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Evans: “In Jaguar abbiamo una macchina per vincere”

Partito sedicesimo a causa della penalità per un’errata distribuzione del peso su una delle auto a seguito della sostituzione della batteria dopo le Prove Libere 1, Mitch ha chiuso l’ePrix dell’Uruguay "soltanto" in quarta posizione.

Mitch Evans, Jaguar Racing

Mitch Evans, Jaguar Racing

Sam Bloxham / Motorsport Images

Nick Heidfeld, Mahindra Racing, Luca Filippi, NIO Formula E Team & Mitch Evans, Jaguar Racing
Mitch Evans, Jaguar Racing
Mitch Evans, Jaguar Racing
Mitch Evans, Jaguar Racing
Mitch Evans, Jaguar Racing
Mitch Evans, Jaguar Racing
Mitch Evans, Jaguar Racing
Mitch Evans, Jaguar Racing, walks the track
Mitch Evans, Jaguar Racing
Mitch Evans, Jaguar Racing

Un errore del box Panasonic Jaguar tra le prime due sessioni di prove ha complicato il week end di Punta del Este di Mitch Evans. Tuttavia, in corsa, il talentuoso neozelandese è riuscito a mettere in scena una bella performance e a risalire fino alle spalle del podio.

“La nuova batteria era di 3 kg più leggera, ma la scorretta distribuzione dei pesi che ci è stata contestata era di appena 300 grammi”, ha spiegato a Motorsport.com. “Non ne avrei tratto alcun vantaggio, comunque le regole sono regole ed è giusto che gli Stewards le facciano rispettare, quindi non possiamo lamentarci”. 

“Detto ciò, abbiamo un’auto veloce e sono felice di poter approcciarmi alle prossime corse con la speranza di poter battermi per la vittoria”, ha continuato.

“Che ero stato arretrato sulla griglia l’ho appreso prima della Parata dei Piloti ed era qualcosa che non avrei voluto sentire, venendo da una buona qualifica. Sedicesimo non era esattamente la posizione in cui avrei dovuto essere. Ovviamente non eravamo conformi al regolamento, ma non intenzionalmente e poi per un piccolo margine”, ha sottolineato. 

Autore di ben 12 sorpassi, tra cui quello particolarmente deciso sulla Mahindra di Felix Rosenqvist alla velocissima curva 13, il 23enne “kiwi” ha ammesso di non aspettarsi un simile recupero.

“No, qui era difficile attenderselo, in quanto rispetto a Santiago e al Messico non è semplice superare. Non mi attendevo assolutamente di finire nella top 4, tuttavia se la vettura ha il passo e riesci ad adattarti bene al tracciato è possibile progredire ed è quello che ho fatto io. Tra i ragazzi davanti la differenza era minore, ma sappiamo tutti quanto sia dura superare Jean-Éric Vergne”, ha poi concluso. 

 

 

 

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