Sam Bird “devastato dentro” per l’errore costatogli il podio
In attesa di vederci più chiaro, il pilota inglese della DS Virgin Racing si assume la responsabilità integrale, assieme ai freni ancora freddi, del contatto con la barriera di gomme del 22esimo giro alla curva 5.
Sam Bird, DS Virgin Racing
James Holland
Professione di grande onestà intellettuale da parte di Sam Bird, che non ha avuto e tuttora non ha problemi ad assumersi la responsabilità dell’incidente costatogli quasi certamente un piazzamento sul podio nell’ePrix di Long Beach.
Il pilota britannico della DS Virgin Racing, che aveva guidato la corsa nelle fasi iniziali dopo lo scatto dalla pole position, inseguiva infatti da vicino il futuro vincitore Lucas Di Grassi (ABT Schaeffler Audi Sport) quando è arrivato lungo a ruote bloccate alla curva 5, “baciando” leggermente il muro di protezione in gomma nel corso del 22esimo passaggio.
Aveva appena effettuato lo scambio di vetture in pit-lane, operazione avvenuta nel giro precedente, e già alla radio, parlando con il team manager, non aveva avuto difficoltà ad ammettere di essere stato colto in fallo dai freni ancora freddi.
L'incidente lo ha precipitato al settimo posto, anche se il veterano della Formula E, peraltro vincitore con maestria dell’ePrix di Buenos Aires il 6 febbraio scorso, ha riguadagnato una posizione allorché a Nicolas Prost (Renault e.dams) è stata inflitta la penalità di un drive-through.
"Sono distrutto per la squadra e ovviamente mi sento ‘devastato dentro’ anche per me stesso", ha confessato Sam Bird senza troppi giri di parole. "Undici punti di distacco anziché ventuno, probabilmente. Sapete, avrei potuto dare a Lucas (Di Grassi, ndr) una bella battaglia oggi, ma mi sono fermato io. È il motivo per il quale Long Beach mi ha un bel po' deluso”.
"Penso che il botto sia stato genuinamente un errore del pilota, cioè mio", ha spiegato il driver inglese. "Voglio cercare di guardarci dentro e capire che cosa sia successo. Per il momento, non posso però fare altro che tenere la lingua a posto e dire che è stato un mio errore”.
E ancora: "Tutto sommato e a dire la verità, sono stato anche fortunato. Normalmente, quando si rimane bloccati nelle gomme di protezione di una curva non si finisce la corsa. Sotto un certo punto di vista, mi è andata anche bene. Sono però distrutto all’idea di avere buttato via la vittoria o, per lo meno, il secondo posto”.
Concludendo con un pizzico di rammarico ulteriore: "È stato anche un peccato, ovviamente, non aver potuto capitalizzare la nostra competitività in uno dei circuiti che ci erano più congeniali...”.
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