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Dallara: "Entusiasmo dei giovani orgoglio e speranza del mondo"

L'ingegnere e fondatore di Dallara Automobili è sempre presente nel paddock della Formula SAE, dove si ferma a parlare coi ragazzi delle università sulle quali nutre grandi speranze per un futuro migliore, in un mondo attuale dove le problematiche stanno obbligando l'uomo a trovare soluzioni.

Giampaolo Dallara

Foto di: Formula SAE

Varano de' Melegari è la casa della Formula SAE, palcoscenico dei giovani talenti universitari che mettono in mostra le loro idee ingegneristiche e motoristiche davanti ai grandi di questo mondo.

Fra questi, c'è anche Giampaolo Dallara, il papà della gloriosa azienda che nel paese emiliano produce e costruisce le auto da corsa delle maggiori categorie, dalle monoposto di Formula 1 ed IndyCar, arrivando ai più recenti nuovissimi prototipi dell'endurance.

L'Ingegnere non manca mai ad un appuntamento che è diventato un cerchietto rosso sul suo calendario personale; vederlo passeggiare nel paddock, fermarsi a parlare coi ragazzi e curiosare tra le loro produzioni è sempre un momento di grande orgoglio per entrambe le parti.

Dallara si è fermato a parlare di tutto ciò con Motorsport.com, spiegando l'entusiasmo che lo invade nel vedere queste cose, ma anche delle speranze che nutre nei ragazzi per un futuro migliore in un mondo che sta creando una marea di difficoltà.

Giampaolo Dallara

Giampaolo Dallara

Photo by: Formula SAE

Finalmente vediamo un po' di movimento nel paddock della Formula SAE, è contento?
"Finalmente, davvero! Si torna alla normalità, anche se qualcosa ancora manca. Quando ho visto il primo elenco degli iscritti ammessi c'era anche l'Università di Odessa, dunque avrebbero potuto esserci pure i russi, ma come sappiamo la situazione attuale è particolare".

L'entusiasmo fra i ragazzi presenti non manca, però...
"Sì, ci sono tanti paesi che una volta erano comprimari e si presentavano con vetture un po' sgangherate, mentre ora hanno progetti interessanti. Cito gli esempi dei turchi e degli indiani, che ora cominciano anche a lavorare su mezzi elettrici. Per cui entusiasmo prima di tutto, sinonimo di un mondo che cambia, ma con la passione che resta quella di sempre. Meno male che ci sono manifestazioni di questo tipo, che a mio avviso sono inarrivabili".

Anche perché tengono i giovani legati ad un mondo, quello dei motori e del motorsport, che non sempre è seguitissimo dalle nuove generazioni. Ha visto qualcosa che le è piaciuto in particolare?
"Questa manifestazione tiene i giovani legati a tutto ciò, ma soprattutto alla competizione. Vedo la passione di quelli che arrivano qui e già pensano a cosa portare l'anno prossimo. Un entusiasmo che è stupendo, e che per alcuni mesi riportano a casa per lavorare sulle loro cose e tornare per l'edizione successiva. Formula SAE è un evento sempre bellissimo e mi auguro che ANFIA continui a sostenere come ha fatto fino ad oggi".

Giampaolo Dallara

Giampaolo Dallara

Photo by: Formula SAE

Nel paddock si vedono anche tante idee che mettono in risalto l'ingegno dei ragazzi sulle nuove tecnologie; come vede questo mondo del futuro?
"Da parte dei ragazzi c'è una sorta di sintonia con queste novità tecnologiche, per loro è facile arrivarci con un apprendimento quasi immediato. Sono persone abituate al cambiamento perché sono cresciute con esso. Fortunatamente le università italiane cominciano a sostenerli in modo adeguato, vedo che anche in altri paesi la presenza è sempre più forte e c'è un grande interesse. Secondo me dobbiamo essere orgogliosi di avere un evento del genere".

Giovani che si stanno adeguando anche alle problematiche climatiche attuali, come la siccità per esempio. Sono quelli che possono darci una mano con le idee sulle nuove energie?
"Si parla tanto di nuove tecnologie come motori elettrici, ad idrogeno e così via, ma resta il problema primario: come creiamo e produciamo queste energie alternative? Il mondo cambia e lo stiamo vivendo sulla nostra pelle ogni giorno, sono cose imposte e palesi per tutti. Se uno cerca semplicemente sul web il cambiamento legato alla concentrazione di anidride carbonica, vede che con una frequenza di qualche migliaia di anni cala. Siamo passati da temperature glaciali ad un aumento drastico, specialmente dall'inizio dell'utilizzo del carbone e arrivando ai dati attuali. Insomma, è la consapevolezza che i guai ce li siamo creati noi, dunque sta a noi risolvere i problemi".

Giampaolo Dallara

Giampaolo Dallara

Photo by: Formula SAE

E' un problema mondiale o circoscritto in un area?
"Sicuramente il mondo occidentale è quello che sta pagando il prezzo più alto, ma ricordo che a fine anni '80 in Brasile ci fu una delle prime conferenze sul clima; gli europei accusarono i sudamericani di disboscare le foreste amazzoniche oltre il dovuto. Ovviamente i brasiliani fecero notare che la cosa in realtà era già stata fatta anche nei nostri paesi. Oggi si parla di pagare il petrolio del paese che lo fornisce, obbligandolo a tenerlo da parte senza utilizzarlo; è una cosa impossibile. Siamo ad un punto di non ritorno, un rimedio andrà trovato necessariamente".

Voi come azienda come state affrontando il problema della guerra, che ha portato a rincari e ritardi nelle consegne dei materiali?
"Stiamo facendo i salti mortali, ma imparando ad affrontare queste difficoltà. L'ultima cosa che deve accadere è la mancanza di ricambi per chi va in pista; fino ad ora ce l'abbiamo fatta. Dobbiamo continuare a farcela, ma il problema è che le materie mancanti sono cose come leghe d'alluminio che utilizziamo da 30 anni. Ora bisogna tenere conto il tempo di consegna e il prezzo, che a volte cambia anche di giorno in giorno. Una situazione nuova alla quale non eravamo preparati, ma tutto sommato è un problema piccolo rispetto a rivoluzioni più grandi che stanno accadendo, come il clima per esempio".

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