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I piloti della GP3 chiedono il cambiamento della Virtual Safety Car

L'ultimo appuntamento di Hockenheim ha visto la Virtual Safety Car influenzare notevolmente l'esito finale di entrambe le gare. La maggior parte dei piloti chiede una modifica del sistema che possa avvicinarsi a quanto visto in GP2.

Arjun Maini, Jenzer Motorsport

Foto di: GP2 Media Service

Tatiana Calderon, Arden International
Tatiana Calderon, Arden International precede Kevin Joerg, DAMS
Tatiana Calderon, Arden International
Arjun Maini, Jenzer Motorsport precede Kevin Joerg, DAMS e Tatiana Calderon, Arden International
Alexander Albon, ART Grand Prix precede Nyck De Vries, ART Grand Prix e Antonio Fuoco, Trident alla
Tatiana Calderon, Arden International
Tatiana Calderon, Arden International
Alexander Albon, ART Grand Prix
Tatiana Calderon, Arden International precede Jake Dennis, Arden International
Tatiana Calderon, Arden International
Alexander Albon, ART Grand Prix precede Matthew Parry, Koiranen GP

L’ultimo appuntamento della GP3 sul tracciato di Hockenheim è stato notevolmente influenzato in entrambe le manche dalla Virtual Safety Car.

In Gara 1, Antonio Fuoco è stato abilissimo ad effettuare una ripartenza fulminea per conquistare la prima posizione ed il secondo successo stagionale nella categoria, mentre in Gara 2 Jake Hughes ha beffatto al restart Maini, con l’indiano che è retrocesso sino alla quinta posizione.

Proprio l’utilizzo della Virtual Safety Car ha diviso l’opinione dei piloti, con lo stesso Maini che, intervistato da Motorsport.com, ha aspramente criticato le modalità con cui viene applicata.

“Durante il periodo di Virtual Safety Car la mia vettura era più lenta di circa 4 Km/h rispetto alle altre monoposto e Hughes è riuscito a sopravanzare me e Leclerc ad una velocità pazzesca”.

“Al restart non c’erano pannelli dove potessi controllare la fine del periodo di neutralizzazione e così sono scivolato in quinta posizione. Personalmente non mi piace per nulla la Virtual Safety Car. Non c’è alcun GPS da poter monitorare e si può chiaramente vedere come alcuni piloti guadagnino molte posizioni a scapito di altri”.

“Per ben due gare di fila il mio risultato finale è stato influenzato dalla Virtual Safety Car. Non capisco quale sia il problema nel far entrare in pista la safety car”.

Anche Alexander Albon è stato penalizzato dalla neutralizzazione avvenuta in Gara 1. Il tailandese della ART è stato fulminato alla ripartenza da Fuoco ed è scivolato dalla prima alla quarta posizione.

“Nella prima gara stavo controllando tranquillamente il mio gap sugli inseguitori, ma poi è intervenuta la Virtual Safety Car. La temperatura del motore è scesa troppo e ho dovuto inserire la seconda marcia. Nel periodo di neutralizzazione la velocità della vettura cambia molto a seconda della marcia utilizzata. La seconda ti fa andare più piano ma consente alle temperature del motore di restare nei parametri ottimali”.

“In questo modo ho perso il vantaggio accumulato e Fuoco mi ha superato di slancio alla ripartenza ottenendo un margine di due secondi sugli inseguitori”.

Anche il pilota italiano del team Trident ha espresso il proprio pensiero a Motorsport.com, decidendo, tuttavia, di non allinearsi ai suoi colleghi.

“Ogni volta che accade qualcosa di simile in una gara neutralizzata con Virtual Safety Car tutti si lamentano, ma queste sono le regole e dobbiamo lavorare su questo sistema. Delle volte puoi essere fortunato, altre meno”.

“I piloti possono solo controllare i pannelli a bordo pista. Se ti trovi prima di un pannello e hai la possibilità di transitare nel momento in cui viene data nuovamente bandiera verde, puoi effettuare una grande ripartenza. Questo è il sistema adottato nella categoria e non possiamo fare nulla”.

Di differente avviso è Tatiana Calderon. La colombiana ha raccolto ad Hockenheim il primo punto in GP3, ma questo non le ha impedito di criticare la metodologia di utilizzo della Virtual Safety Car.

“Non sono una grande fan della VSC, non sai mai quando viene chiamata e tutto dipende dalle indicazioni fornite esclusivamente dai pannelli. Probabilmente il sistema verrà migliorato in futuro. Credo che si debba fare un passo avanti ed imitare l’utilizzo già visto in GP2. In questo modo le cose potrebbero migliorare parecchio”. 

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