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Tecnica, il segreto Mahindra risiede nel software

La formazione indiana e la McLaren hanno sviluppato un sofisticato programma per gestire le due M2Electro

Nick Heidfeld, Mahindra Racing Formula E Team
Nick Heidfeld, Mahindra Racing
Bruno Senna, Mahindra Racing
Third place Nick Heidfeld, Mahindra Racing
Nick Heidfeld, Mahindra Racing Formula E Team
Bruno Senna, Mahindra Racing
Nick Heidfeld, Mahindra Racing e Bruno Senna, Mahindra Racing
Mahindra Racing

Dietro la Mahindra Racing, protagonista di una stagione 2014-2015 probabilmente al di sotto delle aspettative, ma certamente oggi desiderosa di riscatto, vi sono alcune credenziali molto forti. Innanzitutto, la squadra diretta da Dilbagh Gill è di proprietà dell'omonimo gruppo internazionale: una casa automobilistica e motociclistica con un fatturato di 16,9 miliardi di dollari in India (e 200.000 dipendenti!), che controlla la linea a emissioni zero Mahindra Reva, capace di commercializzare veicoli in 26 Paesi.

Dopo la rottura con la Carlin Motorsport, il suo team operativo è diventato la Campos Racing (vincitore del campionato piloti dello scorso anno con “Nelsinho” Piquet e tuttora partner della NextEV TCR): la struttura di engineering si presenta così calata in un abito non soltanto elegante e blasonato, ma anche “solido”, sul duplice piano della ricerca tecnica e della qualità delle risorse umane.

Con una soluzione a quattro marce fornita dalla Hewland, un motore McLaren (molto simile a quello del powertrain uguale per tutti della prima stagione di F.E) e un sacco di duro lavoro effettuato durante l'estate per sviluppare un proprio software, la Mahindra sembra avere adesso finalmente colto nel segno con il modello M2Electro. Lo ha dimostrato Nick Heidfeld a Pechino, consegnando alla formazione indiana il primo podio nella specialità soltanto elettrica, mentre Bruno Senna è stato un po' più in ombra. L'hardware è un'evoluzione della macchina della prima edizione della categoria, però la chiave di volta per gli uomini di Joan Orus e Claudio Corradini sembra essere rappresentanto dall'investimento in un programma insieme al partner di Woking.

La natura imprevedibile delle corse di Formula E è una qualità che sta rendendo questa novità agonistica molto popolare presso il pubblico, televisivo e non soltanto. Le nuove regole sulle unità motrici manterranno la pressione su team e piloti nel corso di tutta la stagione 2015-2016, costringendoli a impegnarsi al massimo, ma non bisognerà meravigliarsi se la M2Electro riuscirà nel breve-medio periodo a inserirsi di brutto fra i contendenti per il titolo, accanto alla Renault e.dams Z.E. 15 e la ABT Schaeffler FE01.

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