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Mercedes: la scelta di Vesti un azzardo come con Russell?

L'ingresso di Frederik Vesti nel programma giovani Mercedes ha lasciato sbigottiti dopo un 2020 non brillante, ma la Casa tedesca è certa di aver pescato dal mazzo un degno erede di George Russell.

Frederik Vesti, Prema Racing

Frederik Vesti, Prema Racing

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Dopo aver fatto crescere e debuttare in Formula 1 talenti quali Esteban Ocon e George Russell, il programma junior Mercedes sembrava aver subito una battuta d’arresto.

Se è vero che la Casa tedesca aveva già messo sotto contratto negli scorsi anni Andrea Kimi Antonelli, una delle migliori promesse del mondo del karting, , oltre a Paul Aron, è altrettanto vero che la academy della Stella è sembrata vivere nelle ultime stagioni un momento di stand-by se paragonata alla mole di piloti ingaggiati dalla Red Bull e dalla FDA.

Tutto, però, è cambiato improvvisamente nella prima metà di gennaio 2021 quando il team sette volte campione del mondo costruttori, dopo averlo seguito a lungo, ha annunciato l’ingresso di Frederik Vesti all’interno del suo programma giovani.

La scelta del danese classe 2002 ha lasciato interdetti. Dopo aver dominato la stagione 2019 della neonata Formula Regional, Vesti non è riuscito a ripetersi nel 2020 in Formula 3 nonostante avesse tra le mani una monoposto del team Prema.

La Mercedes ha preso un abbaglio? Forse no, specie se si considera quanto fatto in passato proprio con George Russell.

La scommessa Russell

Facile dire oggi che la Mercedes ci abbia visto lungo con Russell, ma quando nel 2017 la Casa della Stella decise di puntare sul britannico in molti erano rimasti perplessi.

Fino a quel momento, infatti, l’inglese si era ben comportato nella Formula 3 europea, ma non aveva mostrato tratti di quel talento innato visto sia in Charles Leclerc che in Max Verstappen.

In due stagioni nella serie continentale, disputate prima con il team Carlin nel 2015 e poi con la Hitech GP l’anno successivo, Russell aveva ottenuto un sesto ed un terzo posto in campionato, portando a casa un bottino di sole 3 vittorie e 3 pole.

Troppo poco, si pensava, per considerare Russell la nuova stella del futuro. George, però, è riuscito a zittire anche gli osservatori più scettici.

George Russell, ART Grand Prix. Nel 2017 l'inglese ha compiuto il primo decisivo step dopo l'ingresso in Mercedes

George Russell, ART Grand Prix. Nel 2017 l'inglese ha compiuto il primo decisivo step dopo l'ingresso in Mercedes

Photo by: GP3 Series Media Service

Nel 2017, anno del debutto in GP3, l’inglese è stato una vera e propria macchina da guerra.

Passato alla ART Grand Prix, team di riferimento della categoria, è riuscito a conquistare il titolo con un bottino di 4 vittorie (tutte in Gara 1), 4 pole ed un totale di ben 220 punti contro i 141 di Jack Aitken (suo diretto rivale quella stagione).

Quell’anno Russell, grazie anche al supporto Mercedes, ha iniziato una crescita straordinaria proseguita poi nel 2018 in Formula 2.

Vestiti ancora una volta i colori della ART Grand Prix, il ragazzino britannico ha replicato quanto fatto vedere l’anno prima da Charles Leclerc.

7 vittorie, 5 pole, 5 giri veloci ed un totale di 287 punti hanno consentito a Russell di diventare l’autentico mattatore della stagione piegando la resistenza dell’attesissimo Lando Norris.

Ancora una volta la fiducia della Mercedes è stata ripagata grazie ad una crescita costante ed impressionante che non si è arrestata nemmeno quando George ha fatto il salto in Formula 1 seppur al volante di una Williams di sicuro non al top della condizione.

Vesti saprà imitare lo stesso percorso dell’inglese? Questa è la domanda che in molti si sono posti dopo l'annuncio del danese nel programma giovani della Stella.

I dubbi su Vesti

Se analizziamo gli ultimi due anni in monoposto di Frederik Vesti i dubbi circa le sue potenzialità  sono molto simili a quelli che hanno accompagnato Russell nel 2015 e nel 2016.

Vesti ha letteralmente dominato la stagione 2019 della Formula Regional ottenendo 13 vittorie e 10 pole su 24 gare, ma la neonata categoria continentale non rappresentava all’epoca una cartina di tornasole per valutare in modo obiettivo le qualità di un pilota.

La divisione tra Formula Regional e Formula Renault Eurocup, infatti, ha dato vita ad una spartizione di partecipanti tale da far gareggiare con regolarità nella prima soltanto otto piloti. 

Vesti ha avuto come avversari per il titolo soltanto i suoi compagni in Prema, Fittipaldi e Caldwell, ed è stato micidiale nell'imporsi su di loro.

Per il 2020 tutti si attendevano una conferma delle sue potenzialità quando il danese ha compiuto il salto nella ben più competitiva Formula 3 sempre con i colori della scuderia della famiglia Rosin, ma qualcosa non ha funzionato a dovere.

Inoltre, proprio alla vigilia dello scorso anno, c'era grande attesa per vedere chi avrebbe avuto la meglio a parità di vetture e di team tra il campione in carica della Formula Regional ed il campione in carica della Formula Renault Eurocup (Oscar Piastri).

L’inizio di stagione di Vesti è stato incoraggiante, con il primo successo conquistato in Gara 1 in Stiria anche se con punteggio dimezzato causa l’interruzione anticipata a seguito dei copiosi rovesci che hanno reso impraticabile la pista.

Frederik Vesti, Prema Racing. Il finale di stagione 2020 ha visto il danese tornare ad altissimi livelli

Frederik Vesti, Prema Racing. Il finale di stagione 2020 ha visto il danese tornare ad altissimi livelli

Photo by: Mark Sutton / Motorsport Images

Il prosieguo della stagione, però, ha visto Frederik entrare in una spirale negativa. Mentre i suoi compagni di squadra, Piastri e Sargeant, si rendevano protagonisti di una crescita costante e prestazioni convincenti, Vesti arrancava diventando spesso l’ombra del pilota cannibale ammirato nel 2019.

Soltanto nel finale di stagione, in occasione degli ultimi due round italiani di Monza e del Mugello, Vesti è riuscito a riscattarsi centrando due convincenti vittorie nelle prime gare del weekend, ma il bottino di fine anno lo ha visto chiudere in quarta posizione in classifica con 146,5 punti alle spalle di Piastri, Pourchaire e Sargeant.

Una stagione deludente? Forse, considerando le premesse, ma nella valutazione generale non si può non tener conto del fatto che Vesti sia stato l’unico pilota in grado di conquistare tre successi in Gara 1 in un campionato estremamente equilibrato che ha visto ben 6 piloti matematicamente in lotta per il titolo sino all’ultimo appuntamento del Mugello.

2021: la stagione della conferma

Per Vesti il 2021 dovrà essere la stagione della consacrazione. Abbandonato il team Prema, la Mercedes ha deciso di dirottare il danese in ART Grand Prix, scuderia per la quale in passato hanno gareggiato sia  Ocon che Russell.

Una scelta rischiosa? Può essere. Se fino al 2018 il team francese è stato l’autentico dominatore della GP3, da quando nel 2019 il Prema Racing ha esordito nella categoria la ART GP ha iniziato a faticare non riuscendo più ad imporsi né nella classifica riservata ai piloti né in quella dei team.

L’obiettivo minimo per Frederik sarà quello di replicare quanto compiuto nella passata stagione da Pourchaire, divenuto in breve tempo il miglior portacolori della ART Grand Prix ed uno dei più seri pretendenti per il titolo.

Vesti dovrà diventare il faro della ART Grand Prix per consentire al team transalpino di tornare ai fasti del passato, ed al contempo dovrà dimostrare che la Mercedes non ha compiuto una scelta sbagliata puntando su di lui per la nuova fase del programma giovani.

Certo, se si guarda ai numerosi talenti emersi nelle categorie propedeutiche lo scorso anno (come ad esempio Gabriele Minì, David Vidales e Kas Haverkort) sembra strano che la Mercedes abbia voluto puntare proprio su Vesti dopo un 2020 pieno di alti e bassi, ma la storia insegna che la Casa tedesca difficilmente perde le proprie scommesse e George Russell ne è la prova evidente.

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