Formula SAE | Giorda: "L'evento è un'opportunità per studenti e aziende"
Gianmarco Giorda, Direttore di ANFIA, racconta a Motorsport.com le sfide per organizzare l'evento di Varano e come funziona lo scambio di idee tra i team universitari, aziende e sponsor. Sullo sfondo c'è un'opportunità per gli studenti di cimentarsi in un progetto che gli consente di approfondire determinate conoscenze direttamente sul campo.
L’edizione 2023 della Formula SAE Italy ha visto ancora una volta una grande risposta da parte dei team, università e sponsor impegnati nella manifestazione, con circa 1600 studenti impegnati sui campi di gara nel corso della cinque giorni di prove.
L’evento rappresenta un’opportunità per ragazzi e ragazze di cimentarsi in un contesto differente, che consentedi approfondire le proprie conoscenze su più livelli. Ad esempio, oltre all'aspetto tecnico della progettazione e delle prestazioni in pista, ci sono anche elementi che coinvolgono le scelte in merito alla gestione del budget, l'organizzazione e la collaborazione all'interno della squadra e il rispetto di scadenze prefissate. Inoltre, sugli studenti c’è sempre l’occhio di varie aziende interessate a osservarne le capacità sul campo, in modo da valutarne un possibile inserimento nel proprio organico.
Motorsport.com ne ha parlato con Gianmarco Giorda, Direttore Generale di ANFIA, che ha raccontato il lavoro dietre le quinte organizzare la manifestazione e il ruolo da ponte di collegamento tra le aziende e i team che scendono in pista.
Gli studenti lavorano ai box - Formula SAE Italy 2023
Photo by: Davide Cavazza
Anche quest’anno c’è stata una grande partecipazione, con circa 1600 studenti provenienti da ben 20 Paesi differenti.
“Assolutamente. Noi ogni anno cerchiamo di coinvolgere i miglior team che sono presenti in queste competizioni, e di avere anche una presenza capillare anche di squadre di Paesi meno conosciuti. Il fatto che siamo riusciti ad arrivare a una rappresentanza così ampia è un dato importante e significativo. Poi lo vediamo anche negli anni, scuderie provenienti da Paesi che non hanno una industria automotive affermata, anno dopo anno hanno mostrato dei miglioramenti, arrivando anche a portare delle vetture competitive. Mi piace menzionare un team che partecipa per la prima volta a una formula Europea, ovvero una squadra indonesiana di Jakarta che sta ben figurando. Quest’anno in realtà abbiamo qualche squadra in meno rispetto al passato, ma è stata una scelta per darci la possibilità di gestirli meglio da un punto di vista logistico e organizzativo, dedicandogli anche maggiori attenzioni, visto che l’evento è di tipo educational. Si tratta di un’iniziativa di successo, abbiamo tanti studenti da numerosi Paesi dal mondo. Rappresenta una bella esperienza anche per loro, se gli offri la possibilità di interagire con compagni e colleghi provenienti da altri stati, è un arricchimento culturale, che si aggiunte all’aspetto della competizione, che comunque è subordinato a quello formativo. Inoltre, cerchiamo di costruire attorno all’evento dei momenti in cui ragazzi e ragazze possano divertirsi e interagire tra loro, anche perché molte squadre partecipano anche ad altre tappe, come quella tedesca e quella austriaca, per cui è giusto dargli modo di trovare un attimo di tranquillità e divertimento in un tour che richiede grandi sforzi”.
Rispetto allo scorso anno è salito anche il numero di concorrenti europei ed extra-europei. Sono presenti squadra provenienti dall’Indonesia, Stati Uniti, Turchia. Per voi quanto è significativo che vi siano scuderie che affrontano questa trasferta per partecipare alla tappa italiana? Soprattutto dopo il periodo Covid che aveva richiesto di passare a una modalità ibrida.
“Si tratta di un bel segnale, indica che si sta tornando lentamente alla normalità. Il fatto che si affacciano team proveniente da questi Paesi, anche da stati che non hanno un’industria automotive forte, è significativo, perché vuol dire che riconoscono l’importanza della nostra manifestazione. Ci sono molti Paesi che stanno crescendo sia dal punto di vista universitario che di aziende. Pensiamo a Turchia, India e Indonesia, dove c’è una forte presenza di aziende nel settore dell’auto, si stanno avvicinando sempre di più al mondo dell’università. Di conseguenza, i team stanno crescendo parallelamente all’industria automotive collegata. Nei prossimi anni probabilmente saranno sempre di più e cresceranno, anche dal punto di vista qualitativo”.
Gianmarco Giorda, Direttore Generale ANFIA
Photo by: Ufficio stampa ANFIA
Passeggiando nell’area box, abbiamo visto il grande entusiasmo da parte di ragazzi e ragazze nei vari stand, soprattutto nel momento dell’accensione dei prototipi. Dopo mesi di duro lavoro, arrivare qui e vedere che tutto funziona come previsto è motivo di orgoglio per loro. Anche da parte vostra, che organizzate l’evento, chiaramente ci sarà della soddisfazione nel vedere gli studenti coronare i loro sforzi.
“Penso sia la soddisfazione principale, che ripaga anche gli sforzi compiuti. Noi, come ANFIA, abbiamo delle persone che lavorano mesi per organizzare questo evento, perché non è semplice mettere in piedi una manifestazione del genere, ci sono tantissimi aspetti da seguire, come sicurezza, logistica, gestione dei team e dei giudici. Al di là dei ragazzi, noi gestiamo anche la presenza di oltre 250 persone tra coloro che effettuano le verifiche tecniche e gestiscono le prove dinamiche e coloro che valutano i ragazzi, oltre ai rappresentati delle aziende sponsor dell’evento. Siamo molto soddisfatti quando vediamo che la manifestazione riesce bene, ma ancor di più quando vediamo l’entusiasmo degli studenti. Noi lo facciamo per finalità educative e sociali, investiamo per dare opportunità sia ai ragazzi, ma anche ai nostri sponsor, che riescono a interfacciarsi ed entrare in contatto con gli studenti con finalità di recruitment”.
Un aspetto interessante della Formula SAE è che, accanto al classico lato competitivo, c’è anche il tema della collaborazione, perché le squadre cercano di aiutarsi a vicenda. Un tema importante, perché come ci hanno raccontato diversi ragazzi qui in circuito, quel che conta non sono solo le hard skill, come le competenze progettuali, ma anche le soft skill, ovvero come far interagire cinquanta persone, come far collaborare settori diversi in modo da andare in un’unica direzione. Qualcosa che le aziende guardano poi con un certo interesse.
“Si tratta di un altro aspetto di grande soddisfazione, in particolare quando vediamo che è sì una competizione, ma è anche animata da un atteggiamento di collaborazione, per cui gli studenti si danno una mano se ne hanno bisogno. Capita spesso che si applaude riconoscendo il valore dell’avversario, come ad esempio durante le Business Presentation, per cui è una competizione, ma c’è anche un approccio molto educato e collaborativo. Ovviamente questi ragazzi e ragazze hanno delle competenze dal punto di vista tecnico, ma anche la capacità di lavorare insieme, rispettare scadenze, collaborare in un’ottica di team e sono le competenze che più interessano alle aziende. Se io devo assumere un ingegnere, oltre ad essere capace e competente, so che, se ha partecipato a competizioni di questo tipo, ha anche sviluppato quelle soft skill. Infatti, sempre di più le università riconoscono crediti agli studenti che partecipano a queste iniziative e farlo può tornare molto utile a livello di curriculum”.
Formula SAE Italy 2023
Photo by: Davide Cavazza
Negli ultimi anni la tendenza è stata quella che ha visto calare il numero di team che si presentano con un motore a combustione per puntare su soluzioni elettriche.
“Esattamente. Quello che stiamo vedendo in questi anni è lo specchio di ciò che sta succedendo nel mondo dell’auto. Ci si sta spingendo verso l’elettrificazione e il mondo della guida autonoma, tanto che anche qui in Formula SAE ci sono sempre più squadre che portano vetture driverless. L’evoluzione tecnologica si vede anche poi in piccolo in questi eventi, per cui sicuramente nei prossimi anni salirà il numero di autovetture elettriche e driverless rispetto ai motori a combustione perché c’è anche maggior interesse da parte di aziende e università a lavorare sulle soluzioni del futuro”.
In Formula SAE si utilizzano due tipologie di carburante, E85 e 98 RON. Nel campo del motorsport, diverse competizioni si stanno spostando verso i carburanti sintetici e gli e-fuel. Per voi in futuro questo tema potrebbe rappresentare l’opportunità di rivedere una crescita nei team a combustione?
“Questo è difficile da prevedere, anche perché gli e-fuel avranno uno sviluppo di nicchia. Ma sicuramente può essere interessante valutare la crescita dei carburanti sintetici in futuro, anche in termini di costo. Magari tra qualche anno potremmo immaginare che la parte combustion possa essere realizzata con carburanti sintetici. Ma è una proposta al momento prematura, è più un progetto a lungo termine”.
Formula SAE Italy 2023
Photo by: Davide Cavazza
La Formula SAE rappresenta una grande opportunità per gli studenti, anche perché ci sono aziende, come ad esempio Dallara, che assume proprio studenti provenienti da questa competizione. Voi come ANFIA come cercate di interfacciarvi tra aziende e studenti, come una sorta di ponte di collegamento?
“Noi organizziamo l’evento e cerchiamo di far sì che partecino le aziende che sono interessate a inserire nel proprio organico dei profili con caratteristiche che abbiamo descritto. Cerchiamo di promuovere l’evento, sia all’interno del mondo del motorsport e dei top brand dell’automotive, sia all’esterno, verso quelle aziende che potenzialmente potrebbero essere interessante ad assumere questi talenti. Magari semplicemente non conoscono a fondo quest’iniziativa, negli anni stiamo cercando di promuovere sempre di più. Si tratta di un’opportunità interessante sia di conoscere studenti di talento da assumere, sia di creare un network con altre aziende”.
Tra i vari sponsor ci sono numerose case automobilistiche di alto livello, quali Dallara e Lamborghini, ma anche produttori come Sabelt oppure Brembo, leader nel loro settore. Rappresenta motivo di soddisfazione per voi che ci siano marchi così blasonati? Inoltre, credete che la loro presenza oltre che dare lustro all’evento possa rappresentare un incentivo per gli studenti, che puntano a sognano di lavorare per questi brand?
“Sicuramente il nostro obiettivo è quello di avere degli sponsor che abbiano una brand awareness molto elevata, come possono essere Lamborghini, Brembo, Pirelli, Bosch, Audi, per cui il valore del marchio è un elemento di attrazione. Se un team arriva in questa competizione è anche perché sa che ci sono sponsor che mandano del personale HR, ed è quindi un motivo di grande interesse. Tuttavia, quello che stiamo cercando di fare è anche far conoscere queste iniziative ad aziende un po’ più piccole che stanno cercando di far crescere il proprio brand e cercano di lavorare per far salire il valore del marchio anche davanti a potenziali futuri ingegneri. Sicuramente iniziative come queste aiutano a crescere sotto questo punto di vista”.
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