di vista, la Formula SAE deve essere lo specchio e anticipare quello che succede poi nel mondo reale. Ad esempio, anche qui abbiamo notato il trend verso l’elettrificazione: se continuerà a esserci questo percorso, probabilmente il futuro saranno sempre meno i team a combustione e sempre più quelli elettrici. Da parte nostra, abbiamo il compito di ricreare una situazione che rispecchi quella del mondo reale, preparando e aiutando l'università a far uscire delle persone che siano pronte per il mondo del lavoro, quindi già volte al cambiamento e alle sfide future. Se noi continuassimo a fare le cose che facevamo anni fa, alla fine si creerebbe un gap tra le competenze dell'università e quello che chiede il mondo del lavoro”.
Formula SAE Italy 2024
Foto di: Ufficio stampa ANFIA
La driverless è la classe che è cresciuta più rapidamente negli ultimi anni. Indubbiamente anche le aziende lavorano su questo tema, ma è lecito dire che la Formula SAE abbia una sorta di ruolo pioneristico riguardo alla guida autonoma? Tante aziende si recano qui a Varano proprio per fare recruitment, anche perché si tratta di un settore relativamente recente.
“Questo è vero. Nel suo piccolo, l’evoluzione che ha visto il settore del driverless qui è stata forse più veloce della guida autonoma nel mondo automotive. È quasi come se la Formula SAE anticipasse questo fenomeno perché, se uno guarda all’esterno, la sfida dell’elettrificazione sta assorbendo molte più risorse alle aziende rispetto a quelle della guida autonoma. Dovendo fare delle scelte, le case automobilistiche preferiscono dedicarsi al tema dell’elettrificazione, anche per delle esigenze dovute a vincoli normativi. In Formula SAE, invece, i team hanno continuato ad investire sulla guida autonoma”.
Il vostro ruolo come organizzatore non è solo dare modo agli studenti di interfacciarsi con le varie aziende, ma anche dare modo di imparare qualcosa di nuovo. Pensiamo alle squadre più piccole o alla prima esperienza, dove magari gli studenti si occupano anche della gestione del budget o della ricerca degli sponsor: una sfida che potrà tornare utile anche quando si affacceranno nel mondo del lavoro, perché sono scelte che le aziende affrontano ogni giorno.
“Certo, soprattutto per le squadre più piccole o che dispongono di un budget più contenuto, la Formula SAE rappresenta una palestra dove possono allenarsi, testare e imparare anche dagli altri team. Stare insieme con altri studenti e sperimentare una collaborazione tra team permette anche a chi è meno esperto di arricchirsi dall’esperienza degli altri. Questo è un valore importante che una competizione come la Formula SAE offre agli studenti”.
Qual è la sfida che trovi più affascinante nella Formula SAE?
“Si tratta di una domanda molto interessante. In Formula SAE i team sono chiamati a fare il meglio possibile in tutti i tre ambiti di valutazione: la parte più tecnica, ovvero il design, la parte dei costi e la parte di business-presentation dove conta l’aspetto strategico. Cercare di essere quanto più possibili equilibrati su questi tre fronti è forse la sfida più complicata da affrontare, perché magari alcuni team eccellono nella parte tecnologica ma incontrano maggiori difficoltà sui costi. Noi cerchiamo di spiegare quanto sia importante non solo costruire un veicolo dalle buone prestazioni, ma anche saper presentare nel modo migliore il progetto con un buon equilibrio dei costi. Nel nostro ruolo, cerchiamo di dare degli input e delle linee guida agli studenti su come impostare il lavoro per gli anni successivi”.
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