FE | L'implosione Jaguar ha aperto la porta al titolo di Wehrlein
L'ultima gara della Season 10 della Formula E ha regalato un'avvincente sfida per il titolo mondiale, con una lotta a tre tra Wehrlen e il duo Jaguar. Tuttavia, è stata proprio l'implosione all'interno del box del giaguaro, tra strategie poco chiare e accuse velate, a garantire al tedesco della Porsche la chance migliore di conquistare l'iride.
Un finale emozionante, teso, con tre piloti pronti a contendendosi il titolo che vale una stagione. L’ultimo appuntamento di Londra ha regalato un fine settimana che rimarrà a lungo nella storia della Formula E perché, se è pur vero che spesso i mondiali della categoria totalmente elettrica si sono decisi all’ultima gara, dall’altra parte un finale così teso è di quelli che si ricorderanno a lungo.
Al termine del doppio ePrix britannico sono giunti i verdetti, con Pascal Wehrlein incornato campione del mondo per la prima volta in carriera grazie a un secondo posto in gara 2 che si è rivelato sufficiente per battere gli altri rivali nella rincorsa al titolo, ovvero Mitch Evans, terzo dopo un Attack Mode mancato, e Nick Cassidy, costretto al ritiro dopo un contatto.
Il tedesco non arrivava di certo come il grande favorito a Londra, non solo per il distacco di 13 punti dalla vetta alla viglia del weekend, lo stesso di Evans dal compagno di squadra in cima al campionato. Per centrare il sogno mondiale non serviva un fine settimana di alto livello, ma un weekend perfetto, facendosi trovare pronto per sfruttare quelle crepe all’interno del box Jaguar, ormai radicate da mesi, che potevano concretamente rappresentare la maggiore minaccia alle ambizioni del giaguaro.
Pascal Wehrlein, Porsche
Foto di: Andreas Beil
Indubbiamente Porsche e Wehrlein sono stati due avversari temibili, ma quando si torna a casa con due titoli su tre, nella fattispecie quello riservato ai team e quello dedicato ai costruttori, viene spontaneo chiedersi il perché Jaguar non sia riuscita a centrare una tripletta alla portata, mancando il mondiale piloti. L’arrivo di Cassidy dal team cliente Envision andava proprio in questa ottica, garantendosi un altro pilota di alto profilo per centrare tutti e tre gli obiettivi stagionali.
Eppure, la rincorsa al titolo piloti della Jaguar è sembrata sgretolarsi passo dopo passo, tra le loro stesse mani. Nel corso dell’intero campionato, la squadra britannica ha continuato sulla medesima linea, con pari opportunità per i piloti anche quando la classifica suggeriva di prendere una scelta difficile e riporre in Cassidy le speranze mondiali. Dopo il doppio appuntamenti di Berlino, infatti, il neozelandese poteva contare un ampio vantaggio di ben 43 punti sul compagno di squadra, in quel momento al quinto posto in classifica, mentre il gap sul rivale più diretto, proprio Pascal Wehrlein, era di sole 16 lunghezze.
Chiaramente, con sei tappe ancora da disputare in tre differenti eventi, tutto era ancora possibile, come ha dimostrato la realtà dei fatti. Tuttavia, la decisione, forse ostinata, di continuare a garantire pari chance a entrambi i piloti è stata la chiave di un campionato perso in modo rocambolesco in un finale dove sono emerse altre fratture interne. Ciò non vuol dire che la scelta di garantire anche ad Evans un’opportunità di conquistare il titolo sia stata errata, perché Londra avrebbe potuto regalare un verdetto differente, ma questa decisione ha lasciato spazio a incomprensioni che sono poi costate il titolo.
Proprio nel rispetto di questa politica, Cassidy ed Evans hanno potuto gareggiare liberamente a Londra, sebbene ciò non significhi che il team non abbia tentato di far collaborare i due lati del garage, in modo da sfruttare due punte nella lotta contro Wehrlein. L’esempio perfetto è quello del primo Attack Mode, quando Jaguar ha chiesto ad Evans, che in quel momento si trovava in seconda posizione, di rallentare al fine di lasciare lo spazio a Cassidy per andare in zona di attivazione e restare ad ogni modo in prima posizione.
Nick Cassidy, Jaguar TCS Racing, Jaguar I-TYPE 6, Mitch Evans, Jaguar Racing , Jaguar I-TYPE 6
Foto di: Simon Galloway / Motorsport Images
Una tattica che Evans non ha gradito e che, anzi, lo ha ulteriormente infastidito, perché non rientrava nei piani concordati prima della gara: "Mi sono sentito un po' spiazzato ad essere sincero, rispetto a quanto discusso prima della gara negli ultimi giorni e a quanto mi è stato detto è stato davvero sorprendente e deludente", ha detto Evans a proposito della chiamata strategica.
Per quanto la cosa lo abbia infastidito, il neozelandese ha rispettato l’ordine, prendendo spazio per far scontare al compagno di squadra l’Attack Mode, concedendogli di fatto un vantaggio. Tuttavia, da quel momento sono saltati i piani e, dopo aver espresso il proprio disappunto via radio, Evans ha indossato i guantoni da boxe, pronto anche a prendersi il rischio di qualche contatto pur di andare in testa.
"Mi era stato detto che avremmo potuto correre liberamente, ma chiaramente non è stato così ed è questo che mi è costato il campionato del mondo oggi. Ovviamente non volevo farlo, ma sono stato costretto a farlo, cosa che non ha mai fatto parte di nessun piano, quindi potete immaginare cosa mi è passato per la testa", ha raccontato Evans.
Cassidy alla fine è scivolato dietro Evans e Wehrlein dopo l'attivazione del suo secondo Attack Mode, aspetto che ha infastidito notevolmente lo stesso neozelandese. Cassidy, infatti, non solo non voleva cedere la posizione in una fase così anticipata della gara, ma si aspettava che la scuderia ragionasse in maniera più furba, non costringendolo a dover sprecare tanta energia per difendersi. Non sorprende, infatti, che a metà gara Cassidy fosse quello con meno carica residua dei tre contendenti al titolo.
Mitch Evans, Jaguar Racing , Jaguar I-TYPE 6, Pascal Wehrlein, Porsche, Porsche 99X Electric Gen3
Foto di: Alastair Staley / Motorsport Images
A beneficiare di questa confusione strategica in casa Jaguar è stata soprattutto la Porsche, perché è passata da una situazione potenziale in cui i due piloti del giaguaro avrebbero potuto darsi una mano nello scontare l’Attack Mode, a uno scenario in cui è riuscita a dividere le due monoposto britanniche mettendosi alle spalle Cassidy, poi costretto al ritiro per una foratura.
Evans è rimasto in lotta diretta con Wehrlein ma, al momento di sfruttare il suo secondo e ultimo Attack Mode, non è passato sul sensore, vedendosi costretto a passare una terza volta nell’area di attivazione. Per il neozelandese, mancare la seconda attivazione ha avuto una doppia conseguenza: da una parte passare dal secondo posto, con la possibilità di puntare ancora al trionfo che gli avrebbe garantito la vittoria del titolo, in terza posizione dietro Wehrlein, dall’altra dover rallentare negli ultimi due per scontare i quattro minuti rimanenti di Attack Mode, dovendo dire addio ai sogni di gloria.
Grazie ai risultati di Londra, Jaguar è riuscita ad aggiudicarsi i primi titolo in Formula E, imponendosi sia nella classifica riservata ai team che in quella dedicata ai costruttori. Evans è ormai all’ottava stagione con il team britannico, dove è ormai un veterano, motivo per il quale sente un senso di soddisfazione e orgoglio per il risultato raggiunto. Dall’altra parte, questa era il quarto anno in cui il neozelandese era arrivato a giocarsi concretamente il mondiale e, considerando questa come la chance migliore per poter ambire al titolo, non ha risparmiato una frecciata alla scuderia.
"Voglio essere felice per la squadra per aver vinto il campionato a squadre, ma sento che questo fine settimana non siamo stati all'altezza della situazione e sono anche un po' sorpreso da alcune chiamate fatte contro di me oggi. Ci sono molte discussioni da fare. Il mondiale era il più realistico ed è stato mio per un po'. Mi sembra che a un certo punto la mia stessa squadra abbia lavorato contro di me, e questo non è bello".
Be part of Motorsport community
Join the conversationShare Or Save This Story
Top Comments
Iscriviti ed effettua l'accesso a Motorsport.com con il tuo blocco delle pubblicità
Dalla Formula 1 alla MotoGP, raccontiamo direttamente dal paddock perché amiamo il nostro sport, proprio come voi. Per continuare a fornire il nostro giornalismo esperto, il nostro sito web utilizzala pubblicità. Tuttavia, vogliamo darvi l'opportunità di godere di un sito web privo di pubblicità e di continuare a utilizzare il vostro ad-blocker.