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“La Renault ha fuso il know-how stradale e la F.1”

Vincent Gaillardot, project leader della Casa francese in F.E, descrive... l'asso nella manica della ex Régie

Jean-Paul Driot, Renault e.dams

L'ultima tappa 2015 del Campionato FIA di Formula E a Punta del Este, nella quale Sébastien Buemi e la Renault e.dams hanno raccolto la seconda vittoria della stagione 2015-2016, sembra già risalire a parecchio tempo fa. In preparazione del quarto appuntamento della categoria “full electric”, il project leader della Renault Sport, Vincent Gaillardot, ha sviscerato a fondo la “questione energetica” che riemergerà nel Buenos Aires ePrix.

Non soltanto F.E: una corretta gestione dell'energia è una questione ovunque cogente di questi tempi, non è vero?
"È chiaro perché sia davvero così. Grazie all'avanzamento continuo della tecnologia, i veicoli elettrici e ibridi sono diventati realmente importanti. E questo ha trasceso molte categorie differenti del motorsport: la Formula 1, il Campionato Mondiale Endurance e, naturalmente, la Formula E. Come risultato di ciò, la capacità di gestione dell'energia è diventata una competenza di vitale importanza sia per le squadre che per i piloti da corsa di oggi".

Nel concreto, quale è la sorgente di tutta questa “preparazione”?
"Beh, alla Renault Sport abbiamo un'esperienza vastissima in materia, maturata nei sistemi di recupero dell'energia utilizzati in Formula 1, così come un robusto know-how tecnico sperimentato dalla Casa madre fra le vetture elettriche stradali. La conoscenza congiunta dei dati acquisiti da ambedue le attività si è rivelata decisiva nella costruzione della monoposto Renault Z.E.15 e continua ad aiutarci nella preparazione delle singole gare di Formula E, in cui una gestione energetica efficace può fare la differenza tra vincere e perdere".

Come possiamo applicarla con successo alle corse?
"Il modo migliore per gestire efficacemente l'energia a nostra disposizione durante una gara essenzialmente è quello di recuperarla in frenata. Dato questo elemento per assodato, diventa tutta una questione di monitoraggio dei livelli di consumo e di individuazione del miglior assetto, che dipende dalla tipologia e dalla lunghezza del tracciato".

C'è qualcosa di decisivo che si può fare prima di una corsa per prepararsi al meglio?
"Assolutamente sì! Trascorriamo molto tempo nella simulazione delle gare in fabbrica, prima di scendere in pista, per decidere nel merito la taratura ottimale di ogni singolo componente della macchina. In ogni caso, come tutti sappiamo, le simulazioni non riflettono sempre le condizioni del mondo reale. Per esempio, non possiamo prevedere se Sébastien o Nicolas dovranno utilizzare un sacco di energia per lottare con altri piloti, o se ci aspetta una tirata unica da bandiera a bandiera per la vittoria…".

Ed è in tale contesto che la preparazione di un evento agonistico viene raffinato?
"La prima sessione di shake down tipica dei week end di gara della Formula E è abitualmente spesa proprio per perfezionare la gestione dell'energia e trovare il set-up ideale delle macchine. C'è un'interazione costante tra i piloti e i loro ingegneri per monitorare i livelli di consumo e per prendere gli eventuali opportuni provvedimenti. Poi, durante la corsa è molto importante riuscire a mantenere quel livello di rapporto e istruirli in tutto".

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