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Vergne: “Mi chiedo se D’Ambrosio abbia un cervello!”

Botta e risposta nel dopo gara di Mexico City tra il francese e il belga della Dragon Racing, accusato di avere impedito la vittoria al portacolori della Techeetah-Renault con manovre ostruzionistiche...

Jean-Eric Vergne, Techeetah

Jean-Eric Vergne, Techeetah

Sam Bloxham / Motorsport Images

Jean-Eric Vergne, Techeetah
Jean-Eric Vergne, Techeetah
Jean-Eric Vergne, Techeetah
Jean-Eric Vergne, Techeetah
Nicki Shields e Jérôme d'Ambrosio, Dragon Racing, nella conferenza stampa
Jean-Eric Vergne, Techeetah
Jean-Eric Vergne, Techeetah
Jérôme d'Ambrosio, Dragon Racing
Jean-Eric Vergne, Techeetah
Esteban Gutiérrez, Techeetah
Jean-Eric Vergne, Techeetah
Jérôme d'Ambrosio, Dragon Racing
Jérôme d'Ambrosio, Dragon Racing
Nicki Shileds e Jérôme d'Ambrosio, Dragon Racing, nella conferenza stampa
Nicki Shields e Jérôme d'Ambrosio, Dragon Racing nella conferenza stampa
Jérôme d'Ambrosio, Dragon Racing
Jean-Eric Vergne, Techeetah
Jean-Eric Vergne, Techeetah
Jean-Eric Vergne, Techeetah
Jean-Eric Vergne, Techeetah e Sam Bird, DS Virgin Racing
Jean-Eric Vergne, Techeetah
Jean-Eric Vergne, Techeetah

Jean-Éric Vergne, secondo classificato nell’ePrix di Città del Messico, ha lanciato una vera e propria bordata e ha dimostrato di essere molto arrabbiato con Jérome D'Ambrosio, dal momento che il francese ritiene che le sue possibilità di vittoria siano state rovinate dal comportamento del belga.

Il pilota della Techeetah-Renault necessitava di scavalcare il rivale dopo la fase di Safety-Car della gara di sabato, ma il driver della Faraday Future Dragon Racing, che aveva molta meno energia disponibile rispetto a lui dopo aver usato la strategia di anticipare il pit-stop, gli ha negato la possibilità di lanciare un attacco decisivo contro la ABT Schaeffler FE02 di Lucas Di Grassi. 

Le coriacee tattiche difensive di D'Ambrosio hanno fatto infuriare Vergne, che si è visto la strada tagliata più volte nel corso della loro battaglia.

“È stato il modo in cui lui (Jérôme, ndr) si è difeso che trovo inaccettabile e ingiusto”, ha detto Jean-Éric a Motorsport.com.

“Mi ha spinto fuori pista più volte, mentre stavo cercando di superarlo, anche se lui, in ogni caso, non ha mai avuto né l’intenzione né la possibilità di finire la corsa, considerati i suoi bassi livelli di energia. È stato totalmente stupido...". 

 

E ancora: “Alla fine questo atteggiamento è costato a lui la gara e a me la possibilità di vincere. Mi chiedo se il ragazzo abbia un cervello. Voleva parlarmi una volta finito tutto, ma io non ho niente da dirgli”.

"Sono le immagini a parlare per me. Io non credo che usiamo neppure la stessa lingua quando si ha a che vedere con queste tattiche, a prescindere da tutto".

D'Ambrosio era invece imperturbabile dopo la corsa sull’Autódromo Hermanos Rodríguez, e ritiene di avere adottato un corretto approccio difensivo, nonostante la discrepanza nel quantitativo di energia utilizzabile tra le due vetture.

“Stavo facendo la mia corsa e se lui (Vergne, ndr) crede che gli altri debbano cedergli il posto o spostarsi al suo passaggio, significa che non parliamo dello stesso tipo di corse. Non è vero?”, si è domandato il pilota della Faraday Future Dragon Racing.

“Se la FIA pensa che io sia stato troppo aggressivo e che non abbia guidato nel rispetto delle regole, me lo farà sicuramente sapere e, in tal caso, riceverò un monito ufficiale”, ha aggiunto. 

 

“Dal mio punto di vista, ho semplicemente anticipato le curve, ma non mi sono mai mosso dalla mia traiettoria ideale. Certo, non gli ho dato molto spazio, ma queste sono le corse. Capisco che possa essere frustrante, ma ognuno fa la propria gara ed è ciò che i tifosi desiderano vedere...”.

Jérôme ha ritenuto di aggiungere che una lettura erronea o un malfunzionamento del display di bordo ha contribuito anche a una certa confusione circa il fatto che potesse finire o meno l’ePrix.

“Quello che è successo è che, quando mancavano sette giri alla fine della corsa, avevo ragione io sull’obiettivo, mentre le cifre che comparivano sul mio cruscotto non corrispondevano con i numeri che il team mi forniva”, ha detto. 

“Così abbiamo avuto una discussione via radio: dai box mi hanno detto che avrei dovuto vedere che mancavano sei giri alla fine. Lì ho pensato che avrei avuto un giro in meno per completare la corsa e che, conseguentemente, avrei potuto consumare di più”, ha seguitato il pilota belga di origini italiane per replicare in qualche modo alla polemica sollevata da Jean-Éric Vergne della Techeetah-Renault.

“Poi, sul mio cruscotto il target è cambiato e le cose si sono aggiustate fino a quando non ci siamo resi conto che si trattava di un errore, e che c'erano in realtà ancora sette giri al traguardo.

“È stato un vero peccato, perché ritengo che, dopo una competizione veramente difficile, avrei potuto strappare almeno il quinto posto...". 

 

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